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  • Prada acquista Versace da Capri con un accordo in contanti da 1,38 miliardi di dollari

    Prada acquista Versace da Capri con un accordo in contanti da 1,38 miliardi di dollari

    Il gruppo globale della moda di lusso Capri (NYSE: CPRI) ha accettato di cedere il marchio Versace al gruppo italiano Prada (TG:PRP) per 1,38 miliardi di dollari in contanti.

    L’accordo è subordinato alle approvazioni normative e alle consuete condizioni di chiusura, con il completamento previsto per la seconda metà del 2025.

    Lo sviluppo segue un’indiscrezione pubblicata nel gennaio 2025 da Il Sole 24 Ore, che riportava l’interesse di Prada per l’acquisizione della maison di moda.

    Capri, che gestisce anche i marchi Michael Kors e Jimmy Choo, aveva inizialmente acquistato Versace nel 2018 per 2,12 miliardi di dollari.

    Fondata a Milano nel 1978, Versace è riconosciuta come una delle principali case di moda a livello globale. Il marchio si è evoluto oltre le sue origini nell’haute couture, ampliandosi nella creazione, produzione, distribuzione e vendita di un’ampia gamma di prodotti, tra cui abbigliamento, gioielli, accessori, occhiali, orologi, calzature, profumi e articoli per la casa.

    La rete distributiva internazionale di Versace comprende boutique proprie, piattaforme online, grandi magazzini e rivenditori specializzati.

    Nel terzo trimestre dell’anno fiscale 2025, il marchio ha registrato ricavi per 193 milioni di dollari, segnando un calo del 15% rispetto all’anno precedente, sia su base riportata che a tassi di cambio costanti. Le vendite al dettaglio hanno subito un calo percentuale a due cifre, mentre anche i ricavi all’ingrosso sono scesi significativamente.

    La cessione è destinata a rafforzare la posizione finanziaria di Capri e ad accelerare gli investimenti strategici focalizzati su Michael Kors, con l’obiettivo di generare maggiore valore per gli azionisti.

    I proventi derivanti dall’operazione saranno destinati alla strategia di allocazione del capitale di Capri, che comprende investimenti aziendali, riduzione del debito e possibili riacquisti di azioni in futuro.

    Il presidente e CEO di Capri Holdings Limited, John Idol, ha dichiarato:

    “Negli ultimi sei anni, abbiamo compiuto enormi progressi nel riposizionamento del marchio, ponendo maggiore enfasi sul suo patrimonio di lusso e sull’eccellenza artigianale. Attraverso il miglioramento del prodotto, del marketing e dei negozi, Versace è ora ben posizionata per una crescita sostenibile a lungo termine. Siamo fiduciosi che Prada Group sia l’azienda ideale per guidare Versace verso una nuova era di crescita e successo.”

    “Questa transazione riflette il nostro impegno a incrementare il valore per gli azionisti, rafforzare il nostro bilancio e alimentare la crescita futura di Michael Kors e Jimmy Choo. Continueremo a portare avanti le iniziative strategiche presentate al nostro recente Investor Day e rimaniamo fiduciosi nel potenziale di crescita a lungo termine di Michael Kors e Jimmy Choo.”

    Sotto la guida del Gruppo Prada, Versace manterrà la sua essenza creativa distintiva e la sua autenticità culturale, beneficiando al contempo della solida piattaforma di Prada, che comprende capacità industriali, forza nel retail e competenza operativa.

  • Il dollaro crolla per l’escalation della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti

    Il dollaro crolla per l’escalation della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti

    Il dollaro statunitense ha continuato a perdere terreno venerdì, scendendo ai minimi da quasi due anni, a causa del crescente scetticismo sull’economia americana, mentre la guerra commerciale tra le due maggiori economie mondiali si è intensificata, con la Cina che ha nuovamente aumentato i dazi sui beni provenienti dagli Stati Uniti.

    Alle 04:20 ET (08:20 GMT), il Dollar Index, che misura la performance del dollaro contro un paniere di sei valute principali, è sceso dell’1,2% a 99,430, passando sotto la soglia dei 100 per la prima volta da luglio 2023.

    Il dollaro scivola ai minimi da quasi due anni

    La decisione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di sospendere per 90 giorni i dazi generalizzati ha offerto un temporaneo sollievo al dollaro e ai mercati azionari globali, ma questo effetto positivo è svanito rapidamente poiché la Cina non era inclusa nella sospensione.

