Author: Fiona Craig

  • Il dollaro USA si stabilizza vicino ai minimi delle ultime due settimane in attesa dei dati sul mercato immobiliare

    Il dollaro USA si stabilizza vicino ai minimi delle ultime due settimane in attesa dei dati sul mercato immobiliare

    Il dollaro USA si è stabilizzato mercoledì dopo tre giorni di cali, ma rimane vicino al suo livello più basso delle ultime due settimane, sostenuto da una rinnovata fiducia degli investitori derivante dall’accordo commerciale recentemente annunciato tra Stati Uniti e Giappone.

    Alle 04:10 ET (08:10 GMT), l’indice del dollaro, che monitora il biglietto verde rispetto a un paniere di sei valute, si è attestato stabile intorno a 97,110, appena sopra il minimo del 10 luglio.

    Da quando il presidente Donald Trump ha presentato il suo piano tariffario “Liberation Day” il 2 aprile, il dollaro ha perso oltre il 6%, riflettendo le crescenti preoccupazioni legate al commercio globale.

    Accordo commerciale rafforza il sentiment sul dollaro

    L’intesa commerciale USA-Giappone ha allentato i timori di una guerra commerciale globale in escalation e ha alimentato le speranze di ulteriori accordi prima della scadenza tariffaria del 1° agosto.

    Trump ha scritto su Truth Social: “è stata fissata una tariffa del 15% sulle importazioni dal Giappone, in calo rispetto al 25% che si prevedeva entrasse in vigore dal 1° agosto,” aggiungendo che “la nazione asiatica investirà 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti.”

    Il dollaro è stato tra le valute più penalizzate dopo gli annunci di tariffe di aprile, soprattutto dopo che molte delle misure sono state posticipate o annullate in favore di accordi bilaterali.

    Ora gli investitori volgono lo sguardo ai prossimi dati sulle vendite di case negli Stati Uniti, in vista della riunione di politica monetaria della Federal Reserve della prossima settimana.

    “L’attenzione degli Stati Uniti sarà rivolta ai dati sulle vendite di case esistenti di giugno,” hanno affermato gli analisti di ING in una nota. “Alcuni pensano che il settore immobiliare sarà la prossima area a mostrare segni di rallentamento.”

    Euro leggermente in calo in vista della decisione BCE

    In Europa, l’EUR/USD è sceso dello 0,1% a 1,1745, in lieve calo ma ancora vicino al massimo quadriennale toccato all’inizio del mese.

    L’euro ha guadagnato oltre il 13% quest’anno, mentre gli investitori cercavano alternative agli asset statunitensi.

    La Banca Centrale Europea dovrebbe mantenere i tassi fermi giovedì dopo otto tagli consecutivi, con il rischio di nuove tariffe USA all’orizzonte.

    GBP/USD è salito dello 0,2% a 1,3546, supportato dall’accordo commerciale recentemente firmato tra Regno Unito e amministrazione Trump.

    Incertezza politica pesa sullo yen

    USD/JPY è salito dello 0,1% a 146,72, mentre lo yen ha perso i guadagni iniziali legati all’accordo commerciale a causa dell’instabilità politica in Giappone.

    Washington e Tokyo hanno raggiunto un accordo commerciale comprensivo, imponendo una tariffa del 15% sulle importazioni giapponesi, in calo rispetto al 25% precedentemente proposto.

    Tuttavia, l’ottimismo è svanito dopo che il quotidiano Mainichi ha riportato che il primo ministro Shigeru Ishiba intende dimettersi ufficialmente entro fine agosto.

    La decisione segue critiche interne al suo partito Liberal Democratico dopo le recenti sconfitte elettorali.

    In Asia, AUD/USD è salito dello 0,5% a 0,6577, mentre USD/CNY è sceso dello 0,2% a 7,1629, con l’ottimismo derivante dall’accordo che si è diffuso nella regione.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • I prezzi del petrolio salgono grazie all’accordo commerciale tra USA e Giappone e al calo delle scorte di greggio negli Stati Uniti

    I prezzi del petrolio salgono grazie all’accordo commerciale tra USA e Giappone e al calo delle scorte di greggio negli Stati Uniti

    I prezzi del petrolio sono aumentati durante la sessione asiatica di mercoledì, sostenuti dall’ottimismo derivante dal nuovo accordo commerciale tra Stati Uniti e Giappone e dai dati che mostrano un calo delle scorte di greggio negli Stati Uniti.

    Alle 22:07 ET (02:07 GMT), i futures sul Brent con scadenza a settembre sono saliti dello 0,4% a 68,84 dollari al barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate (WTI) sono aumentati dello 0,3% a 65,50 dollari al barile.

