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  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, i Futures Indicano un Iniziale Ribasso a Wall Street

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, i Futures Indicano un Iniziale Ribasso a Wall Street

    I principali futures sugli indici statunitensi Dow Jones, S&P e Nasdaq stanno attualmente indicando un’apertura in calo per martedì, con le azioni che potrebbero cedere terreno dopo i forti rialzi registrati nelle due sessioni precedenti.

    Gli investitori potrebbero cercare di incassare i recenti guadagni ottenuti sui mercati, in un contesto di persistente incertezza riguardo ai piani tariffari del presidente Donald Trump.

    Tuttavia, le pressioni di vendita potrebbero essere in parte attenuate dalle dichiarazioni di Trump su una possibile esenzione temporanea dalle tariffe per l’industria automobilistica, in particolare per Paesi come Messico e Canada.

    Nel frattempo, sono emerse notizie secondo cui gli Stati Uniti avrebbero avviato indagini sulle importazioni di prodotti farmaceutici e semiconduttori, nell’ambito di un’iniziativa volta a imporre nuove tariffe.

    Dopo il netto rialzo registrato durante la sessione di venerdì scorso, lunedì le azioni hanno oscillato nel corso della giornata di contrattazioni, ma sono riuscite a chiudere per lo più in rialzo. I principali indici hanno terminato la giornata in territorio positivo, proseguendo il recupero dai minimi di un anno toccati martedì scorso.

    Il Dow Jones è salito di 312,08 punti, pari allo 0,8%, chiudendo a 40.524,79. Il Nasdaq ha guadagnato 107,03 punti (+0,6%) a 16.831,48, mentre l’S&P 500 è aumentato di 42,61 punti (+0,8%) a 5.405,07.

    La chiusura positiva a Wall Street è arrivata dopo che venerdì sera il servizio doganale e di protezione delle frontiere degli Stati Uniti (U.S. Customs and Border Protection) ha pubblicato linee guida che prevedono l’esclusione di alcuni prodotti tecnologici dalle “tariffe reciproche” proposte da Trump.

    I prodotti esclusi includerebbero presumibilmente smartphone, computer e altri dispositivi e componenti come i semiconduttori.

    Tuttavia, alimentando l’incertezza sulle tariffe, Trump ha affermato su Truth Social che non è stata annunciata “alcuna eccezione tariffaria”, sottolineando che i prodotti in questione restano soggetti alle attuali tariffe del 20% sui derivati del fentanyl, semplicemente spostati in una “diversa categoria tariffaria”.

    “Nessuno è ‘fuori dai guai’ per i saldi commerciali ingiusti e per le barriere tariffarie non monetarie che altri Paesi hanno usato contro di noi, soprattutto la Cina che, di gran lunga, ci tratta nel modo peggiore!” ha dichiarato Trump.

    “Stiamo esaminando i semiconduttori e l’INTERA CATENA DI FORNITURA ELETTRONICA nelle prossime indagini tariffarie per la sicurezza nazionale,” ha aggiunto. “Ciò che è emerso è che dobbiamo produrre negli Stati Uniti e che non saremo ostaggi di altri Paesi.”

    Le azioni del settore biotecnologico hanno registrato un forte rialzo nella giornata, con un aumento del 2,5% dell’indice NYSE Arca Biotechnology.

    È stata evidenziata una notevole forza anche tra i titoli immobiliari commerciali, come indicato dal +2,1% dell’indice Dow Jones U.S. Commercial Real Estate.

    Anche i titoli farmaceutici, dell’hardware informatico e dei servizi pubblici hanno mostrato solidi guadagni, chiudendo in rialzo insieme alla maggior parte dei settori principali.

  • Borsa di Milano in rialzo con il rally dell’auto sull’ipotesi di tregua sui dazi, lusso in calo dopo LVMH

    Borsa di Milano in rialzo con il rally dell’auto sull’ipotesi di tregua sui dazi, lusso in calo dopo LVMH

    Piazza Affari apre in rialzo, in linea con gli altri mercati azionari europei, cercando una stabilizzazione dopo il buon recupero di ieri.

