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  • MPS ottiene doppia approvazione per l’offerta di acquisto su Mediobanca

    MPS ottiene doppia approvazione per l’offerta di acquisto su Mediobanca

    Banca Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS) ha ricevuto due importanti via libera per la sua offerta pubblica di scambio volontaria (OPS) finalizzata all’acquisizione di tutte le azioni in circolazione di Mediobanca (BIT:MB).

    Ieri sera MPS ha confermato che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha concesso l’approvazione incondizionata all’operazione. Il via libera, arrivato prima del termine previsto indicato nella documentazione dell’offerta pubblicata a gennaio, autorizza MPS a procedere con il controllo di Piazzetta Cuccia.

    In una mossa collegata, il consiglio di amministrazione della banca ha recentemente approvato un aumento di capitale da 13,1 miliardi di euro per finanziare l’offerta.

    Contestualmente, la Consob ha approvato il documento relativo all’offerta su Mediobanca. Secondo i termini, MPS offrirà agli azionisti 2,533 nuove azioni ordinarie MPS per ogni azione Mediobanca presentata all’offerta. Il periodo di adesione, concordato con Borsa Italiana, si aprirà alle 8:30 (CET) del 14 luglio 2025 e si chiuderà alle 17:30 (CET) dell’8 settembre 2025, per una durata di 40 giorni di negoziazione, con possibili proroghe. Il pagamento è previsto per il 15 settembre 2025, con eventuale estensione del periodo di adesione per ulteriori cinque giorni di negoziazione, se le condizioni lo consentiranno.

    Gli analisti di WebSim Intermonte hanno osservato che l’offerta implica uno sconto implicito del 3,75% rispetto al prezzo di chiusura precedente di Mediobanca, mantenendo però una raccomandazione “outperform” sulle azioni MPS con target price a 6,30 euro.

    Nelle prime ore di contrattazioni a Piazza Affari, le azioni MPS hanno perso oltre l’1% attestandosi a 6,913 euro, mentre il titolo Mediobanca ha registrato un lieve calo a 18,46 euro (-0,20%).

    Ieri Mediobanca ha riacquistato 363.320 proprie azioni a un prezzo medio di 18,82 euro, per un esborso totale di 6,84 milioni di euro. Questo conclude il programma di buyback autorizzato dall’assemblea, che ha visto l’acquisto di 24.146.245 azioni, pari al 2,9% del capitale, per un valore complessivo di quasi 385 milioni di euro.

    Si tratta del completamento della seconda tranche delle tre previste nel piano strategico 2023-2026 di Mediobanca, per un valore complessivo di circa 1 miliardo di euro. La terza tranche è attesa per luglio 2025. Nei primi due anni del piano, la banca ha restituito agli azionisti circa 2,4 miliardi di euro tramite dividendi e programmi di riacquisto azionario.

    Dopo le operazioni di ieri, Mediobanca detiene complessivamente 26.914.597 azioni proprie, pari al 3,2% del capitale totale.

  • I mercati europei salgono sull’ottimismo commerciale in attesa dei dati sull’occupazione USA

    I mercati europei salgono sull’ottimismo commerciale in attesa dei dati sull’occupazione USA

    I mercati azionari europei hanno chiuso in rialzo giovedì, sostenuti dall’ottimismo sulle evoluzioni commerciali, sebbene i guadagni siano stati moderati dall’attesa dei dati mensili sull’occupazione negli Stati Uniti.

    Alle 07:05 GMT, il DAX tedesco è salito dello 0,4%, il CAC 40 francese dello 0,3% e il FTSE 100 britannico dello 0,5%.

    Ottimismo commerciale sostiene i mercati dopo i guadagni Usa

    Le azioni europee hanno seguito l’andamento positivo di Wall Street, dove l’S&P 500 e il NASDAQ Composite hanno raggiunto livelli record. L’annuncio del presidente Donald Trump di un accordo commerciale con il Vietnam ha alimentato il buonumore, anche se i dettagli restano limitati.

    Questa notizia ha aumentato le aspettative di ulteriori accordi entro la scadenza del 9 luglio, dopo l’intesa raggiunta con la Cina che ha portato all’allentamento delle restrizioni sulle vendite di software per la progettazione di chip verso la Cina.

    La Commissione Europea, che rappresenta l’UE, terrà incontri con funzionari statunitensi nel corso della settimana.