    Questo segna un rimbalzo dopo tre sessioni consecutive di calo, causato dalle tensioni commerciali tra USA e UE e dall’incertezza legata alla scadenza del 1° agosto per l’aumento dei dazi stabilita dal presidente Donald Trump.

    Accordo USA-Giappone sostiene il commercio globale e la crescita

    Il presidente Trump ha annunciato martedì che Stati Uniti e Giappone hanno raggiunto un ampio accordo commerciale con una tariffa del 15% sulle importazioni giapponesi, inferiore al 25% precedentemente proposto. L’intesa prevede inoltre un investimento giapponese di 550 miliardi di dollari nell’economia statunitense.

    L’accordo apre i mercati giapponesi alle esportazioni americane, tra cui veicoli, prodotti agricoli e merci energetiche, aumentando la fiducia nel commercio globale e nella domanda futura.

    Questo accordo è il più importante di una serie di intese commerciali raggiunte dalla Casa Bianca in vista della scadenza del 1° agosto, quando erano previsti aumenti tariffari per i principali partner commerciali.

    I trader del petrolio hanno accolto positivamente la notizia come un segnale di una maggiore attività economica in arrivo, che di solito sostiene un aumento del consumo di greggio.

    API segnala calo inatteso delle scorte di greggio negli USA

    A sostenere ulteriormente il trend positivo, l’American Petroleum Institute (API) ha riportato un calo sorprendente di 577.000 barili delle scorte di greggio statunitensi nella settimana terminata il 18 luglio, invertendo il precedente aumento di 19,1 milioni di barili.

    Questa riduzione indica un possibile aumento della domanda di carburante durante la stagione estiva di picco.

    Le scorte di benzina sono diminuite di 1,2 milioni di barili, mentre quelle di distillati – che comprendono diesel e gasolio per riscaldamento – sono aumentate di circa 3,48 milioni di barili.

    Gli analisti di ING hanno osservato: “Questo offrirà un certo sollievo al mercato dei distillati medi, che si è mostrato sempre più stretto.”

    I mercati attendono ora i dati ufficiali dell’Energy Information Administration (EIA) previsti per mercoledì, per avere maggiori conferme.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • DAX, CAC, FTSE100, Le azioni europee volano sull’ottimismo commerciale; UniCredit alza le previsioni per il 2025

    DAX, CAC, FTSE100, Le azioni europee volano sull’ottimismo commerciale; UniCredit alza le previsioni per il 2025

    I mercati azionari europei hanno registrato una forte crescita mercoledì, sostenuti dal rinnovato ottimismo degli investitori dopo l’annuncio di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Giappone, insieme a una stagione degli utili attiva nella regione.

    Alle 07:05 GMT, l’indice DAX in Germania è salito dello 0,8%, il CAC 40 in Francia è cresciuto dell’1,3% e il FTSE 100 nel Regno Unito è aumentato dello 0,4%.

    L’accordo commerciale tra USA e Giappone alimenta la fiducia

    In mattinata, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che la sua amministrazione ha siglato un “accordo enorme” con il Giappone, imponendo una tariffa del 15% sulle esportazioni giapponesi. Trump ha inoltre sottolineato che il Giappone investirà 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti, di cui “il 90% dei profitti” sarà a beneficio dell’economia americana.

    Sebbene la tariffa del 15% sia inferiore al 25% inizialmente proposto da Trump, questa va comunque contro la precedente richiesta di Tokyo di essere esentata da tutte le tariffe USA. La nuova tariffa dovrebbe entrare in vigore dal 1° agosto, in concomitanza con l’entrata in vigore delle altre tariffe di Trump rivolte alle principali economie globali.

    L’annuncio ha spinto l’indice Nikkei giapponese a salire di oltre il 3%, raggiungendo il livello più alto da un anno. Il sentimento positivo ha aumentato le aspettative che Stati Uniti e Unione Europea possano raggiungere un accordo commerciale prima della scadenza di agosto, con rappresentanti UE che parteciperanno a ulteriori colloqui a Washington questa settimana.

    UniCredit migliora le previsioni per il 2025 nel corso della stagione degli utili

    In Europa, la stagione delle trimestrali si è intensificata con il rilascio dei risultati da parte di diverse importanti aziende.

    UniCredit (BIT:UCG) ha superato le aspettative di profitto nel trimestre e ha rivisto al rialzo le previsioni per il 2025, dopo aver abbandonato l’offerta di acquisizione di Banco BPM (BIT:BAMI), la seconda banca italiana per dimensioni.

    Renault (EU:RNO), il colosso automobilistico francese, ha registrato vendite stabili nel secondo trimestre, con il calo della domanda di furgoni in Europa che ha compensato la crescita delle auto passeggeri.