    A contribuire alla stabilità dei mercati è stata la chiusura positiva di Wall Street ieri, sostenuta da Apple (NASDAQ:AAPL) grazie all’annuncio di un’esenzione temporanea dai dazi reciproci su smartphone, computer e altri dispositivi elettronici, accompagnata da una volatilità scesa ai minimi da inizio aprile.

    Anche la buona performance di Tokyo ha favorito il rally dei titoli automobilistici, dopo che il presidente degli Stati Uniti, Trump, ha lasciato intendere ieri una possibile esenzione temporanea dai dazi USA per il settore.

    Oltre alla questione dei dazi, gli investitori allargano lo sguardo alle prossime mosse delle banche centrali – è atteso un nuovo taglio di 25 punti base nella riunione della BCE di giovedì – e alla stagione degli utili, con segnali positivi arrivati dal fronte bancario statunitense da un lato, e segnali negativi dal settore europeo del lusso dall’altro, dove il colosso LVMH ha deluso le aspettative.

    Intorno alle 9.35 il FTSEMib guadagna circa l’1% con gli altri indici europei in territorio positivo, ad eccezione del CAC di Parigi, appesantito dal forte calo di LVMH.

    A Milano si distingue Stellantis (BIT:STLAM), in rialzo di oltre il 4%, con l’intero settore automobilistico europeo in rimbalzo sulle possibili modifiche alla politica tariffaria statunitense, trainando in particolare i titoli precedentemente più penalizzati.

    Bene anche Pirelli (BIT:PIRC) (+2,7%), Iveco (+2,6%) e Brembo (BIT:BRE) (+2,1%).

    Vendite diffuse nel lusso, in scia ai dati di fatturato inferiori alle attese annunciati ieri da LVMH, che hanno generato un effetto negativo “a cascata” su tutto il settore. Cucinelli (BIT:BC) perde l’1,8%, Ferragamo (BIT:SFER) il 2,1% e Moncler (BIT:MONC) lo 0,8%.

    Buona invece la performance dei titoli bancari, con MPS (BIT:BMPS), Mediobanca (BIT:MB) e UniCredit (BIT:UCG) che guadagnano tra l’1,5% e l’1,9%, sovraperformando l’indice settoriale.

  • Prezzi del petrolio in lieve aumento grazie alle speranze su dazi auto; attenzione ai colloqui USA-Iran

    Prezzi del petrolio in lieve aumento grazie alle speranze su dazi auto; attenzione ai colloqui USA-Iran

    I prezzi del petrolio sono leggermente saliti nelle contrattazioni asiatiche di martedì, sostenuti dalla possibile sospensione dei dazi sulle auto da parte del presidente Donald Trump e da un rimbalzo nelle importazioni cinesi di greggio, mentre i mercati osservano con attenzione i colloqui sul nucleare tra Stati Uniti e Iran per avere indicazioni sulla domanda futura.

    Alle 22:05 ET (02:05 GMT), i future sul Brent con scadenza a giugno sono saliti dello 0,2% a 65,02 dollari al barile, mentre i future sul West Texas Intermediate (WTI) sono aumentati dello 0,3% a 61,25 dollari al barile.
    Entrambi i contratti erano rimasti poco variati lunedì e si mantenevano vicino ai minimi di quattro anni toccati la settimana scorsa.

    “Il mercato sta digerendo rapidamente gli sviluppi politici sul fronte dei dazi, bilanciandoli con i colloqui nucleari tra USA e Iran. È evidente che l’attenzione è rivolta più ai dazi e al loro impatto sulla domanda di petrolio,” hanno scritto gli analisti di ING in una nota.

    Trump indica una possibile sospensione dei dazi sulle auto

    Lunedì, il presidente Trump ha lasciato intendere possibili esenzioni dai dazi del 25% sulle importazioni di veicoli stranieri, in particolare da paesi come Messico e Canada.
    In precedenza, l’amministrazione aveva annunciato esclusioni per alcuni dispositivi elettronici, tra cui smartphone e laptop, principalmente provenienti dalla Cina.
    Questi sviluppi hanno attenuato in parte le preoccupazioni del mercato riguardo all’escalation delle tensioni commerciali.