    Al contrario, Trump ha aumentato i dazi sulle importazioni cinesi fino a un’aliquota effettiva del 145%, aggravando ulteriormente le tensioni tra le due superpotenze economiche.

    La Cina ha reagito nuovamente venerdì, annunciando nuovi dazi al 125% sulle importazioni statunitensi, rispetto all’84% annunciato mercoledì.

    Anche i Treasury statunitensi a lungo termine sono stati venduti in massa, facendo salire i rendimenti decennali verso il maggiore rialzo settimanale dal 2001, con gli investitori che stanno abbandonando gli asset statunitensi, compresi quelli considerati un tempo beni rifugio.

    “Stiamo assistendo a un crollo simultaneo dei prezzi di tutti gli asset statunitensi, inclusi azioni, dollaro rispetto alle valute di riserva alternative e mercato obbligazionario”, hanno scritto gli analisti di Deutsche Bank in una nota.

    “Il mercato ha perso fiducia negli asset statunitensi, e invece di colmare il disallineamento attivo-passivo accumulando liquidità in dollari, si sta attivamente disfando degli asset stessi”, ha aggiunto Deutsche Bank.

    Euro, franco svizzero e sterlina in rialzo

    In Europa, l’EUR/USD è salito dell’1,6% a 1,1371, con la moneta unica ai massimi dal febbraio 2022.

    Le recenti politiche del Presidente Trump hanno minato la fiducia nel dollaro USA, ha affermato giovedì il membro del consiglio direttivo della BCE, François Villeroy de Galhau:

    “L’elemento costante nella politica statunitense delle ultime decadi è stato l’attaccamento al ruolo centrale del dollaro. Credo che anche l’amministrazione Trump condivida questa visione, ma la pratica in modo molto incoerente. Quanto accaduto negli ultimi giorni e settimane gioca contro la fiducia nella valuta statunitense”, ha detto Villeroy.

    Questo ha generato una forte domanda per l’euro, così come per valute come il franco svizzero e lo yen giapponese.

    Dati pubblicati venerdì hanno mostrato che l’inflazione tedesca è rallentata al 2,3% a marzo, confermando i dati preliminari, e suggerendo pressioni inflazionistiche contenute nella maggiore economia dell’eurozona.

    “È importante notare che il forte rally dell’EUR/USD è quasi interamente una funzione della perdita di fiducia nel dollaro, e non è affatto giustificato dalla dinamica dei tassi d’interesse a breve termine”, hanno dichiarato gli analisti di ING in una nota.

    L’USD/CHF è sceso dello 0,9% a 0,8169, estendendo il crollo del quasi 4% di giovedì e raggiungendo livelli che non si vedevano da gennaio 2015.

    “Sembra che la preferenza del mercato per il franco svizzero rifletta il rischio contenuto di un intervento della Banca Nazionale Svizzera per evitare un eccessivo rafforzamento del CHF”, ha spiegato ING.

    “Un intervento valutario prolungato e unilaterale solleverebbe preoccupazioni al Tesoro USA, che potrebbe etichettare ufficialmente la Svizzera come manipolatore valutario e imporre dazi più severi.”

    Il cambio GBP/USD è salito dello 0,7% a 1,3058, sostenuto da dati che mostrano una crescita dell’economia britannica superiore alle attese a febbraio.

    Il Prodotto Interno Lordo è cresciuto dello 0,5% su base mensile a febbraio, ben al di sopra della crescita attesa dello 0,1%, mentre su base annua l’economia è aumentata dell’1,4%, secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica.

    Lo yen ai massimi da sei mesi

    In Asia, l’USD/JPY è sceso dell’1,3% a 142,65, con la valuta giapponese che ha toccato il suo livello più alto da oltre sei mesi grazie all’aumento della domanda per beni rifugio.

    Il governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda, ha recentemente confermato che il piano della banca centrale di aumentare i tassi rimane valido, nonostante le crescenti incertezze legate al commercio globale.

    L’USD/CNY è salito dello 0,1% a 7,3213, dopo essere sceso bruscamente dal massimo da oltre 17 anni.

    La Banca Popolare Cinese ha fissato venerdì un tasso centrale dello yuan più forte, dopo sei sessioni consecutive di fissaggi più deboli, segnalando un certo disagio a Pechino per la persistente debolezza della valuta.