    Thales (EU:HO), gruppo francese della difesa e dell’aerospazio, ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita delle vendite per il 2025 dopo aver riportato un aumento di vendite e profitti nel primo semestre, grazie all’incremento della spesa militare in Europa.

    La compagnia energetica norvegese Equinor (TG:DNQ) ha annunciato un calo del 13% del profitto nel secondo trimestre rispetto all’anno precedente, a causa del ribasso dei prezzi del petrolio non compensato dall’aumento dei prezzi del gas.

    Il gigante tedesco del software SAP (TG:SAP) ha registrato un secondo trimestre solido, sostenuto da riduzioni dei costi, ma non ha alzato le previsioni per l’intero anno, deludendo alcuni investitori.

    Intanto, negli Stati Uniti, gli investitori attendono con interesse i risultati di Tesla (NASDAQ:TSLA) e Alphabet (NASDAQ:GOOGL), società madre di Google, due dei titoli principali che hanno guidato il rally di mercato grazie all’ottimismo sull’IA.

    Attesa per il dato sulla fiducia dei consumatori nell’Eurozona

    Più tardi nella sessione, gli operatori si concentreranno sulla pubblicazione del dato di giugno sulla fiducia dei consumatori nell’Eurozona, indicatore chiave in vista della riunione di politica monetaria della Banca Centrale Europea di giovedì.

    Gli analisti prevedono in larga misura che la BCE manterrà il tasso sui depositi chiave al 2%, dopo il taglio di 25 punti base del mese scorso, l’ottavo nell’arco di un anno.

    Prezzi del petrolio in rialzo per l’ottimismo commerciale e il calo delle scorte

    I futures sul petrolio sono saliti mercoledì, sostenuti dall’ottimismo sull’accordo commerciale USA-Giappone e da un calo significativo delle scorte di greggio negli Stati Uniti.

    Alle 03:05 ET, i futures sul Brent sono aumentati dello 0,2% a 68,74 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate statunitense è salito dello 0,3% a 65,48 dollari al barile. Entrambi i benchmark avevano chiuso in calo nelle tre sessioni precedenti.

    Gli investitori vedono l’accordo come un volano per l’attività economica globale, che di solito sostiene una domanda più alta di petrolio.

    A rafforzare le prospettive positive, l’American Petroleum Institute ha riportato una sorprendente diminuzione di 577.000 barili nelle scorte di petrolio statunitensi nella settimana terminata il 18 luglio, invertendo l’aumento di 19,1 milioni di barili registrato nella settimana precedente.

    Questo calo delle scorte segnala una possibile ripresa della domanda di carburante durante il picco della stagione estiva dei viaggi.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • I costruttori europei di auto volano dopo l’annuncio del patto commerciale tra Stati Uniti e Giappone

    I costruttori europei di auto volano dopo l’annuncio del patto commerciale tra Stati Uniti e Giappone

    Le azioni dei produttori automobilistici europei sono salite mercoledì, seguendo l’andamento positivo dei loro omologhi asiatici, grazie a un accordo commerciale tra Stati Uniti e Giappone che ha alimentato le speranze per un’intesa simile con l’Unione Europea.

    Le azioni di Stellantis (BIT:STLAM), produttore di Jeep quotato a Milano, sono aumentate insieme a quelle dei colossi tedeschi Volkswagen (TG:VOW3), Mercedes-Benz (TG:MBG), BMW (TG:BMW) e Porsche (BIT:1PORS). Anche Renault (EU:REN) ha registrato rialzi, nonostante volumi di vendita stabili nel secondo trimestre.

    Questo slancio è stato guidato da forti guadagni tra i produttori giapponesi. Toyota Motor (NYSE:TM) ha guidato la crescita con un aumento del 14%, seguita da Honda Motor (NYSE:HMC) con un rialzo superiore all’11%. Nissan (USOTC:NSANY) è salita di circa l’8%, mentre Mazda (TG:MZA) ha fatto un balzo di quasi il 17%.

    I produttori sudcoreani hanno anch’essi beneficiato, con Hyundai Motor (USOTC:HYMTF) in crescita del 7,5% e Kia Corp (USOTC:KIMTF) salita dell’8,5%, in mezzo a speculazioni secondo cui Seoul potrebbe ottenere condizioni commerciali simili a quelle raggiunte con il Giappone.

    Questi movimenti di mercato sono seguiti all’annuncio del presidente Donald Trump secondo cui la sua amministrazione aveva concluso un “accordo enorme” con il Giappone, che prevede un dazio del 15%. In particolare, il settore automobilistico giapponese — che rappresenta oltre il 25% delle esportazioni verso gli Stati Uniti — sarà soggetto a questa tariffa.