    Tuttavia, gli investitori rimangono cauti, poiché l’amministrazione Trump sta portando avanti piani per imporre potenzialmente dazi su importazioni di semiconduttori e prodotti farmaceutici. L’inizio dell’indagine su questi dazi è stato annunciato lunedì tramite avvisi pubblicati sul Federal Register dal Dipartimento del Commercio.

    Importazioni cinesi di greggio in forte rialzo a marzo; focus sui colloqui USA-Iran

    In Cina, le importazioni di petrolio greggio a marzo hanno registrato un netto rimbalzo, spinte da maggiori acquisti di petrolio iraniano e russo in vista delle sanzioni statunitensi previste.
    Sebbene le principali importazioni di materie prime in Cina siano state deboli nel primo trimestre del 2025, l’aumento di marzo ha offerto un po’ di ottimismo.

    Nel frattempo, i colloqui indiretti tra Stati Uniti e Iran sono iniziati il 12 aprile a Mascate, in Oman, con l’obiettivo di raggiungere un accordo di pace sul nucleare.
    L’esito di questi colloqui potrebbe influenzare la direzione delle sanzioni statunitensi sulle esportazioni di petrolio iraniano.

    OPEC abbassa le previsioni di crescita della domanda globale di petrolio a causa dei dazi USA

    Lunedì, l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita della domanda globale di petrolio per il 2025, riducendole di 150.000 barili al giorno (bpd) a 1,30 milioni di bpd.
    Questo aggiustamento riflette dati del primo trimestre più deboli del previsto e l’impatto dei nuovi dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti.

    Nel suo rapporto mensile, l’OPEC ha inoltre abbassato le stime di crescita economica globale sia per il 2025 che per il 2026.
    L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) pubblicherà il proprio rapporto mensile sul petrolio più tardi oggi, e rivelerà se ha anch’essa rivisto al ribasso le stime sulla domanda in risposta all’escalation recente dei dazi.

  • Christian Dior crolla in Borsa dopo il calo dei ricavi nel primo trimestre in un contesto geopolitico instabile

    Christian Dior crolla in Borsa dopo il calo dei ricavi nel primo trimestre in un contesto geopolitico instabile

    Christian Dior (EU:CDI) ha visto le proprie azioni crollare di circa il 7% nelle contrattazioni europee di martedì, dopo aver riportato ricavi per 20,3 miliardi di euro nel primo trimestre del 2025, segnando un calo del 2% su base annua.

    La società ha attribuito la performance negativa a un “contesto geopolitico ed economico instabile” che continua a pesare sui risultati complessivi.

    Il calo rispetto ai 20,69 miliardi di euro registrati un anno prima è stato principalmente determinato dalla debolezza della divisione Vini & Alcolici, dove i ricavi sono diminuiti dell’8%.

    Anche il segmento Moda & Pelletteria ha registrato una flessione, con vendite in calo del 4% a 10,1 miliardi di euro rispetto ai 10,49 miliardi dell’anno precedente. Nonostante il calo, la società ha affermato che la categoria si è dimostrata resiliente, sostenuta da una forte domanda in Giappone.

    La performance è risultata più stabile negli altri segmenti. I ricavi della divisione Profumi & Cosmetici sono rimasti invariati a 2,18 miliardi di euro, mentre Orologi & Gioielli ha segnato un leggero aumento dell’1%, raggiungendo i 2,48 miliardi di euro.

    Le vendite nel settore Retail Selettivo sono rimaste stabili a 4,19 miliardi di euro.

    A livello geografico, l’Europa ha guidato la crescita per Christian Dior nel primo trimestre, mentre negli Stati Uniti si è registrato un lieve calo delle vendite.

    In Giappone, i ricavi sono diminuiti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, anche se l’azienda ha segnalato un incremento dovuto alla maggiore spesa da parte dei turisti cinesi.