    Attesa per i dati sull’occupazione Usa

    Sebbene in giornata siano attesi i dati sul settore servizi dell’Eurozona, l’attenzione rimane tutta sul rapporto mensile sull’occupazione negli Stati Uniti. Gli analisti prevedono un aumento di circa 110.000 posti di lavoro a giugno, in calo rispetto ai 139.000 di maggio, con un lieve aumento del tasso di disoccupazione al 4,3%. Tuttavia, c’è incertezza, dato che il rapporto settoriale privato pubblicato mercoledì ha mostrato la prima flessione in oltre due anni.

    La solidità del mercato del lavoro Usa ha rassicurato molti membri della Federal Reserve che i tassi d’interesse possano rimanere stabili in attesa di valutare l’impatto dei dazi sull’inflazione.

    Attualmente, il mercato prezza circa il 25% di probabilità di un taglio dei tassi a luglio, ma un dato sull’occupazione più debole potrebbe aumentare significativamente queste probabilità.

    Tensioni politiche nel Regno Unito influenzano i mercati

    Nel Regno Unito, gli investitori restano cauti dopo un’impennata dei rendimenti dei gilt mercoledì, causata dalle preoccupazioni per la gestione delle riforme del welfare da parte del governo. Il Cancelliere Rachel Reeves è apparsa visibilmente turbata in Parlamento; il governo ha parlato di “questioni personali”. Il Primo Ministro Keir Starmer ha successivamente ribadito il suo pieno supporto a Reeves.

    Novità dal mondo aziendale

    Currys (LSE:CURY) ha pubblicato risultati annuali migliori delle attese, con una solida crescita delle vendite e un controllo rigoroso dei costi che hanno permesso al retailer di affrontare le pressioni inflazionistiche e i maggiori costi salariali.

    Watches Of Switzerland (LSE:WOSG) prevede una crescita dei ricavi tra il 6% e il 10% per l’intero anno, grazie al superamento per la prima volta del miliardo di dollari di ricavi nel mercato USA, spinta da una forte domanda dei consumatori.

    Prezzi del petrolio in calo dopo guadagni recenti

    I prezzi del petrolio sono diminuiti giovedì, restituendo parte dei guadagni della sessione precedente, dopo un aumento inatteso delle scorte di greggio negli Stati Uniti e in vista della riunione OPEC+ che dovrebbe portare a un aumento della produzione.

    Alle 03:05 ET, i futures sul Brent sono scesi dello 0,8% a 68,58 dollari al barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate Usa sono calati dello 0,8% a 66,90 dollari.

    Il rialzo di mercoledì era stato alimentato dalla sospensione della cooperazione da parte dell’Iran con l’agenzia nucleare ONU, che aveva fatto temere interruzioni nelle forniture dal Medio Oriente.

    I dati governativi Usa hanno però evidenziato una crescita delle scorte di 3,85 milioni di barili la scorsa settimana, sollevando dubbi sulla forza della domanda di carburante per l’estate.

    L’OPEC+ si riunirà nel fine settimana e dovrebbe decidere un aumento della produzione di circa 411.000 barili al giorno a partire da agosto.

  • Il settore dei servizi dell’Eurozona torna a crescere a giugno

    Il settore dei servizi dell’Eurozona torna a crescere a giugno

    Dopo un lieve calo a maggio, il settore dei servizi dell’Eurozona è tornato a espandersi a giugno, secondo un recente rapporto.

    L’indice PMI dei servizi dell’Eurozona HCOB, compilato da S&P Global, è salito a 50,5 a giugno, rispetto al 49,7 del mese precedente. Questo dato finale ha anche superato la stima preliminare di 50,0.

    Poiché un PMI superiore a 50 indica crescita mentre un valore inferiore segnala contrazione, i dati più recenti confermano una modesta ripresa per il settore servizi, cruciale per l’Eurozona.

    Sebbene l’attività sia aumentata, la domanda complessiva nel settore è rimasta debole. Tuttavia, la fiducia delle imprese ha mostrato alcuni segnali positivi nel corso del mese, suggerendo un outlook cautamente in miglioramento.

  • Il dollaro si mantiene stabile in attesa del rapporto sull’occupazione USA; la sterlina rimbalza dopo il calo

    Il dollaro si mantiene stabile in attesa del rapporto sull’occupazione USA; la sterlina rimbalza dopo il calo

    Il dollaro statunitense è rimasto relativamente stabile giovedì, mantenendosi vicino ai minimi pluriennali mentre gli investitori attendevano la pubblicazione del cruciale rapporto mensile sull’occupazione USA. Questi dati potrebbero influenzare significativamente le prossime decisioni di politica monetaria della Federal Reserve.

