Tesla, secondo rallentamento nelle vendite in Europa. Non è solo colpa di Musk

Un altro forte rallentamento per le vendite di Tesla (NASDAQ:TSLA) in Europa, dopo i dati negativi di gennaio. I dati Acea (BIT:ACE) pubblicati oggi indicano un calo del 42,6% per il marchio di Elon Musk nel mese su base annua, segnando così un calo delle vendite per il secondo mese consecutivo nel Vecchio Continente. In particolare, sono state vendute meno di 17.000 auto nell’Unione Europea, nel Regno Unito e nei paesi dell’Associazione europea di libero scambio, rispetto a oltre 28.000 nello stesso mese del 2024. Anche la quota di mercato di Tesla si è ridotta, passando dal 2,8% del mercato totale all’attuale 1,8%, mentre nel solo settore delle auto elettriche a batteria il costruttore è sceso dal 21,6% al 10,3%.

Il rallentamento di Tesla avviene nonostante un forte aumento delle vendite di veicoli elettrici a batteria (BEV) in Europa, che sono salite del 26,1% rispetto a febbraio 2024, segnando il secondo incremento consecutivo, mentre le vendite di veicoli elettrici ibridi (HEV) sono aumentate del 19%, nonostante il totale delle immatricolazioni auto sia diminuito complessivamente del 3,1%.

Nel frattempo, a Wall Street, le azioni Tesla continuano a recuperare terreno, registrando un rialzo nell’apertura del pre-market USA dopo il +11,93% di ieri, il quarto giorno consecutivo in verde. Il titolo ha guadagnato il 18% dallo scorso venerdì, riuscendo così a ridurre le perdite del 2025 al -26%.

Le cause del rallentamento: concorrenza e scelte di Musk

Felipe Muñoz, analista di JATO Dynamics, ritiene che Tesla stia attraversando cambiamenti significativi, tra cui il crescente coinvolgimento politico di Musk, l’aumento della concorrenza nel mercato dei veicoli elettrici e la graduale eliminazione del modello attuale di Model Y per fare spazio a una versione aggiornata, come riportato da Autocar Professional.

La gamma di prodotti Tesla è limitata e invecchiata, mentre le case automobilistiche tradizionali e i nuovi concorrenti cinesi continuano a lanciare nuovi modelli elettrici, spesso più economici.

“Durante il processo di aggiornamento dei modelli, i marchi spesso subiscono un calo delle vendite prima di tornare ai livelli normali una volta che il nuovo modello diventa ampiamente disponibile. Marchi come Tesla, che hanno una gamma di modelli relativamente ristretta, sono particolarmente vulnerabili a un calo delle immatricolazioni quando avviano un cambiamento di modello”, ha spiegato Muñoz.

A ciò si aggiunge il coinvolgimento politico di Musk al fianco di Donald Trump e dei partiti di estrema destra europei, un aspetto che potrebbe essere stato accolto negativamente da una clientela potenzialmente schierata su posizioni politiche opposte.

Gli analisti restano ottimisti: target price sopra i 400 dollari

Nonostante le difficoltà attuali di Tesla, gli analisti di Canaccord Genuity hanno ribadito ieri la loro raccomandazione di acquisto sul titolo, mantenendo il target price a 404 dollari.

L’analista George Gianarikas ha rivisto al rialzo la sua stima per le consegne del primo trimestre 2025, portandola a circa 362.000 veicoli rispetto alla precedente previsione di circa 331.000. Nonostante l’aumento, la nuova previsione resta al di sotto della stima di consenso di circa 417.000 veicoli.

L’aumento delle previsioni è dovuto a diversi fattori, tra cui il comportamento previsto dei consumatori e le sfide produttive: Gianarikas ritiene che i potenziali acquirenti possano rimandare l’acquisto in attesa della nuova Model Y.

L’esperto cita anche i commenti fatti durante la conference call sui risultati del quarto trimestre 2024, in cui Tesla ha menzionato significative riconfigurazioni degli impianti per il nuovo Model Y, che dovrebbero avere un impatto temporaneo sulla produzione. Con un fatturato annuo di 97,69 miliardi di dollari e un rapporto prezzo/utili (P/E) di 123,19, Tesla mantiene la sua posizione di leader nel settore automobilistico.

Anche Piper Sandler conferma un target price di 450 dollari con un rating overweight. Per il broker, l’attività politica di Musk potrebbe influenzare la domanda in una certa misura, ma “non è la causa principale del forte calo delle consegne nel primo trimestre”.

Piuttosto che un problema di domanda, Piper cita le difficoltà di fornitura come fattore chiave, evidenziando le chiusure prolungate di tutti e quattro gli impianti di produzione della Model Y come un ostacolo significativo che limita le consegne, anche in presenza di una domanda elevata.

Nonostante queste sfide, Tesla mantiene una solida salute finanziaria, con un rapporto di liquidità di 2,02 e una quantità di liquidità superiore al debito nel suo bilancio.

Il broker ha inoltre evidenziato il potenziale di nuovi lanci di prodotti e l’arrivo a giugno di un servizio di robotaxi come motivi per mantenere il rating positivo e il target price. Questi sviluppi potrebbero rappresentare opportunità di crescita future per Tesla e contribuire a un outlook rialzista sul titolo.

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