  • Crollano le azioni LVMH dopo vendite deludenti nel primo trimestre e downgrade degli analisti

    Crollano le azioni LVMH dopo vendite deludenti nel primo trimestre e downgrade degli analisti

    I titoli ADR del produttore di beni di lusso LVMH Moet Hennessy Louis Vuitton SA (EU:MC) sono crollati di oltre il 6% lunedì, dopo che la società ha riportato un calo del 3% nelle vendite organiche totali del primo trimestre, pari a 20,311 miliardi di euro. Gli analisti si aspettavano una crescita del 2%.

    “L’Europa ha registrato nuovamente una crescita su base omogenea di perimetro e tassi di cambio,” ha dichiarato l’azienda. “Negli Stati Uniti si è osservato un lieve calo, nonostante le buone performance nei settori Moda & Pelletteria e Orologeria & Gioielleria. Il Giappone è sceso rispetto al primo trimestre del 2024, che era stato sostenuto da una forte crescita della spesa dei consumatori cinesi nel paese. Il resto dell’Asia ha mostrato tendenze comparabili al 2024.”

    Le vendite del segmento chiave Moda & Pelletteria sono diminuite del 5%, attestandosi a 10,108 miliardi di euro.

    Le vendite della divisione Vini & Alcolici sono calate del 9%. Lo Champagne ha registrato una lieve flessione, mentre il Cognac è stato penalizzato da una domanda più debole in Cina e negli Stati Uniti.

    Il gruppo Profumi & Cosmetici ha visto un calo delle vendite dell’1% su base organica.

    Il gruppo Orologi & Gioielli ha registrato vendite stabili su base annua.

    Nella divisione Retail Selettivo, le vendite sono diminuite dell’1% su base organica.

    Gli analisti di Morgan Stanley hanno declassato le azioni LVMH a “Equal Weight” dopo il report, sottolineando che si aspettano un ulteriore calo delle vendite nel secondo trimestre del 2025. Prevedono una crescita organica delle vendite del -3%, in calo rispetto alla precedente stima del +2%.

    Se questa previsione si concretizzasse, segnerebbe la prima volta in oltre trent’anni che la divisione Profumi & Beni di Lusso registra quattro trimestri consecutivi di contrazione delle vendite.

    “La differenza, questa volta, è che la domanda dalla Cina rappresenta un freno significativo e l’intero settore si trova ora ad affrontare un contesto macroeconomico più debole a livello globale, dopo aver aumentato notevolmente i prezzi, a differenza del 2008-2009 e del 2020,” hanno scritto gli analisti di Morgan Stanley in una nota.

    “Pertanto, prevediamo che LVMH e l’intero settore del lusso vedranno ricavi fiacchi nei prossimi 12 mesi,” hanno aggiunto.

  • Le borse europee per lo più in rialzo grazie all’ottimismo sui dazi; delude LVMH

    Le borse europee per lo più in rialzo grazie all’ottimismo sui dazi; delude LVMH

    Gli indici azionari europei sono saliti per lo più martedì, mentre gli investitori hanno analizzato gli utili societari regionali e i dati economici, in un clima di cauto ottimismo riguardo a un possibile allentamento del regime di dazi imposto dal presidente statunitense Donald Trump.

    Alle 03:15 ET, 07:15 GMT, l’indice DAX in Germania è salito dell’1,3%, il FTSE 100 nel Regno Unito ha guadagnato lo 0,7%, mentre il CAC 40 in Francia è sceso dello 0,1%.
    L’indice paneuropeo Stoxx 600 è avanzato dello 0,7%.

    Persistono le incertezze sui dazi

    Le borse europee hanno in gran parte mantenuto il tono positivo di inizio settimana grazie all’esenzione da parte di Wall Street dei dispositivi elettronici dai dazi reciproci, ma resta molta incertezza riguardo alla politica commerciale più ampia del presidente Trump.
    Il governatore della Federal Reserve, Christopher Waller, ha dichiarato lunedì che l’inflazione derivante dai dazi imposti da Trump sarà probabilmente “transitoria” e ha indicato che i tagli ai tassi d’interesse sono ancora un’opzione sul tavolo.
    Detto ciò, l’amministrazione Trump sta comunque portando avanti le indagini sulle importazioni di farmaci e microchip, nel tentativo di imporre dazi anche su questi settori, come evidenziato nei documenti pubblicati lunedì sul Federal Register.