  • Stellantis: spedizioni in calo del 9% nel primo trimestre a causa di rallentamenti produttivi in Nord America ed Europa

    Stellantis: spedizioni in calo del 9% nel primo trimestre a causa di rallentamenti produttivi in Nord America ed Europa

    Stellantis (BIT:STLAM) ha riportato venerdì un calo del 9% su base annua delle spedizioni globali di veicoli nel primo trimestre del 2025, attribuendo la flessione a rallentamenti produttivi in Nord America ed Europa legati a prolungati periodi di inattività durante le festività e alla transizione verso nuovi modelli di veicoli.

    Il costruttore automobilistico ha stimato spedizioni consolidate pari a 1,2 milioni di unità per il trimestre conclusosi il 31 marzo, in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

    Nord America ed Europa Allargata sono stati i principali responsabili del calo, mentre il Sud America ha registrato una crescita che ha parzialmente compensato le perdite.

    In Nord America, le spedizioni sono diminuite di circa 82.000 unità, pari a un calo del 20% rispetto al primo trimestre del 2024. Stellantis ha indicato una produzione inferiore a gennaio a causa di prolungate ferie natalizie, oltre all’avvio della produzione dei rinnovati Ram 2500 e 3500 heavy-duty del 2025.

    Nonostante la diminuzione delle spedizioni, la domanda al dettaglio ha mostrato segnali di miglioramento. Le vendite dei modelli Jeep Compass, Grand Cherokee e Ram 1500/2500 sono aumentate di oltre il 10% su base annua, e i nuovi ordini al dettaglio di marzo hanno raggiunto il livello più alto da luglio 2023.

    In Europa Allargata, le spedizioni sono diminuite di circa 47.000 unità, pari a un calo dell’8% rispetto all’anno precedente.

    La società, con sede nei Paesi Bassi, ha attribuito due terzi del calo a interruzioni temporanee dovute alla transizione verso nuovi modelli dei segmenti A e B, dopo la dismissione dei veicoli di precedente generazione nella seconda metà del 2024. Il restante calo è stato attribuito a volumi inferiori di veicoli commerciali leggeri.

    La quota di mercato di Stellantis nei 30 paesi UE è salita al 17,3% durante il trimestre, con un aumento di 1,9 punti percentuali rispetto al quarto trimestre del 2024, sostenuta dal lancio di modelli come Citroën C3 Aircross, Opel Frontera e Fiat Grande Panda.

    Le spedizioni nei mercati del cosiddetto “Terzo Motore” di Stellantis — che includono Sud America, Medio Oriente e Africa, Cina, India e Asia Pacifico — sono aumentate di 13.000 unità, pari al 4% su base annua.

    Il Sud America ha guidato la crescita con un aumento del 19%, grazie all’espansione del mercato in Brasile e Argentina. Stellantis ha dichiarato di aver mantenuto la leadership di mercato nella regione.

    Al contrario, le spedizioni sono diminuite del 15% in Medio Oriente e Africa, principalmente a causa delle persistenti restrizioni all’importazione in Algeria, Tunisia ed Egitto.

    Stellantis ha infine comunicato che i livelli di inventario presso i concessionari sono rimasti stabili nel trimestre, mentre i nuovi prodotti e i modelli aggiornati hanno contribuito a migliorare l’acquisizione di ordini in diversi mercati chiave.

  • Pirelli: nessun piano di investimento negli Stati Uniti

    Pirelli: nessun piano di investimento negli Stati Uniti

    Pirelli (BIT:PIRC) al momento non ha in programma investimenti negli Stati Uniti, ha dichiarato venerdì il produttore di pneumatici, smentendo quanto riportato da un quotidiano italiano.

    Il Corriere della Sera ha scritto venerdì che Paolo Zampolli, inviato speciale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per le partnership globali, sperava che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni annunciasse un investimento da parte di Pirelli durante la sua visita alla Casa Bianca il 17 aprile.

    Secondo quanto riportato, Pirelli avrebbe investito 1 miliardo di dollari nello Stato americano della Georgia per produrre i cosiddetti pneumatici intelligenti, con la possibilità di aumentare l’investimento a 2 miliardi in futuro.

    «Al momento non è stato deciso nulla, viste le difficoltà normative legate a questioni di governance e struttura azionaria», ha dichiarato Pirelli in una nota.

    Il vicepresidente esecutivo Marco Tronchetti Provera ha affermato questa settimana che la società sta incontrando difficoltà a investire negli Stati Uniti a causa del fatto che il suo principale azionista è Sinochem, azienda statale cinese.

    Gli azionisti cinesi e italiani di Pirelli sono in disaccordo sulla governance del gruppo, mentre Washington ha avviato una stretta sulla tecnologia cinese nel settore automobilistico, vietando l’utilizzo di software e hardware chiave provenienti da aziende controllate dalla Cina.

