Prezzi del petrolio in calo mentre i dazi di Trump aumentano i rischi sulla domanda e la paura di recessione

I prezzi del petrolio sono crollati bruscamente nel mercato asiatico giovedì, a causa del timore di un rallentamento della domanda e di una recessione globale, in seguito all’imposizione di ampi dazi commerciali da parte del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

Il petrolio era già in difficoltà questa settimana, poiché il rimbalzo dai minimi di oltre tre anni aveva perso slancio. Inoltre, le tensioni in Medio Oriente e tra Russia e Ucraina hanno avuto solo un modesto impatto sui prezzi.

I futures del Brent, con scadenza a giugno, sono scesi del 2,5% a 73,11 dollari al barile, mentre i futures del West Texas Intermediate (WTI) sono calati del 2,7% a 69,30 dollari al barile alle 22:05 ET (02:05 GMT). Entrambi i contratti erano scesi fino al 3% durante la sessione.

Il calo dei prezzi è stato accentuato dai dati statunitensi che hanno mostrato un aumento delle scorte di petrolio molto superiore alle aspettative, alimentando i timori di un indebolimento della domanda di carburante negli Stati Uniti.

L’attenzione si concentra ora sulla riunione dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e alleati (OPEC+), prevista per la giornata, durante la quale il cartello dovrebbe delineare un piano per aumentare la produzione.

I dazi di Trump scuotono i mercati e aumentano i rischi di recessione

Trump ha annunciato un dazio del 10% sulla maggior parte delle importazioni statunitensi e ha imposto tariffe contro i principali partner commerciali, equivalenti a circa la metà dei dazi che questi applicano ai prodotti americani.

La mossa ha suscitato forti reazioni e minacce di ritorsione da parte delle principali economie mondiali. Gli analisti avvertono che le conseguenti perturbazioni nel commercio e nell’attività economica potrebbero aumentare il rischio di una recessione negli Stati Uniti e a livello globale.

Una recessione avrebbe un impatto negativo sulla domanda di petrolio, che tende a indebolirsi in periodi di rallentamento economico.

La Cina, principale importatore di petrolio, tra i paesi più colpiti dai dazi di Trump

Grandi economie come la Cina sono state le più colpite dalle tariffe di Trump, con gli Stati Uniti che ora impongono dazi del 54% sulle importazioni cinesi. Anche l’Unione Europea è stata colpita con un dazio del 20%.

L’aumento al 54% delle tariffe sui prodotti cinesi ha rafforzato i timori di ulteriori difficoltà economiche per il più grande importatore di petrolio al mondo, che già fatica a sostenere la crescita.

Tuttavia, i dati pubblicati giovedì hanno mostrato che il settore dei servizi in Cina è cresciuto oltre le aspettative a marzo, grazie al continuo sostegno economico da parte di Pechino.

Il governo cinese è atteso a nuove misure di stimolo economico per contrastare le difficoltà causate dai dazi imposti da Trump, il che potrebbe sostenere in parte la domanda di petrolio nel paese.

Tuttavia, la domanda di petrolio in Cina è in calo da diversi anni, poiché la crescita economica locale ha subito un rallentamento a causa di molteplici fattori negativi.

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