    Alle 04:00 ET (08:00 GMT), il Dollar Index — che misura il valore del dollaro rispetto a sei valute principali — è rimasto quasi invariato a 96,420, vicino al minimo di oltre tre anni. Il dollaro si prepara a chiudere la settimana con un calo di circa lo 0,5%.

    L’attenzione del mercato si sposta sui dati sull’occupazione

    Nonostante le recenti notizie, tra cui l’annuncio del presidente Donald Trump di un accordo commerciale con il Vietnam e gli sforzi dei repubblicani alla Camera per far avanzare un importante pacchetto di tagli fiscali, il dollaro ha mostrato pochi movimenti. Il mercato resta concentrato sul rapporto sull’occupazione, in uscita più tardi giovedì, i cui risultati potrebbero essere decisivi per una possibile riduzione dei tassi da parte della Fed a luglio.

    Gli economisti prevedono un aumento di 110.000 nuovi posti di lavoro a giugno, un rallentamento rispetto ai 139.000 di maggio. Tuttavia, permangono dubbi a seguito del rapporto sui salari privati di mercoledì, che ha evidenziato la prima diminuzione in oltre due anni.

    Con pressioni inflazionistiche contenute e un mercato del lavoro ancora sotto osservazione, gli investitori seguono attentamente i segnali che indicheranno se la Fed continuerà con un approccio prudente.

    “Il presidente della Fed Jerome Powell, favorevole al mantenimento dei tassi stabili, sottolinea che l’inflazione persistente e un mercato del lavoro solido giustificano il mantenimento di un tasso restrittivo tra il 4,25% e il 4,50% per il momento,” hanno commentato gli analisti di ING. “Qualsiasi sorpresa negativa nei dati sull’occupazione rafforzerebbe il caso per un taglio dei tassi a luglio, attualmente valutato con una probabilità del 26% dal mercato.”

    La sterlina recupera dopo un forte calo

    In Europa, l’euro è salito dello 0,1% contro il dollaro a 1,1806, avvicinandosi ai massimi di settembre 2021. Nel corso della giornata sono attesi i dati PMI sui servizi dell’intera zona euro, ma sarà probabilmente il rapporto sull’occupazione USA a guidare il sentiment.

    Lo scorso mese, la Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi per l’ottava volta in un anno, portando il tasso sui depositi al 2%, segnalando inoltre un possibile mantenimento stabile nella prossima riunione. Alfred Kammer, responsabile del Dipartimento Europa presso il FMI, ha dichiarato mercoledì che la BCE dovrebbe mantenere questa posizione a meno che nuovi eventi non modifichino significativamente le aspettative di inflazione.

    “I rischi sull’inflazione nell’area euro sono bilanciati,” ha affermato Kammer al Forum della BCE a Sintra, Portogallo. “Riteniamo che la BCE debba mantenere la rotta e mantenere il tasso sui depositi al 2% a meno che non si verifichi uno shock importante sull’inflazione, che attualmente non vediamo.”

    Nel frattempo, la sterlina britannica è rimbalzata dello 0,2% a 1,3665 dopo essere scesa quasi dell’1% nella seduta precedente a causa di preoccupazioni sulla politica fiscale britannica dopo il rinvio delle riforme sul welfare.

    “I mercati avevano temuto brevemente che la cancelliera Rachel Reeves potesse dimettersi a causa delle incertezze fiscali,” hanno detto gli analisti di ING. “Con il senno di poi, forse il primo ministro Keir Starmer ha frainteso l’umore della Camera dei Comuni e dei mercati non sostenendo subito Reeves — cosa che ora ha fatto.”

    “Hanno inoltre aggiunto: “Il Regno Unito dovrà affrontare sfide fiscali significative prima del bilancio di novembre.”

    Movimenti limitati in Asia

    In Asia, il dollaro si è mantenuto stabile rispetto allo yen a 143,88, con i trader cauti in vista dei negoziati su nuovi accordi commerciali con gli Stati Uniti. Il dollaro è sceso leggermente contro lo yuan cinese, a 7,1621, dopo un dato PMI privato del settore servizi più debole del previsto per giugno — pur continuando a mostrare una crescita per il trentesimo mese consecutivo.