    Trump ha dichiarato che il Giappone investirà 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti, dai quali il Paese “riceverà il 90% dei profitti.”

    “Il Giappone aprirà il proprio Paese al commercio, includendo auto e camion, riso e alcuni altri prodotti agricoli, e altre cose. Il Giappone pagherà dazi reciproci agli Stati Uniti del 15%,” ha scritto Trump in un post sui social media.

    Questo accordo — tra i più rilevanti di una serie di intese preliminari dal momento in cui Trump ha introdotto tariffe più alte ad aprile — è arrivato dopo che il principale negoziatore giapponese, Ryosei Akazawa, ha incontrato Trump alla Casa Bianca martedì.

    Sebbene la tariffa del 15% sia inferiore al 25% inizialmente proposto da Trump, contraddice comunque le richieste precedenti di Tokyo di esenzione totale dai dazi statunitensi.

    “L’accordo commerciale con gli Stati Uniti annunciato oggi elimina un rischio importante per l’economia giapponese,” hanno commentato gli analisti di Capital Economics in una nota ai clienti. “Stimiamo che l’effetto netto dell’annuncio odierno sarà una riduzione del tasso medio di tariffa affrontato dagli esportatori giapponesi negli USA di circa un punto percentuale.”

    Guardando oltre il Giappone, il progresso delle trattative con altri importanti partner commerciali statunitensi, come l’Unione Europea e l’India, resta incerto, con la scadenza dell’1 agosto per l’entrata in vigore delle “tariffe reciproche” potenziate di Trump che si avvicina rapidamente.

    Tuttavia, “il successo nel raggiungere qualche accordo in questo momento dovrebbe quindi avere un effetto sostanziale nel mitigare le preoccupazioni riguardo all’incertezza futura,” hanno osservato gli analisti di Jefferies.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • UniCredit aumenta le previsioni di utile per il 2025 dopo un secondo trimestre record da 3,3 miliardi di euro

    UniCredit aumenta le previsioni di utile per il 2025 dopo un secondo trimestre record da 3,3 miliardi di euro

    UniCredit (BIT:UCG) ha alzato le stime sull’utile netto per l’intero anno 2025 a circa 10,5 miliardi di euro, dopo aver registrato un utile netto record di 3,3 miliardi nel secondo trimestre, in crescita del 24,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del 20,7% rispetto al trimestre precedente.

    Nei primi sei mesi del 2025, la banca ha riportato un utile netto di 6,1 miliardi di euro, il miglior risultato semestrale di sempre. Su base rettificata, escludendo elementi straordinari, l’utile netto del secondo trimestre è salito dell’8% su base annua, raggiungendo i 2,9 miliardi.

    Il ritorno sul capitale tangibile (ROTE) è migliorato significativamente, attestandosi al 24,1%, rispetto al 22% del primo trimestre e al 19,8% dello stesso periodo dello scorso anno.

    I ricavi del trimestre sono stati pari a 6,1 miliardi di euro, in calo del 3,3%, principalmente a causa di un impatto negativo di 335 milioni legato ai costi di copertura relativi alla consolidazione della partecipazione in Commerzbank (TG:CBK). Il margine di interesse netto è sceso del 2,8% a 3,46 miliardi di euro, mentre le commissioni si sono ridotte dell’1% a 2,1 miliardi. I ricavi da trading sono crollati del 57,7%, attestandosi a 192 milioni.

    I costi operativi sono aumentati leggermente, dello 0,7%, arrivando a 2,3 miliardi, con un rapporto costi/ricavi salito al 37,8% rispetto al 36,3% dell’anno precedente. Il risultato lordo operativo è diminuito del 5,5%, a 3,8 miliardi.

    Le rettifiche su crediti sono salite a 109 milioni di euro, portando il costo del rischio a 10 punti base rispetto a 1 punto base dell’anno precedente. Nonostante ciò, il rapporto tra esposizioni deteriorate lorde (NPE) è rimasto stabile al 2,6%, con accantonamenti pari a 1,7 miliardi. Le NPE lorde sono state pari a 11,7 miliardi, mentre quelle nette a 6,4 miliardi.

    I profitti sugli investimenti sono aumentati a 865 milioni, grazie a una rivalutazione di 653 milioni delle partecipazioni in joint venture assicurative sulla vita e a 230 milioni di badwill legati alla consolidazione di Commerzbank. Questi risultati sono stati esclusi dagli accantonamenti per dividendi, che hanno raggiunto 2,5 miliardi nel trimestre e 5,2 miliardi nel semestre.

    Il Common Equity Tier 1 (CET1) fully loaded si è attestato al 16,0%, in calo di 11 punti base rispetto al primo trimestre, nonostante una generazione organica di capitale pari a 2,4 miliardi. Gli attivi ponderati per il rischio sono saliti a 287,7 miliardi.