    Trump ha introdotto un dazio del 25% sulle importazioni di auto, sostenendo che ciò incoraggerà le case automobilistiche estere e i loro fornitori a investire negli Stati Uniti per evitare il pagamento delle tariffe.

  • Borsa di Milano, partenza lenta, prevale l’incertezza sui dazi, venduta Stellantis

    Borsa di Milano, partenza lenta, prevale l’incertezza sui dazi, venduta Stellantis

    Gli indici si mostrano contrastati con un trend negativo su Piazza Affari, in linea con l’andamento degli altri mercati europei, mentre Tokyo ha chiuso in forte calo, seguendo il nuovo scivolone di Wall Street di martedì.

    Secondo i trader, in una situazione di incertezza come quella attuale è davvero difficile interpretare l’andamento dei mercati azionari, che si muovono in modo volatile.

    I timori di un forte rallentamento dell’economia globale, a seguito dell’escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, continuano a mantenere i mercati in subbuglio.

    Gli investitori, sebbene parzialmente sollevati dalla sospensione dei dazi su diversi paesi annunciata da Donald Trump — alla quale l’UE ha risposto mettendo in pausa i controdazi per 90 giorni — temono mesi di negoziati carichi di incertezza.

    La preoccupazione, secondo i trader, è che prevalga la speculazione, mentre gli investitori di lungo termine preferiscono aspettare prima di tornare a investire in modo più concreto.

    Intorno alle 9:55 il Ftse Mib segnava un calo dello 0,3% dopo essere salito fino a +1% all’avvio della seduta.

    Acquisti cauti sulle banche, con l’indice settoriale in rialzo dello 0,3%, sostenuto dai titoli maggiori: Unicredit (BIT:UCG) e Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) sono saliti rispettivamente dello 0,2% e dell’1%, dopo che ieri i due istituti avevano registrato aumenti quasi a doppia cifra. Mps (BIT:BMPS), Bper (BIT:BPE) e Banco Bpm (BIT:BAMI) si muovono appena sopra la parità.

    Nexi (BIT:NEXI) continua il suo rimbalzo (+1,5%) aggiungendosi al +7,4% di ieri, ma si tratta ancora di un recupero per un titolo reduce da una fase di forte ipervenduto e, dunque, più attivo sul fronte delle ricoperture.

    Tra gli industriali, Stellantis (BIT:STLAM) perde il 3,3% dopo aver annunciato di aver chiuso il trimestre con un totale di 1,2 milioni di veicoli spediti a livello globale, in calo del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “Volumi trimestrali inferiori alle attese per via di una performance commerciale debole e dell’impegno a mantenere sotto controllo le scorte,” ha scritto Intermonte nella nota quotidiana.

    Debole anche Snam (BIT:SRG), in calo dello 0,4%, penalizzata da Citigroup che ha abbassato la raccomandazione a ‘sell’ da ‘neutral’, con un target price rivisto a 4,30 euro da 4,40 euro.

    Positiva Enel (BIT:ENEL), che cresce dell’1% dopo che Kepler Cheuvreux ha alzato il target price a 9,3 euro da 8,3 euro precedenti.

    Nel settore dei consumi, Campari (BIT:CPR) continua il recupero, segnando oggi un +2,8% dopo il balzo di ieri.

    Bene anche DiaSorin (BIT:DIA), in rialzo dell’1,8%, azienda che sembra essere protetta dai dazi statunitensi grazie alla sua presenza diretta nel paese.

  • Le borse europee si avviano verso il terzo calo settimanale consecutivo a causa dello shock dei dazi

    Le borse europee si avviano verso il terzo calo settimanale consecutivo a causa dello shock dei dazi

    Le azioni europee sono scese leggermente venerdì, concludendo una settimana volatile segnata da improvvisi cambiamenti nei dazi statunitensi che hanno intensificato i timori per le conseguenze economiche di una guerra commerciale.

    L’indice paneuropeo STOXX 600 ha perso lo 0,3% in un mercato instabile alle 07:58 GMT, dopo essere sceso ai minimi da un anno e mezzo questa settimana, in seguito alla decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di imporre, e poi temporaneamente annullare, alcuni dazi reciproci pesanti sui partner commerciali.

    L’indice di riferimento ha rinunciato ai guadagni iniziali dopo che la Cina ha aumentato i dazi sui beni statunitensi dal 84% al 125%, mentre la guerra commerciale tra le due maggiori economie mondiali si è intensificata. La pausa di 90 giorni decisa da Trump sull’introduzione dei dazi non include la Cina, dove i dazi sono saliti al 145%.