    Lo yuan ha reagito poco anche alle recenti dichiarazioni delle principali aziende di semiconduttori che hanno annunciato un allentamento delle restrizioni USA sulle esportazioni verso la Cina, con effetto immediato. Questo rappresenta un miglioramento nelle relazioni commerciali sino-americane, a poche settimane dall’accordo quadro siglato da entrambe le parti.

  • L’oro stabile mentre il mercato attende i dati sull’occupazione USA per indicazioni dalla Fed

    L’oro stabile mentre il mercato attende i dati sull’occupazione USA per indicazioni dalla Fed

    I prezzi dell’oro sono rimasti stabili durante la sessione asiatica di giovedì, dopo tre giorni di rialzi, con gli investitori cauti in vista del cruciale rapporto sull’occupazione non agricola negli Stati Uniti, che potrebbe indicare le prossime mosse della Federal Reserve.

    Il metallo prezioso ha trovato supporto nelle crescenti preoccupazioni sul deficit fiscale degli Stati Uniti, mentre i Repubblicani della Camera hanno lavorato per far avanzare il pacchetto di riforme fiscali ambizioso del presidente Trump. L’incertezza riguardo alle negoziazioni commerciali statunitensi prima della scadenza delle tariffe del 9 luglio ha inoltre sostenuto il sentimento positivo verso l’oro.

    L’oro spot si è mantenuto intorno a 3.352,75 dollari l’oncia, senza variazioni significative, mentre i futures sull’oro ad agosto sono saliti leggermente dello 0,1% a 3.363,70 dollari l’oncia nelle prime ore di giovedì (01:43 ET).

    L’oro ha guadagnato quasi il 2,5% finora questa settimana, recuperando le perdite della sessione precedente.

    Il rapporto sull’occupazione USA chiave per la politica della Fed

    Tutti gli occhi sono puntati sul rilascio dei dati sull’occupazione di giovedì per comprendere meglio le prospettive dei tassi d’interesse della Federal Reserve. Le recenti dichiarazioni del presidente della Fed Jerome Powell hanno segnalato un approccio più prudente e potenzialmente accomodante, senza escludere un taglio dei tassi il mese prossimo.

    Sebbene il mercato preveda in gran parte un taglio a settembre, i dati sull’inflazione più bassi e i primi segnali di rallentamento dell’economia statunitense hanno aumentato le aspettative di un alleggerimento anticipato e più significativo.

    Le tensioni sono aumentate dopo che il presidente Trump ha minacciato di sostituire Powell a causa della sua spinta per riduzioni immediate dei tassi, alimentando ulteriormente le speculazioni su un cambiamento più aggressivo nella politica monetaria.

    Le aspettative di tassi più bassi unite a un dollaro USA più debole hanno dato impulso ai prezzi dell’oro questa settimana.

    Preoccupazioni sul deficit fiscale e incertezza sui negoziati commerciali sostengono l’oro

    Sul fronte politico, gli sforzi per far approvare la vasta legislazione sulle tasse di Trump hanno incontrato ostacoli alla Camera mercoledì, con i Repubblicani che faticano a ottenere il supporto necessario prima della scadenza del 4 luglio.

    Il disegno di legge, che mira a ridurre le tasse, tagliare la spesa sociale e aumentare i finanziamenti militari e per il controllo dell’immigrazione, dovrebbe aumentare il debito pubblico di 3,3 trilioni di dollari.

    Intanto, la scadenza del 9 luglio per gli accordi commerciali chiave rimane fonte di incertezza, con solo tre intese finalizzate finora — con Regno Unito, Cina e Vietnam — e nessun segnale di estensione del termine.

    Altri metalli mostrano movimenti contrastanti

    L’indice del dollaro USA è salito dello 0,1% durante le ore asiatiche, ma si è mantenuto vicino ai livelli più bassi da febbraio 2022.

    I futures sull’argento sono rimasti stabili intorno a 36,46 dollari l’oncia, mentre quelli sul platino sono scesi dell’1,2% a 1.417,80 dollari.

    I prezzi del rame hanno mostrato tendenze miste: i futures sul London Metal Exchange sono scesi dello 0,2% a poco meno di 10.000 dollari a tonnellata, mentre quelli negli Stati Uniti sono saliti dello 0,6% a 5,187 dollari per libbra.