    Guardando al futuro, la banca prevede ricavi per il 2025 superiori a 23,5 miliardi, costi operativi pari o inferiori a 9,6 miliardi e un costo del rischio intorno a 15 punti base. Il margine di interesse netto dovrebbe diminuire di una percentuale a una cifra media rispetto al 2024, mentre commissioni e risultati netti da assicurazioni sono attesi in crescita di una percentuale simile.

    Le distribuzioni agli azionisti sono ora previste per almeno 9,5 miliardi, inclusi minimo 4,75 miliardi in dividendi in contanti. Un dividendo intermedio di circa 2,1 miliardi è programmato per novembre, soggetto all’approvazione del consiglio.

    Gli attivi finanziari totali sono cresciuti del 3,4% su base annua, arrivando a 826,7 miliardi. Gli asset under management e custody sono aumentati del 14,7% a 178,2 miliardi, mentre gli asset assicurativi sono calati dell’1,4% a 57,3 miliardi.

    La banca ha inoltre completato l’internalizzazione delle attività di bancassicurazione vita in Italia e ha incrementato la partecipazione in Alpha Bank al 20%. Ha anche convertito parte della posizione sintetica su Commerzbank in capitale, portando la quota di voto a circa il 20%.

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  • Banco BPM crolla dopo il ritiro dell’offerta pubblica da parte di UniCredit

    Banco BPM crolla dopo il ritiro dell’offerta pubblica da parte di UniCredit

    Le azioni di Banco BPM (BIT:BAMI) sono scese bruscamente all’apertura della seduta alla Borsa di Milano, dopo che UniCredit (BIT:UCG) ha ufficializzato ieri il ritiro della propria offerta pubblica di acquisto sull’istituto guidato da Giuseppe Castagna. Il titolo ha perso il 4% nei primi scambi, scendendo a €9,822, in netta controtendenza rispetto all’indice FTSE MIB, che saliva dell’1%, sostenuto dal nuovo accordo commerciale tra Stati Uniti e Giappone.

    Con questa flessione, il guadagno di Banco BPM da inizio 2025 si riduce al 28%, pur mantenendo una crescita di oltre il 50% negli ultimi 12 mesi.

    Nel comunicare la decisione di abbandonare l’operazione, il consiglio di amministrazione di UniCredit ha indicato ostacoli di natura politica e regolamentare, affermando che: “la condizione relativa all’autorizzazione golden power non è soddisfatta” e che la clausola imposta dal governo “ha impedito a UniCredit di interagire con gli azionisti di BPM (BIT:PMII) come sarebbe stato consentito in una normale procedura d’offerta.”

    La banca ha aggiunto che: “la gestione di BPM ha privato i suoi azionisti del dialogo che normalmente avviene durante un periodo di offerta per comprendere il valore creato dalla combinazione e determinare le condizioni che sarebbero state accettabili per procedere.”

    Il CEO di UniCredit, Andrea Orcel, ha sottolineato: “La mia responsabilità principale è agire nel migliore interesse di UniCredit e dei nostri azionisti,” aggiungendo: “la continua incertezza sull’applicazione delle disposizioni del golden power non giova a nessuna delle due parti. Abbiamo quindi deciso di ritirare la nostra offerta.”

    Orcel ha poi ribadito l’impegno strategico della banca: “La strategia di UniCredit è eccellente, e la sua esecuzione è sempre stata il nostro obiettivo. I nostri risultati lo dimostrano. Continueremo quindi a portare avanti la nostra trasformazione con la stessa energia e determinazione che ci hanno aiutato a battere record, consolidare la nostra posizione di leader del settore e, soprattutto, a essere un partner bancario di fiducia per i nostri clienti e le loro comunità.”

    Secondo gli analisti di Websim Intermonte, la mossa di UniCredit è legata principalmente all’incertezza normativa. “La decisione comunicata ieri da UniCredit è essenzialmente legata alle incertezze sulle condizioni imposte dal golden power,” hanno scritto in una nota.

    Gli analisti confermano il loro target price di €12 per Banco BPM, specificando che: “Ricordiamo che il calcolo del nostro target price su Banco BPM (12 euro) include una parte delle sinergie che, a nostro avviso, avrebbero dovuto essere riconosciute da UniCredit agli azionisti di Banco BPM (1 euro per azione),” sulla base del 50% del valore attuale netto delle sinergie attese, al netto dei costi d’integrazione, e ponderato con una probabilità del 50% di successo dell’operazione.

    Websim è in attesa di “ulteriori chiarimenti sulla decisione di UniCredit, che potrebbero arrivare durante la presentazione dei risultati odierna,” ricordando che “Banco BPM pubblicherà i propri risultati il 5 agosto.”