    Gli indici regionali hanno registrato andamenti misti, con la Germania – molto esposta al commercio – in calo dello 0,2%, dopo aver segnato nella sessione precedente il suo maggiore guadagno percentuale giornaliero dal 2022.

    La sospensione dei dazi da parte di Trump ha spinto l’Unione Europea a rinviare l’introduzione di contromisure tariffarie. I ministri delle finanze dell’UE si riuniranno venerdì per decidere se avviare colloqui con Washington o pianificare risposte alle tariffe statunitensi.

    “Dobbiamo ricordare che la sospensione dei dazi dura solo 90 giorni, e ci sono moltissimi paesi in attesa di concludere un accordo commerciale in questo periodo,” ha dichiarato Nick Saunders, amministratore delegato di Webull UK.

    Il presidente francese Emmanuel Macron ha affermato che la decisione di Trump di sospendere i dazi per 90 giorni rappresenta solo una “pausa fragile.”

    La Banca Centrale Europea è particolarmente preoccupata per lo stress finanziario che potrebbe diffondersi dalle istituzioni finanziarie non bancarie, come gli hedge fund, agli istituti di credito tradizionali durante periodi di turbolenza nei mercati, ha dichiarato giovedì la supervisora della BCE Sharon Donnery.

    L’attenzione ora si sposterà sulla riunione di politica monetaria della BCE prevista per giovedì prossimo, dove i mercati monetari danno quasi per certo un taglio dei tassi di un quarto di punto.

    Tra i titoli, le azioni di Hexagon sono scese del 9,6% dopo che il gruppo svedese di tecnologia industriale ha comunicato un calo dell’8% dell’utile operativo rettificato nel primo trimestre.

    Zurich Insurance è crollata del 6,2% in vista della sua assemblea generale annuale.

    Le azioni di Stellantis (NYSE:STLA) hanno perso il 4,3% dopo che le spedizioni del primo trimestre della casa automobilistica sono diminuite del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

  • I future delle borse USA crollano mentre i timori per la guerra commerciale con la Cina annullano il sollievo per il rinvio dei dazi da parte di Trump

    I future delle borse USA crollano mentre i timori per la guerra commerciale con la Cina annullano il sollievo per il rinvio dei dazi da parte di Trump

    I future sugli indici azionari statunitensi sono scesi giovedì sera dopo un forte calo a Wall Street, poiché l’escalation rapida della guerra commerciale con la Cina ha annullato il sollievo per la decisione del presidente Donald Trump di posticipare i piani per i dazi globali.

    I future sono diventati negativi dopo aver invertito i guadagni iniziali, poiché gli investitori sono rimasti nervosi per il peggioramento delle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e per le implicazioni che ciò potrebbe avere sull’economia globale. La Casa Bianca ha anche chiarito che la Cina ora affronta dazi statunitensi del 145%, il che potrebbe invitare a ulteriori ritorsioni da parte di Pechino.

    I future sull’S&P 500 sono scesi dello 0,7% a 5.265,0 punti, mentre quelli sul Nasdaq 100 sono calati dello 0,9% a 18.304,50 punti alle 20:02 ET, 00:02 GMT. I future sul Dow Jones sono scesi dello 0,7% a 39.520,0 punti.

    I mercati hanno in gran parte ignorato i dati che mostravano un calo dell’inflazione dell’indice dei prezzi al consumo maggiore del previsto a marzo, dato che il CPI core è rimasto comunque elevato.

    Wall Street scivola mentre la guerra commerciale USA-Cina si intensifica

    I future sono calati dopo una seduta negativa a Wall Street, poiché le preoccupazioni per una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina hanno annullato il sollievo per l’annuncio di Trump di una proroga di 90 giorni nei suoi piani per imporre dazi reciproci.

    Trump ha aumentato bruscamente i dazi contro la Cina questa settimana, provocando l’ira e la ritorsione di Pechino, che ha risposto con dazi dell’84% sui beni statunitensi. I funzionari cinesi hanno inoltre promesso di “combattere fino alla fine” in quella che sembra essere una guerra commerciale in rapida escalation tra le due maggiori economie mondiali.

    Trump ha inoltre mantenuto una retorica dura contro la Cina, sottolineando che ci sono poche possibilità che venga raggiunto un accordo commerciale a breve.