  • I prezzi del petrolio calano a causa dell’aumento delle scorte USA e dell’atteso aumento della produzione OPEC+

    I prezzi del petrolio calano a causa dell’aumento delle scorte USA e dell’atteso aumento della produzione OPEC+

    I prezzi del petrolio sono scesi durante la sessione asiatica di giovedì, invertendo i forti guadagni della sessione precedente dopo che i dati statunitensi hanno mostrato un aumento inatteso delle scorte di greggio, alimentando preoccupazioni su una domanda di carburante più debole.

    • Il Brent con consegna a settembre è sceso dello 0,6% a 68,68 dollari al barile.
    • Il West Texas Intermediate (WTI) ha perso lo 0,7% a 65,58 dollari al barile alle 21:19 ET (01:19 GMT).

    I prezzi avevano registrato un rialzo del 2,5%-3% mercoledì dopo la sospensione della cooperazione da parte dell’Iran con l’agenzia nucleare ONU, che aveva aumentato i timori di un’escalation in Medio Oriente. Tuttavia, questi guadagni sono stati mitigati da preoccupazioni per un aumento dell’offerta e un rallentamento della domanda.

    Dati sulle scorte USA evidenziano dubbi sulla domanda

    Le scorte di petrolio greggio negli Stati Uniti sono aumentate inaspettatamente di 3,85 milioni di barili nella settimana terminata il 27 giugno, smentendo le previsioni di un calo di 3,5 milioni di barili. Anche le scorte di benzina sono cresciute di 4,19 milioni di barili, sollevando dubbi sulla forza della domanda estiva di carburante.

    Ora l’attenzione è rivolta al prossimo rapporto sull’occupazione non agricola negli Stati Uniti per giugno, previsto per giovedì, che potrebbe indicare un ulteriore raffreddamento del mercato del lavoro e segnali di difficoltà economiche per il maggior consumatore di carburante al mondo.

    OPEC+ pianifica un aumento della produzione

    L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e i suoi alleati (OPEC+) si riuniranno nel fine settimana, con rapporti che indicano un aumento della produzione di 411.000 barili al giorno a partire da agosto. Questo aumento segue incrementi simili negli ultimi mesi mentre il gruppo gradualmente revoca due anni di tagli profondi.

    L’aumento della produzione mira a bilanciare le pressioni economiche dovute ai prezzi bassi del petrolio e a risolvere problemi di sovrapproduzione tra i membri dell’OPEC. Nel frattempo, il presidente statunitense Donald Trump continua a esercitare pressione sul cartello per aumentare la produzione e mantenere bassi i prezzi, esortando anche i produttori USA a incrementare la produzione.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, I future di Wall Street calano dopo i dati deludenti sull’occupazione privata

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, I future di Wall Street calano dopo i dati deludenti sull’occupazione privata

    I future azionari statunitensi sono scesi mercoledì mattina, mentre gli investitori hanno reagito a dati occupazionali deludenti e hanno preso una pausa dopo il recente rally dei mercati.

    Il calo è avvenuto dopo che ADP, società specializzata in elaborazione paghe, ha riferito un calo inaspettato di 33.000 posti di lavoro nel settore privato a giugno. Anche i dati di maggio sono stati rivisti al ribasso, con soli 29.000 nuovi posti. Gli analisti si aspettavano un aumento di circa 95.000 unità per giugno.

    “Nonostante i licenziamenti restino rari, le aziende mostrano una chiara prudenza nell’assumere e nel rimpiazzare i dipendenti che se ne vanno,” ha dichiarato Nela Richardson, capo economista di ADP.

    I contratti futures su Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq hanno registrato leggere perdite prima dell’apertura dei mercati.

    Martedì, Wall Street ha chiuso con andamenti contrastanti. Il Dow Jones è balzato di 400 punti a 44.494,94, segnando il suo miglior livello di chiusura da oltre quattro mesi. Il Nasdaq è invece sceso dello 0,8% a 20.202,89 e l’S&P 500 ha perso lo 0,1%, fermandosi a 6.198,01.

    Gli investitori seguono anche gli sviluppi a Washington, dove il Senato ha approvato per un soffio il pacchetto fiscale e di spesa promosso dal presidente Trump, grazie al voto decisivo del vicepresidente J.D. Vance. Il disegno di legge passa ora alla Camera.