    Inflazione contenuta in Francia

    In Europa, l’inflazione al consumo in Francia è rimasta contenuta nel mese di marzo, attestandosi allo 0,8% su base annua, come confermato dai dati diffusi martedì mattina. Questo potrebbe dare spazio alla Banca Centrale Europea per un ulteriore taglio dei tassi d’interesse entro la fine della settimana.
    I responsabili della BCE devono anche valutare le nuove pressioni economiche derivanti dalle tensioni commerciali e dal rafforzamento dell’euro.

    Il tasso di disoccupazione nel Regno Unito è rimasto invariato a febbraio, al 4,4%, secondo i dati pubblicati martedì, ma la crescita dei salari, escludendo i bonus, è aumentata a un tasso annuo del 5,9% nel trimestre terminato a febbraio, rispetto al 5,8% rivisto di gennaio.
    I membri della Banca d’Inghilterra stanno monitorando attentamente i dati sulla crescita dei salari per capire se le pressioni inflazionistiche sul mercato del lavoro si stiano attenuando abbastanza da giustificare ulteriori tagli ai tassi d’interesse.

    Deludono le vendite di LVMH nel primo trimestre

    Nel settore corporate, i risultati deludenti del colosso francese LVMH (EU:MC) hanno pesato sull’intero comparto del lusso.
    Il principale gruppo mondiale di prodotti di lusso ha registrato un calo del 3% su base annua nelle vendite del primo trimestre, con il settore vini e alcolici che ha segnato il maggior calo dei ricavi, in diminuzione del 9%.

    Altrove, Publicis Groupe (EU:PUB) ha riportato un forte aumento dei ricavi nel primo trimestre, grazie a una serie di importanti acquisizioni di clienti che hanno compensato un contesto economico globale volatile per la società francese di pubblicità e pubbliche relazioni.
    Beiersdorf (BIT:1BEI) ha leggermente superato le aspettative con le vendite del primo trimestre, supportata da una forte crescita nel settore dermatologico, mentre le vendite di Nivea, il suo marchio principale per la cura della pelle e del corpo, sono aumentate del 2,5% su base organica.

  • DAX, CAC, FTSE100, le Borse europee salgono bruscamente grazie alle esenzioni dai dazi sull’elettronica

    DAX, CAC, FTSE100, le Borse europee salgono bruscamente grazie alle esenzioni dai dazi sull’elettronica

    e borse europee sul DAX, CAC e FTSE100 hanno registrato forti rialzi lunedì a seguito della decisione degli Stati Uniti di concedere esenzioni dai dazi su smartphone, computer e altri dispositivi elettronici—molti dei quali importati dalla Cina.

    L’indice tedesco DAX è salito del 2,5%, il CAC 40 francese è in rialzo del 2,1% e il FTSE 100 del Regno Unito è in crescita dell’1,7%.

    I titoli tecnologici hanno registrato un’impennata, con Dassault Systèmes, ASM International, Infineon Technologies, ASML Holding e Logitech in rialzo tra il 3% e il 7%.

    Anche Vallourec SA è salita del 5,3%. Il produttore francese di soluzioni tubolari ha annunciato di essere entrato in trattative con Aldebaran Capital Partners per la vendita della sua divisione di soluzioni di saldatura, Serimax, per un valore aziendale di 79 milioni di euro.

    Nel frattempo, il produttore tedesco di acciaio Salzgitter AG è crollato del 3,3% dopo aver interrotto i colloqui con un consorzio di offerenti per una possibile acquisizione.

    Anche la società di gestione patrimoniale Ashmore Group, focalizzata sui mercati emergenti, è precipitata del 6% dopo aver riportato risultati deludenti per il terzo trimestre fiscale.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, le esenzioni dai dazi tecnologici potrebbero portare a un inizio positivo a Wall Street

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, le esenzioni dai dazi tecnologici potrebbero portare a un inizio positivo a Wall Street

    I principali futures sugli indici statunitensi indicano attualmente un’apertura nettamente al rialzo per lunedì, con le azioni che probabilmente andranno ad aggiungersi ai forti guadagni registrati lo scorso venerdì.

