Le azioni sono scese mercoledì, chiudendo una settimana segnata dalle tensioni sui dazi che entreranno in vigore la prossima settimana.
A pesare sui listini è stata la chiusura negativa di Tokyo, appesantita dal crollo del settore automobilistico a causa del potenziale impatto dei dazi commerciali decisi dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
I nuovi dazi su auto e camion leggeri entreranno in vigore il 3 aprile, il giorno dopo che Trump prevede di annunciare dazi reciproci sui paesi responsabili della maggior parte del deficit commerciale degli Stati Uniti.
Bruxelles ha dichiarato che la sua risposta sarà “tempestiva, forte e ben calibrata”, ma non ha indicato una tempistica per le sue contromisure. Anche il Canada si sta preparando a rispondere, con dettagli che verranno annunciati la prossima settimana.
Un trader sottolinea che i mercati sono molto nervosi e resta da vedere cosa accadrà la prossima settimana.
Intorno alle 9:50, l’indice Ftse Mib è in calo dello 0,20%. A una sola seduta dalla fine del primo trimestre, la Borsa di Milano vanta ancora un rialzo di oltre il 14%, uno dei migliori listini europei, secondo solo all’Ibex spagnolo, che segna un +15%.
Le banche sono state particolarmente colpite, penalizzate dal calo dei rendimenti dei titoli di Stato e dalle aspettative che la BCE possa ulteriormente ridurre i tassi. L’indice bancario è sceso dell’1,5%. Tra i grandi nomi, UniCredit (BIT:UCG) ha perso l’1,6%, Intesa (BIT:ISP) l’1,3% e Banco Bpm (BIT:BAMI) l’1,6%. Ieri sera, la banca ha annunciato di rinunciare alla ‘Condizione BCE’, che subordinava l’efficacia dell’OPA su Anima (BIT:ANIM) all’ottenimento di un parere positivo da Francoforte sull’applicazione del Danish Compromise, e sta proseguendo con l’offerta.
Ferrari (BIT:RACE) è in forte rialzo, avanzando del 2,7% dopo l’annuncio di ieri sugli aumenti di prezzo dovuti ai dazi statunitensi. Oggi Barclays (LSE:BARC) ha alzato il suo rating a ‘Overweight’ da ‘Equal-weight’, mantenendo il target price di 485 euro. Stellantis (BIT:STLAM) rimane debole (-0,2%) a causa dei timori legati ai dazi.
Presa di beneficio su Tim (BIT:TIT), in calo dello 0,7% dopo il balzo di ieri, spinto dall’appeal speculativo alla luce del possibile aumento della partecipazione da parte di Poste (BIT:PST).
Oggi si distinguono le utility per la loro natura difensiva e per l’impatto del calo dei rendimenti dei titoli di Stato: Enel (BIT:ENEL) è balzata dell’1,3% raggiungendo nuovi massimi da metà 2021. Snam (BIT:SRG) è cresciuta dell’1,7% e Terna (BIT:TRN) dell’1%. Bene anche A2A (BIT:A2A) con un +1,1%.
Il settore del lusso è in calo, con la peggiore performance per Ferragamo (BIT:SFER), che perde oltre il 3%.
Infine, continuano le vendite su Pirelli (BIT:PIRC), in ribasso dell’1%, sempre penalizzata dai problemi di governance con il partner cinese. Ieri il Consiglio di Amministrazione ha rinviato di un mese, al 28 aprile, le decisioni della riunione di ieri. Secondo Banca Akros, “alla luce della complessità delle decisioni da prendere e dell’elevato livello di incertezza del quadro normativo, il rinvio di un mese potrebbe aiutare gli azionisti a raggiungere un accordo”.
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