    Sul fronte economico, l’indice PMI manifatturiero dell’ISM è salito leggermente a 49,0 a giugno, da 48,5 a maggio, segnalando comunque una contrazione. In controtendenza, il Dipartimento del Lavoro ha rilevato un aumento delle offerte di lavoro, salite a 7,77 milioni a maggio.

    A livello settoriale, i titoli del settore edilizio hanno guidato i rialzi con un balzo del 3,3% dell’indice Philadelphia Housing Sector. Bene anche i servizi petroliferi (+2,9%). Male invece i titoli tecnologici e del gas naturale, che hanno chiuso in calo.

  • DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei avanzano grazie all’ottimismo sui tassi della Fed e alle speranze su un accordo commerciale

    DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei avanzano grazie all’ottimismo sui tassi della Fed e alle speranze su un accordo commerciale

    I principali indici europei sono saliti mercoledì, sostenuti dall’ottimismo degli investitori per possibili tagli dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve statunitense e dai tentativi in corso per evitare un’escalation nelle tensioni commerciali tra Europa e Stati Uniti in vista della scadenza cruciale del 9 luglio.

    L’attenzione dei mercati resta focalizzata sulla fine della sospensione di 90 giorni per l’introduzione di nuovi dazi statunitensi. I rappresentanti commerciali dell’UE sono attesi a Washington questa settimana per un ultimo tentativo di raggiungere un’intesa.

    L’indice paneuropeo STOXX 600 ha guadagnato lo 0,3% portandosi a 541,97 punti, dopo un lieve calo nella sessione precedente. Il DAX tedesco ha segnato un +0,5%, il CAC 40 francese è salito dello 0,8% e il FTSE 100 britannico ha registrato un aumento dello 0,1%.

    In evidenza:

    • Wizz Air Holdings (LSE:WIZZ) ha guadagnato il 2,4% dopo aver riportato un aumento del traffico passeggeri per il mese di giugno.
    • Topps Tiles (LSE:TPT) è balzata del 7,3% grazie a una solida trimestrale che ha evidenziato un +10% nelle vendite.
    • Bytes Technology Group (LSE:BYIT) ha perso il 25% dopo aver lanciato un profit warning per il primo semestre fiscale.
    • Anche Greggs (LSE:GRG) è crollata del 14% dopo aver previsto utili annui inferiori rispetto al 2024.
  • Le vendite di veicoli elettrici Tesla in Cina aumentano leggermente a giugno, interrompendo il trend negativo

    Le vendite di veicoli elettrici Tesla in Cina aumentano leggermente a giugno, interrompendo il trend negativo

    Tesla (NASDAQ:TSLA) ha registrato una modesta ripresa nelle vendite di veicoli elettrici prodotti in Cina a giugno, secondo i dati pubblicati mercoledì dalla China Passenger Car Association. L’azienda ha consegnato 71.599 unità lo scorso mese, con un incremento dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

    Le consegne dei modelli Model 3 e Model Y, prodotti nello stabilimento di Shanghai di Tesla, sono aumentate del 16,1% rispetto a maggio, grazie alla domanda interna e alle esportazioni verso mercati internazionali, tra cui l’Europa.

    Nel frattempo, BYD (USOTC:BYDDY), il principale concorrente di Tesla in Cina, ha registrato una crescita più consistente, con vendite globali in aumento dell’11% su base annua, per un totale di 377.628 veicoli a giugno.

  • Disoccupazione in Italia sale al 6,5% a maggio

    Disoccupazione in Italia sale al 6,5% a maggio

    In Italia il tasso di disoccupazione è salito al 6,5% a maggio, rispetto al 6,1% rivisto al rialzo di aprile, secondo i dati pubblicati mercoledì dall’agenzia statistica nazionale ISTAT. L’aumento ha superato le aspettative degli economisti, che prevedevano un tasso più vicino al 6,0%.

    Nonostante l’aumento della disoccupazione, il mercato del lavoro ha mostrato segnali positivi, con un incremento netto di 80.000 posti di lavoro registrato nel mese. ISTAT ha attribuito la crescita del tasso di disoccupazione a un aumento della partecipazione al mercato del lavoro, dovuto a molte persone precedentemente inattive che hanno iniziato attivamente la ricerca di un impiego.

    Anche la disoccupazione giovanile è aumentata a maggio, passando dal 19,9% di aprile al 21,6%, evidenziando le difficoltà ancora presenti per i giovani in cerca di lavoro in Italia.