    È probabile che i titoli tecnologici guidino il rialzo dopo che, venerdì sera, una comunicazione della U.S. Customs and Border Protection ha rivelato che alcuni prodotti tecnologici saranno esclusi dai “dazi reciproci” del presidente Donald Trump.

    I prodotti esclusi includerebbero presumibilmente smartphone e computer, oltre ad altri dispositivi e componenti come semiconduttori.

    Tuttavia, aggiungendo incertezza alla questione dei dazi, Trump ha dichiarato su Truth Social che non è stata annunciata “nessuna eccezione ai dazi”, osservando che i prodotti sono ancora soggetti all’attuale dazio del 20% sul fentanyl, solo spostati in una “diversa categoria di dazio”.

    “Nessuno viene ‘sollevato dalla responsabilità’ per i disavanzi commerciali ingiusti e le barriere tariffarie non monetarie che altri Paesi hanno usato contro di noi, soprattutto la Cina, che ci tratta di gran lunga nel modo peggiore!” ha affermato Trump.

    “Stiamo esaminando i semiconduttori e tutta la catena di approvvigionamento dell’elettronica nelle prossime indagini tariffarie sulla sicurezza nazionale”, ha aggiunto. “Quello che è emerso è che dobbiamo produrre negli Stati Uniti, e che non saremo ostaggi di altri Paesi.”

    Dopo un inizio di sessione senza direzione, le azioni sono salite bruscamente nel corso della giornata di venerdì. I principali indici hanno registrato forti aumenti, in parte compensando il significativo calo visto giovedì.

    Gli indici si sono mossi in modo piatto verso la chiusura, mantenendosi saldamente in territorio positivo. Il Nasdaq è balzato di 337,14 punti, o del 2,1%, a 16.724,46, l’S&P 500 è salito di 95,31 punti, o dell’1,8%, a 5.363,36, e il Dow è avanzato di 619,05 punti, o dell’1,6%, a 40.212,71.

    Grazie soprattutto al rally storico di mercoledì, i principali indici hanno registrato forti guadagni anche su base settimanale. Il Nasdaq è salito del 7,3%, mentre l’S&P e il Dow hanno guadagnato rispettivamente il 5,7% e il 5,0%.

    La notevole forza vista a Wall Street è stata dovuta in parte al fatto che le preoccupazioni per l’aumento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina sono state attenuate da dichiarazioni della portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, secondo cui Trump è “ottimista” riguardo a un possibile accordo commerciale con la Cina.

    “Il presidente ha chiarito che è aperto a un accordo con la Cina”, ha detto Leavitt ai giornalisti. “Se la Cina continua a reagire con ritorsioni, non sarà un bene per la Cina.”

    Tuttavia, due alti funzionari della Casa Bianca hanno detto alla CNN che gli Stati Uniti non contatteranno per primi la Cina e che sarà il presidente cinese Xi Jinping a dover chiedere una telefonata con Trump.

    La Cina ha anche annunciato l’intenzione di aumentare i dazi sulle importazioni dagli Stati Uniti fino al 125% a partire da sabato, continuando lo scambio di ritorsioni commerciali visto negli ultimi giorni.

    Il 125% corrisponderebbe al dazio sui prodotti cinesi annunciato dal presidente Donald Trump all’inizio della settimana, anche se un funzionario della Casa Bianca ha detto alla CNBC che l’aliquota effettiva è del 145% se si include un dazio del 20% legato al fentanyl.

    Nel frattempo, l’Unione Europea ha annunciato la sospensione delle contromisure pianificate contro i dazi di Trump per 90 giorni.

    Il portavoce del commercio della Commissione Europea, Olof Gill, ha anche dichiarato alla radio irlandese RTE che il Commissario europeo per il commercio, Maros Sefcovic, si recherà a Washington domenica per “cercare di firmare accordi”.

    Sul fronte economico statunitense, i dati preliminari pubblicati dall’Università del Michigan hanno mostrato un continuo calo del sentiment dei consumatori statunitensi nel mese di aprile.