    Gli investitori si sono preoccupati per l’impatto economico dei dazi sulla Cina, considerando che gli Stati Uniti importano ancora diversi materiali chiave dal paese, difficili da sostituire. La Cina è anche un mercato e un hub manifatturiero fondamentale per molte grandi aziende statunitensi, in particolare per il colosso di Wall Street Apple (NASDAQ:AAPL), che giovedì ha perso il 4,2%.

    Questo ha contribuito a forti perdite a Wall Street, con l’S&P 500 in calo del 3,5% a 5.268,05 punti. Il NASDAQ Composite è scivolato del 4,3% a 16.387,31 punti, mentre il Dow Jones Industrial Average è sceso del 2,5% a 16.387,31 punti.

    Tuttavia, tutti e tre gli indici erano diretti verso la loro prima settimana positiva su tre, e stavano guadagnando tra il 3% e il 5,2% dall’inizio della settimana. Gran parte di questi guadagni è stata registrata mercoledì, dopo che Trump ha posticipato i suoi piani per i dazi reciproci.

    Risultati del primo trimestre attesi in un contesto di incertezza economica crescente

    Gli investitori si preparano ora alla stagione degli utili del primo trimestre, che inizia venerdì con i risultati di diverse grandi banche. JPMorgan Chase & Co (NYSE:JPM), Wells Fargo & Company (NYSE:WFC), Morgan Stanley (NYSE:MS), Bank of New York Mellon (NYSE:BK) e il colosso del private equity BlackRock Inc (NYSE:BLK) pubblicheranno i risultati del Q1 venerdì.

    Goldman Sachs Group Inc (NYSE:GS) pubblicherà i propri utili lunedì.

    Gli utili aggiungono un ulteriore livello di incertezza a mercati già volatili, con l’attenzione rivolta principalmente a capire se i risultati aziendali siano peggiorati a causa della crescente turbolenza economica nel primo trimestre del secondo mandato di Trump.

  • DAX, CAC, FTSE100, le borse europee volano dopo la sospensione dei dazi di Trump per 90 giorni

    DAX, CAC, FTSE100, le borse europee volano dopo la sospensione dei dazi di Trump per 90 giorni

    Le borse europee sono schizzate verso l’alto giovedì dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato una sospensione di 90 giorni dei dazi più alti imposti a diversi Paesi, con l’eccezione della Cina.

    La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha accolto con favore la decisione di Trump, definendo lo stop ai dazi reciproci “un passo importante verso la stabilizzazione dell’economia globale”, aggiungendo: “Condizioni chiare e prevedibili sono essenziali affinché il commercio e le catene di approvvigionamento funzionino.”

    Il membro del consiglio direttivo della BCE, François Villeroy de Galhau, ha sottolineato oggi come le politiche di Trump nelle ultime settimane abbiano minato la fiducia nel dollaro statunitense, lodando la lungimiranza dell’Europa nell’aver istituito un sistema monetario indipendente 25 anni fa.

    “Grazie a Dio che l’Europa… ha creato l’Euro,” ha affermato, aggiungendo che ora il blocco gode di una “autonomia monetaria” che consente alla BCE di gestire i tassi d’interesse in modo indipendente rispetto alla politica degli Stati Uniti.

    L’indice tedesco DAX è salito del 5,1%, il francese CAC 40 è aumentato del 4,7% e l’FTSE 100 del Regno Unito è in rialzo del 4,0%.

    Gli acquisti si sono diffusi su tutto il mercato, con le banche, i titoli minerari e quelli energetici – precedentemente penalizzati – in testa al rally.

    Volkswagen è balzata dopo aver annunciato di aver quasi raddoppiato le consegne di veicoli completamente elettrici (BEV) in Europa nel primo trimestre del 2025.

    Nel frattempo, le azioni di Barry Callebaut sono crollate. Il produttore svizzero di cioccolato ha rivisto al ribasso le sue previsioni annuali sui volumi, citando una “volatilità senza precedenti” nei prezzi delle fave di cacao.

    Anche Tesco ha subito un calo, dopo che il rivenditore alimentare britannico ha dichiarato di aspettarsi profitti inferiori quest’anno a causa dell’intensificarsi della concorrenza sul mercato.

    Sul fronte economico, le condizioni del mercato immobiliare del Regno Unito si sono indebolite a marzo, poiché la domanda si è affievolita dopo la fine dell’esenzione dal pagamento dell’imposta di bollo e in mezzo a crescenti preoccupazioni per le prospettive economiche, secondo quanto emerso dai dati di un sondaggio pubblicati oggi.