    Dal punto di vista valutativo, Intermonte osserva che il titolo Banco BPM tratta a “1,28/1,25/1,21 volte il suo TE per il 2025/26/27, con un ROTE superiore al 16% e offrendo un dividend yield intorno al 10%, uno dei più elevati tra le banche commerciali sotto la nostra copertura.”

    Nonostante l’operazione sia per ora archiviata, Orcel non ha escluso del tutto possibili sviluppi futuri. Intervistato da Class CNBC ha dichiarato: “Niente è mai chiuso,” aggiungendo che “la situazione dovrebbe cambiare in modo molto sostanziale perché facciamo qualcosa di diverso.”

    Con il ritiro dell’offerta, Banco BPM non è più vincolata dalla regola di passività, che finora aveva limitato il potere del consiglio di amministrazione nel compiere operazioni straordinarie e difendersi da azioni ostili. Tale vincolo decade ufficialmente oggi.

    Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, nei corridoi di BPM si respira un certo sollievo, ma c’è anche prudenza: l’imprevedibilità a cui Andrea Orcel ha abituato i mercati induce molti a non abbassare la guardia.

    Per questo motivo, si ipotizza la convocazione di un consiglio straordinario dell’istituto nei prossimi giorni per fare il punto sulla situazione e guardare avanti. Pur avendo sempre rivendicato con orgoglio la propria autonomia, Banco BPM non può ignorare alcuni segnali, come la richiesta del suo maggiore azionista, Crédit Agricole, alla Banca Centrale Europea per salire oltre il 20% del capitale—a detta di molti, una mossa che potrebbe nascondere un rafforzamento tramite strumenti finanziari sotto la soglia OPA.

    Sebbene una vera e propria acquisizione da parte dei francesi sembri poco probabile al momento, indiscrezioni di mercato parlano di un certo fermento nei rapporti tra Castagna e Crédit Agricole, che potrebbe sfociare in sviluppi inattesi.

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  • La Borsa di Milano apre in rialzo: rally del settore auto, banche in altalena

    La Borsa di Milano apre in rialzo: rally del settore auto, banche in altalena

    La Borsa di Milano ha aperto in territorio positivo, seguendo l’andamento favorevole degli altri mercati europei dopo il nuovo accordo commerciale siglato tra Stati Uniti e Giappone. L’intesa ha alimentato l’ottimismo su possibili progressi nei negoziati tra Stati Uniti e Unione Europea, offrendo un forte impulso ai titoli automobilistici europei.

    Il settore auto è stato tra i migliori in avvio di seduta: Stellantis (BIT:STLAM) è salita di oltre il 6% e Iveco ha guadagnato il 5%.

    Più movimentato l’andamento del comparto bancario. Unicredit (BIT:UCG) è avanzata del 3,1% dopo aver ritirato la sua offerta di acquisizione su Banco BPM (BIT:BAMI), che ha perso il 3%. Unicredit ha inoltre rivisto al rialzo la propria guidance grazie a risultati trimestrali superiori alle attese. L’ultima novità in ambito M&A ha alimentato le speculazioni su Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS), che è balzata del 4,1% su ipotesi di un rinnovato interesse da parte di Banco BPM.

    Il trend positivo ha coinvolto anche altri titoli finanziari: Anima (BIT:ANIM) è salita del 3,3%, Mediobanca (BIT:MB) del 3%, e BPER Banca (BIT:BPE) dell’1,6%.

    Più contenuto l’andamento dei titoli energetici, mentre il calo delle utility e di STMicroelectronics (BIT:STM), in ribasso del 2,7%, ha parzialmente compensato i guadagni diffusi. Alle 9:30, l’indice FTSE MIB segnava un aumento dell’1,1%.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, I futures indicano un’apertura piatta per Dow, S&P e Nasdaq mentre Wall Street attende chiarezza sul commercio

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, I futures indicano un’apertura piatta per Dow, S&P e Nasdaq mentre Wall Street attende chiarezza sul commercio

    I principali futures azionari statunitensi segnalano un avvio di sessione stabile per martedì, con gli investitori cauti dopo i modesti guadagni registrati nella chiusura di mercato del giorno precedente.

    I trader evitano mosse aggressive mentre si avvicina la scadenza del 1° agosto per i “dazi reciproci” proposti dal Presidente Donald Trump, aumentando l’incertezza sul mercato.

    Le azioni hanno iniziato la settimana in territorio positivo lunedì, salendo costantemente durante gran parte della giornata prima di arretrare leggermente verso la chiusura.

    Nonostante questo ritracciamento finale, Nasdaq e S&P 500 hanno chiuso la giornata ai massimi storici.