    L’università ha riferito che il suo indice del sentiment dei consumatori è crollato a 50,8 ad aprile dopo essere sceso a 57,0 a marzo. Gli economisti si aspettavano un calo dell’indice a 54,5.

    Con questa diminuzione molto più marcata del previsto, l’indice è sceso al livello più basso dal giugno 2022, quando toccò quota 50,0.

    Il rapporto ha anche indicato che le aspettative di inflazione a un anno sono salite al 6,7% ad aprile, rispetto al 5,0% di marzo, raggiungendo il livello più alto dal 1981.

    Un altro rapporto, pubblicato dal Dipartimento del Lavoro, ha mostrato una diminuzione inattesa dei prezzi alla produzione nel mese di marzo, anche se questi dati sono stati in gran parte ignorati in quanto considerati “notizie vecchie”.

    I titoli auriferi sono saliti bruscamente insieme al prezzo del metallo prezioso, spingendo l’indice NYSE Arca Gold Bugs in rialzo del 6,1% al livello di chiusura più alto da oltre dodici anni.

    Un’impennata del prezzo del petrolio ha inoltre contribuito alla forte crescita dei titoli dei servizi petroliferi, come dimostrato dal rialzo del 4,7% dell’indice Philadelphia Oil Service.

    Anche i titoli del settore biotecnologico hanno registrato una performance particolarmente forte nella giornata, con l’indice NYSE Arca Biotechnology in aumento del 3,3%.

    I titoli di intermediazione finanziaria, acciaio e semiconduttori hanno mostrato anch’essi una forza significativa, salendo insieme alla maggior parte degli altri settori principali.

  • I prezzi dell’oro scendono dai massimi storici in seguito a un parziale allentamento dei dazi USA

    I prezzi dell’oro scendono dai massimi storici in seguito a un parziale allentamento dei dazi USA

    I prezzi dell’oro sono scesi dai massimi storici lunedì, poiché l’appetito per il rischio è leggermente migliorato dopo che gli Stati Uniti hanno segnalato alcune esenzioni dai pesanti dazi commerciali contro la Cina, anche se il sentiment resta in gran parte teso.

    La debolezza del dollaro e dei titoli del Tesoro ha comunque sostenuto l’oro, che ha continuato a scambiare sopra i 3.200 dollari l’oncia, così come alcuni commenti della Federal Reserve su un possibile allentamento monetario.

    L’oro spot è sceso dello 0,3% a 3.225,79 $/oncia, mentre i futures sull’oro con scadenza a giugno hanno perso lo 0,1% a 3.240,87 $/oncia alle 01:12 ET, 05:12 GMT. L’oro spot è rimasto vicino al massimo storico di 3.245,69 $/oncia raggiunto la settimana scorsa.

    Lieve sollievo dai dazi pesa sull’oro mentre migliora l’appetito per il rischio

    Le perdite dell’oro sono arrivate in concomitanza con i guadagni nei mercati orientati al rischio, con le borse asiatiche per lo più in rialzo lunedì. Anche i futures sugli indici statunitensi sono aumentati durante le contrattazioni in Asia.

    L’appetito per il rischio è migliorato dopo che la Casa Bianca ha confermato nel weekend che i beni elettronici non saranno inclusi nei nuovi dazi del 145% contro la Cina voluti dal presidente Donald Trump. La mossa offre un po’ di sollievo alle grandi aziende statunitensi fortemente esposte alle importazioni dalla Cina, in particolare Apple Inc (NASDAQ:AAPL).

    Tuttavia, Trump ha ridimensionato questa visione, affermando che le importazioni di elettronica saranno comunque soggette a un’imposta del 20% e che sta preparando l’annuncio di nuovi dazi separati sull’elettronica.

    Le dichiarazioni di Trump hanno mantenuto alta la tensione tra gli investitori, timorosi di ulteriori dazi, specialmente dopo lo scambio di misure tra Cina e USA della scorsa settimana.