    La domanda da parte di nuovi acquirenti è tornata in territorio negativo, raggiungendo il livello più basso dal settembre 2023, secondo il Residential Market Survey della Royal Institution of Chartered Surveyors. L’indice è sceso bruscamente al -32% a marzo, rispetto al -16% di febbraio.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, i trader potrebbero incassare dopo l’impennata di ieri tra le persistenti preoccupazioni per la Cina

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, i trader potrebbero incassare dopo l’impennata di ieri tra le persistenti preoccupazioni per la Cina

    I futures dei principali indici statunitensi – Dow Jones, S&P e Nasdaq – indicano attualmente un’apertura in forte calo per giovedì, con i titoli che probabilmente restituiranno parte del terreno guadagnato dopo lo storico rally visto nella sessione precedente.

    I trader potrebbero cercare di incassare i profitti dopo l’impennata registrata nel pomeriggio di mercoledì, in seguito all’annuncio del presidente Donald Trump di una pausa di 90 giorni sull’introduzione di nuovi “dazi reciproci”.

    Le continue preoccupazioni per l’aumento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina potrebbero pesare sui mercati, dato che Trump ha escluso la Cina dalla sospensione e ha persino aumentato il dazio sui beni cinesi al 125%.

    L’incertezza su cosa potrebbe accadere tra ora e la fine della pausa di 90 giorni potrebbe inoltre generare apprensione a Wall Street.

    “Sebbene la pausa di 90 giorni sia una notizia positiva per i mercati azionari, la mancanza di chiarezza a lungo termine potrebbe diventare un problema con il passare del tempo”, ha affermato Russ Mould, direttore investimenti di AJ Bell.

    I futures sono rimasti in netto calo anche dopo che il Dipartimento del Lavoro ha pubblicato un rapporto che ha mostrato, inaspettatamente, una leggera diminuzione dei prezzi al consumo negli Stati Uniti nel mese di marzo.

    Dopo il crollo delle sedute precedenti, mercoledì i mercati azionari hanno registrato un sorprendente rimbalzo. I principali indici sono saliti bruscamente, segnando i maggiori guadagni giornalieri degli ultimi anni.

    I principali indici hanno mantenuto la forza fino a fine giornata, raggiungendo nuovi massimi intraday. Il Nasdaq è balzato di 1.857,06 punti, ovvero del 12,2%, a quota 17.124,97; l’S&P 500 è salito di 474,13 punti, o 9,5%, a 5.456,90; e il Dow è schizzato di 2.962,86 punti, ovvero del 7,9%, a 40.608,45.

    I titoli azionari non avevano mostrato una direzione chiara a inizio giornata, ma sono decollati dopo che Trump ha annunciato una pausa di 90 giorni sui nuovi “dazi reciproci” verso la maggior parte dei Paesi, per consentire delle trattative.

    La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato ai giornalisti che i dazi saranno ridotti a un livello “universale del 10%” durante la pausa di 90 giorni.

    Con questo rally, i principali indici hanno recuperato gran parte delle perdite accumulate nei giorni successivi all’annuncio iniziale dei nuovi dazi, avvenuto mercoledì scorso.

    “Il rimbalzo del mercato azionario è una combinazione di investitori speculativi che devono coprire posizioni short, minor timore di recessione e stagflazione, e ottimismo sul fatto che le tariffe finiranno per essere più basse di quanto minacciato oggi”, ha affermato Bill Adams, capo economista della Comerica Bank.

    Tuttavia, la pausa non si applicherà alla Cina, poiché Trump ha annunciato un aumento dei dazi sul Paese al 125%, a causa della “mancanza di rispetto” mostrata nei confronti dei mercati globali.

    L’aumento delle tariffe verso la Cina arriva dopo che il Paese ha reagito a un precedente rialzo annunciando che porterà i dazi sui beni statunitensi all’84% rispetto all’attuale 34%, a partire dalla mezzanotte di giovedì.

    In un precedente post su Truth Social, Trump ha invitato gli investitori a “mantenere la calma”, affermando che “andrà tutto bene” e definendo questo un “ottimo momento per acquistare”.

    Le azioni dei produttori di semiconduttori sono schizzate verso l’alto in reazione alle ultime notizie sui dazi, con il Philadelphia Semiconductor Index in aumento del 18,7% dopo aver chiuso la sessione precedente al livello più basso da oltre un anno.

    Anche i titoli delle compagnie aeree hanno mostrato una forza significativa, come riflesso dell’aumento del 15,3% del NYSE Arca Airline Index, che ha rimbalzato da un minimo di chiusura di quattro anni.