    Il Nasdaq è salito di 78,52 punti (0,4%) chiudendo a 20.974,17, mentre l’S&P 500 ha guadagnato 8,81 punti (0,1%) chiudendo a 6.305,60. Nel frattempo, il Dow Jones Industrial Average ha perso 19,12 punti, meno dello 0,1%, chiudendo a 44.323,07.

    L’ottimismo riguardo a potenziali accordi commerciali ha sostenuto i guadagni iniziali. Il Segretario al Commercio Howard Lutnick ha detto a CBS News che crede che gli Stati Uniti e l’Unione Europea siano “i due maggiori partner commerciali al mondo, che stanno parlando tra loro,” e ha espresso fiducia nel raggiungimento di un accordo.

    “Questi sono i due maggiori partner commerciali al mondo, che stanno parlando tra loro. Concluderemo un accordo,” ha detto Lutnick. “Sono fiducioso che concluderemo un accordo.”

    Tuttavia, Lutnick ha anche avvertito che la scadenza del 1° agosto è ferma per l’entrata in vigore dei dazi, affermando: “Niente impedisce ai Paesi di parlare con noi dopo il 1° agosto, ma dovranno iniziare a pagare i dazi dal 1° agosto.”

    Con il passare della giornata, l’interesse all’acquisto è rallentato mentre gli investitori si sono concentrati sui risultati trimestrali in arrivo questa settimana da grandi società tra cui Alphabet (NASDAQ:GOOGL), Tesla (NASDAQ:TSLA) e Intel (NASDAQ:INTC).

    Sul fronte economico, il Conference Board ha segnalato un calo leggermente superiore alle attese dei suoi indicatori anticipatori a giugno, con una diminuzione dello 0,3% rispetto al previsto 0,2%.

    Nonostante la debolezza del mercato generale, le azioni legate all’oro sono salite, con l’indice NYSE Arca Gold Bugs che ha guadagnato il 3,8% in seguito al rialzo del prezzo dell’oro.

    Anche i titoli siderurgici hanno registrato guadagni, con l’indice NYSE Arca Steel in crescita del 2,5%.

    Nel frattempo, i titoli delle telecomunicazioni e del retail hanno mostrato una modesta forza, mentre i settori del gas naturale e delle biotecnologie hanno registrato notevoli perdite.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei arretrano tra preoccupazioni commerciali e risultati deludenti

    DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei arretrano tra preoccupazioni commerciali e risultati deludenti

    Le azioni europee hanno registrato un calo martedì, con gli investitori prudenti a causa di risultati aziendali deludenti e crescenti tensioni commerciali.

    Secondo quanto riportato, l’Unione Europea si sta preparando a mettere in atto azioni di ritorsione nell’ambito del suo Strumento anti-coercizione (ACI) in risposta al piano del presidente statunitense Donald Trump di imporre un dazio del 30% sulle merci europee a partire dal 1° agosto.

    Nel frattempo, le speranze di un accordo commerciale temporaneo tra Stati Uniti e India prima della scadenza del 1° agosto si sono affievolite, a causa di persistenti disaccordi su prodotti agricoli e lattiero-caseari chiave.

    Sul fronte economico, i dati del Regno Unito hanno mostrato un forte aumento del deficit di bilancio per giugno. Il prestito netto del settore pubblico è salito di 6,6 miliardi di sterline su base annua, raggiungendo i 20,7 miliardi di sterline, superando la previsione di 17,1 miliardi della Office for Budget Responsibility. Questo rappresenta il secondo valore più alto di prestito per un giugno da quando si tengono i registri, dal 1993.

    Sul fronte dei mercati, l’indice DAX della Germania è sceso dell’1,3%, il CAC 40 francese ha perso lo 0,9%, mentre il FTSE 100 britannico ha segnato un lieve calo dello 0,1%.

    Tra i singoli titoli, la società olandese Akzo Nobel NV ha ceduto terreno dopo aver riportato utili netti e vendite più deboli nel secondo trimestre, penalizzata da venti valutari sfavorevoli e da condizioni di mercato deboli.

    Anche la società svedese Alfa Laval ha subito perdite, non riuscendo a raggiungere le previsioni su ordini e vendite del secondo trimestre.

    La banca svizzera Julius Baer ha visto le azioni scendere dopo un calo netto degli utili dovuto a maggiori accantonamenti per perdite sui prestiti.

    Givaudan, specialista in fragranze e aromi, è crollata dopo aver registrato un flusso di cassa libero negativo di 16 milioni di franchi svizzeri nella prima metà del 2025.

    Anche Sartorius AG, fornitore tedesco di apparecchiature farmaceutiche e da laboratorio, ha subito un calo. L’azienda ha confermato le sue previsioni per il 2025, ma ha avvertito che le stime di vendite e margini non includono potenziali effetti dei dazi o misure correttive correlate.