    Pechino ha annunciato dazi di ritorsione del 125% contro gli Stati Uniti in risposta all’ultima mossa di Trump, mostrando poca intenzione di fare marcia indietro. La Cina è stata anche vista avviare contatti con altri partner commerciali per migliorare le relazioni bilaterali.

    Nonostante ciò, una grave guerra commerciale tra le due maggiori economie mondiali dovrebbe scuotere le catene di approvvigionamento globali e frenare la crescita economica, con gli operatori che stimano almeno un 50% di probabilità di recessione negli Stati Uniti quest’anno.

    Questa prospettiva ha sostenuto i prezzi dell’oro nelle ultime settimane, mentre la maggior parte degli altri metalli è rimasta indietro. Tuttavia, la debolezza del dollaro ha offerto un po’ di sollievo ai mercati dei metalli lunedì.

    I futures sul platino sono saliti dello 0,8% a 951,90 $/oncia, mentre quelli sull’argento sono scesi dello 0,3% a 31,827 $/oncia.

    Tra i metalli industriali, i futures sul rame al London Metal Exchange si sono stabilizzati a 9.152,90 $ a tonnellata.

    Goldman Sachs alza il target per il prezzo dell’oro nel 2025 a 3.700 $/oncia

    Domenica Goldman Sachs Group Inc (NYSE:GS) ha alzato il suo obiettivo di prezzo per l’oro nel 2025 a 3.700 $/oncia, rispetto ai precedenti 3.300 $/oncia – il terzo aumento di quest’anno.

    La banca d’investimento ha evidenziato una crescente domanda di beni rifugio come l’oro in risposta alla dura guerra commerciale tra USA e Cina, affermando che in uno scenario estremo l’oro potrebbe salire fino a 4.500 $/oncia entro la fine del 2025.

    Goldman Sachs ha inoltre dichiarato che l’oro rappresenta una copertura contro i crescenti rischi di recessione negli Stati Uniti.

  • La Borsa di Milano rimbalza con l’Europa sulla mossa di Trump sui dazi tech, bene banche ed energia

    La Borsa di Milano rimbalza con l’Europa sulla mossa di Trump sui dazi tech, bene banche ed energia

    Piazza Affari ha rimbalzato insieme al resto d’Europa su un’ondata di sollievo momentaneo dopo l’allentamento, nel weekend, dei dazi statunitensi su parte del settore tecnologico deciso da Trump. Nonostante la confusione, questo alimenta le speranze che l’amministrazione USA possa aprire a una fase di negoziazione, stimolando l’appetito degli investitori per i titoli più caldi.

    Intorno alle 9:30 il Ftse Mib saliva di circa il 2%, ma il bilancio dall’inizio del mese resta comunque a -9%.

    Corrono le banche, con l’indice settoriale in rialzo di oltre il 2%, in linea con il comparto europeo. Il settore ha beneficiato anche della promozione del debito italiano da parte di S&P, che ha alzato il rating a ‘BBB+’ da ‘BBB’ con outlook stabile. Tra i migliori si segnalano Mediobanca (BIT:MB), in crescita del 3,8%, e Banco Bpm (BIT:BAMI) a +3%.

    Acquisti su Tenaris (BIT:TEN) e Saipem (BIT:SPM), che si contendono il primo posto tra le blue chip con rialzi attorno al 4,5%. Bene anche Eni (BIT:ENI) con un +2,8%.

    Stm (BIT:STM) guadagna circa il 3%, al di sotto dei massimi dell’apertura, in linea con le altre tech europee, dopo che gli Stati Uniti hanno concesso esenzioni dai dazi su smartphone, computer e altri prodotti elettronici importati in gran parte dalla Cina. Tuttavia, l’incertezza resta elevata, poiché Trump ha dichiarato ieri che finalizzerà entro la settimana i dazi sui semiconduttori importati e sull’intera filiera produttiva.

    I rialzi si stanno estendendo a tutti i settori. In controtendenza spicca la debolezza di Ferragamo (BIT:SFER), in calo del 2%.

    Tra i titoli a minore capitalizzazione, Fidia è in asta di volatilità con un rialzo di quasi il 13%, mentre Olidata guadagna il 7,4%, seppur con volumi ridotti.