    I titoli del settore servizi petroliferi sono anch’essi saliti bruscamente grazie a un forte rimbalzo del prezzo del petrolio greggio, spingendo il Philadelphia Oil Service Index in rialzo del 12,9%.

    I titoli hardware, software e networking hanno anch’essi registrato solidi guadagni, salendo insieme alla maggior parte degli altri principali settori.

  • I future di Wall Street in rialzo dopo l’impennata causata dalla sospensione di 90 giorni dei dazi annunciata da Trump

    I future di Wall Street in rialzo dopo l’impennata causata dalla sospensione di 90 giorni dei dazi annunciata da Trump

    I future sugli indici azionari statunitensi sono saliti mercoledì sera, dopo un forte rally a Wall Street, in seguito all’annuncio del presidente Donald Trump di una sospensione di 90 giorni dei dazi reciproci, pur colpendo contemporaneamente la Cina con nuovi dazi più alti.

    I future sull’S&P 500 sono aumentati dello 0,5% a 5.516,25 punti, mentre i future sul Nasdaq 100 sono saliti dello 0,2% a 19.298,25 punti alle 20:10 ET, 00:10 GMT. I future sul Dow Jones hanno guadagnato lo 0,7% a 41.109,0 punti.

    Trump annuncia sospensione di 90 giorni dei dazi; aumenta le tariffe sulla Cina

    Mercoledì il presidente Donald Trump ha annunciato una sospensione di 90 giorni dei dazi reciproci per la maggior parte dei partner commerciali degli Stati Uniti, innescando un forte rally a Wall Street.

    In un post su Truth Social, Trump ha citato le richieste di oltre 75 Paesi per avviare negoziati commerciali come motivazione principale per la sospensione dei dazi.

    Trump ha anche ammesso che le critiche ricevute da alcuni commentatori – da lui definiti “isterici e impauriti” – hanno influenzato la sua decisione di implementare questa pausa.

    La sospensione di 90 giorni riguarda i dazi reciproci entrati in vigore a mezzanotte, riducendoli temporaneamente a una tariffa base del 10%.

    Tuttavia, la pausa non è stata estesa alla Cina. In una netta escalation delle tensioni commerciali, Trump ha aumentato i dazi sulle importazioni cinesi al 125%, rispetto al precedente 104%.

    L’aumento è seguito alla decisione di Pechino di alzare le tariffe di ritorsione sulle merci statunitensi all’84%, dal 34%, con effetto dal 10 aprile.

    I dazi settoriali su beni come le automobili restano fissati al 25%.

    Wall Street vola: S&P 500 +10%, Nasdaq +12%

    Più presto nella giornata, Trump aveva incoraggiato gli investitori con un post su Truth Social dichiarando: “È un momento fantastico per comprare!”. Il messaggio ha coinciso con la risposta positiva del mercato all’annuncio sui dazi.

    L’S&P 500 è balzato del 9,5% mercoledì, registrando la sua miglior performance giornaliera dal crollo finanziario del 2008.

    Il NASDAQ Composite, ricco di titoli tecnologici, è salito del 12,2%, segnando il suo maggiore guadagno giornaliero dal 2001, alimentato dall’ottimismo legato all’allentamento delle tensioni commerciali per le aziende tecnologiche statunitensi.

    Anche il Dow Jones Industrial Average è cresciuto in modo significativo, chiudendo con un aumento di quasi l’8%.

    Tesla +23%, NVIDIA +19%, Apple +15%

    Il settore tecnologico ha registrato un forte rimbalzo mercoledì, con i titoli dei cosiddetti “Magnifici 7” in forte crescita.

    Le azioni di Tesla Inc (NASDAQ:TSLA) sono aumentate del 22,6%, mentre NVIDIA (NASDAQ:NVDA) ha guadagnato il 18,6%.

    Apple Inc (NASDAQ:AAPL) è salita del 15,3%, mentre Arm Holdings (NASDAQ:ARM) è avanzata del 24%.

    Amazon (NASDAQ:AMZN) ha chiuso con un rialzo del 12%, e Meta Platforms Inc (NASDAQ:META) ha segnato un +15%.

    Broadcom Inc (NASDAQ:AVGO) ha chiuso con un aumento del 19%.

    Occhi puntati sui dati dell’inflazione USA

    Gli investitori ora attendono il rapporto sull’indice dei prezzi al consumo, previsto per giovedì, per ottenere indicazioni sull’andamento dell’inflazione nel Paese.