Il dollaro (CCOM:DXY) è crollato giovedì mattina, perdendo il 2,1% rispetto a un paniere di valute dei partner commerciali. Questo lo pone sulla strada per la sua peggior giornata dal 2022.
Il calo è stato causato dai timori di una crescita più debole a seguito dei pesanti dazi imposti dal Presidente Trump a diversi Paesi.
Francesco Pesole, stratega valutario di ING, ha dichiarato: “Gli investitori si stanno accanendo contro il dollaro, seguendo la narrativa secondo cui i dazi danneggeranno in modo asimmetrico l’economia statunitense.” Ha aggiunto che, mentre alcuni degli effetti dei dazi sugli altri Paesi potrebbero essere attenuati attraverso negoziati, esiste il rischio che gli Stati Uniti “rimangano con poche entrate e solo il contraccolpo di una maggiore incertezza e di un sentiment dei consumatori più debole.”
La svendita del dollaro statunitense sta accelerando e si avvicina a un nuovo minimo semestrale, mentre le conseguenze del ‘Liberation Day’ di Trump iniziano a farsi sentire.
Anche se alcuni dei nuovi dazi potrebbero essere annullati o ridotti nei prossimi giorni, l’incertezza rimane alta, e alcune stime suggeriscono che l’impatto economico potrebbe essere persino maggiore rispetto ai dazi Smoot-Hawley degli anni ’30, che aumentarono le tasse sulle importazioni e sono ampiamente considerati una delle cause dell’aggravarsi della Grande Depressione.

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