    In controtendenza, le azioni di Integrum AB sono salite dopo che il comitato indipendente di offerta della società ha raccomandato agli azionisti di accettare l’offerta pubblica di acquisizione di OsteoCentric Oncology and Bone Anchored Prostheses, LLC.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Poste Italiane in rialzo dopo risultati record nel primo semestre 2025 e revisione al rialzo dell’outlook sugli utili

    Poste Italiane in rialzo dopo risultati record nel primo semestre 2025 e revisione al rialzo dell’outlook sugli utili

    Le azioni di Poste Italiane (BIT:PST) sono salite del 4% martedì, dopo la pubblicazione dei migliori risultati semestrali di sempre e l’aggiornamento al rialzo delle previsioni sugli utili per l’intero anno 2025.

    Nel primo semestre dell’anno, il gruppo ha registrato ricavi pari a 6,46 miliardi di euro, con un aumento del 4,8% su base annua, grazie al contributo positivo di tutte le aree di business. L’EBIT rettificato è cresciuto dell’11,5% a 1,66 miliardi di euro, mentre l’utile netto è aumentato del 14% a 1,17 miliardi di euro.

    Nel solo secondo trimestre, i ricavi sono saliti del 4,5% a 3,26 miliardi di euro. L’EBIT rettificato ha raggiunto 864 milioni di euro (+10,4%), e l’utile netto è cresciuto del 9,1% a 572 milioni di euro.

    Il comparto Servizi Finanziari ha trainato la crescita, con ricavi in aumento del 5,7% a 2,84 miliardi di euro, spinti da un reddito netto da interessi record di 671 milioni. L’EBIT rettificato è aumentato del 26,9% a 528 milioni di euro, mentre l’utile netto è cresciuto del 28,6% a 396 milioni. Le commissioni per la distribuzione del risparmio postale sono salite del 5,6% a 892 milioni di euro, e i ricavi dalla distribuzione di prestiti ai consumatori sono cresciuti del 15,4% a 140 milioni di euro.

    Anche il comparto Assicurazioni ha mostrato solidi risultati, con ricavi in crescita del 9,5% a 906 milioni di euro. I ricavi da Investimenti Vita e Pensioni sono aumentati del 9,6% e quelli da Protezione del 9,3%. I premi lordi raccolti hanno raggiunto gli 11,7 miliardi di euro, in aumento del 24,2%. L’EBIT rettificato è salito dell’8,5% a 789 milioni di euro e l’utile netto è cresciuto dell’11,9% a 573 milioni.

    Il segmento Postepay ha generato ricavi per 802 milioni di euro (+5,4%). I pagamenti hanno contribuito per 580 milioni (+2,9%), mentre i ricavi legati all’energia sono balzati del 68,2% a 57 milioni, con quasi 900.000 clienti. L’EBIT rettificato è cresciuto del 10,9% a 276 milioni di euro e l’utile netto è aumentato del 9,5% a 209 milioni.

    Nel comparto Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione, i ricavi sono aumentati dell’1,1% a 1,91 miliardi di euro. I volumi di pacchi sono saliti dell’11,3%, raggiungendo 159 milioni di spedizioni. I ricavi da pacchi e logistica sono cresciuti del 7,9% a 801 milioni, mentre quelli da corrispondenza sono scesi del 4,4% a 1,04 miliardi. L’EBIT rettificato del segmento è calato del 30,6% a 67 milioni di euro e si è registrata una perdita netta di 8 milioni.

    Grazie alla performance positiva della prima metà dell’anno, l’azienda ha rivisto al rialzo le proprie stime per il 2025: l’EBIT rettificato è atteso a 3,2 miliardi di euro (da 3,1 miliardi), e l’utile netto a 2,2 miliardi di euro (da 2,1 miliardi). La politica dei dividendi resta invariata.

    Al 30 giugno, Poste Italiane registrava 600 miliardi di euro di Attività Finanziarie Totali, con un incremento di 9 miliardi rispetto a dicembre 2024. Il CET1 ratio di BancoPosta era pari al 19,5%, mentre il Solvency II ratio del gruppo Poste Vita si attestava al 315%.

    Tra le iniziative strategiche, si segnala la trasformazione di 3.905 uffici postali in hub digitali, l’espansione della flotta a basse emissioni a 29.000 veicoli, e l’installazione di 690 impianti fotovoltaici.

    Sul fronte degli investimenti, Poste Italiane ha acquisito una quota del 24,81% in Telecom Italia (BIT:TIT) e ha ceduto la partecipazione del 3,78% in Nexi (BIT:NEXI) per 267,2 milioni di euro.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.