Author: Fiona Craig

  • Il dollaro si avvia verso il primo guadagno mensile del 2025, Powell resta cauto ma deciso

    Il dollaro si avvia verso il primo guadagno mensile del 2025, Powell resta cauto ma deciso

    Il dollaro statunitense è sceso leggermente giovedì, ma resta in rotta per chiudere luglio con un guadagno mensile, sostenuto dal tono deciso del presidente della Federal Reserve Jerome Powell durante l’ultima riunione di politica monetaria.

    Alle 03:00 ET (08:00 GMT), il Dollar Index — che misura il dollaro rispetto a sei principali valute — ha perso lo 0,1% attestandosi a 99,550. L’indice è rimasto vicino ai massimi di due mesi e si appresta a concludere luglio con un aumento di oltre il 3%, il primo dell’anno.

    La Fed lascia i tassi invariati, Powell adotta un tono restrittivo

    Alla fine della riunione di luglio, la Federal Reserve ha mantenuto i tassi d’interesse fermi, citando un tasso di disoccupazione “basso”, un mercato del lavoro “solido” e un’inflazione “moderatamente elevata”.

    Nonostante le pressioni del presidente Donald Trump per iniziare a tagliare i tassi, Powell ha mantenuto un approccio prudente, senza fornire indicazioni su quando la politica monetaria potrebbe allentarsi.

    “La conferenza stampa del presidente Powell è stata restrittiva,” hanno scritto gli analisti di ING in una nota. “Ha ribadito le aspettative su un impatto inflazionistico di breve durata e ha affermato che una politica moderatamente restrittiva è appropriata. Sembra essersi messo su un percorso di collisione con il presidente Trump, affermando che la Fed sta guardando oltre l’inflazione senza aumentare i tassi.”

    Le aspettative di un taglio a settembre sono diminuite. I future sui Fed Funds mostrano ora una probabilità del 45,7% di una riduzione, in calo rispetto al 63,4% precedente.

    All’interno della Fed si sono però registrate divergenze: i governatori Christopher Waller e Michelle Bowman, entrambi nominati da Trump, hanno votato a favore di un taglio di 25 punti base, segnalando timori per l’indebolimento del mercato del lavoro.

    I dati economici più recenti mostrano segnali contrastanti: i salari privati hanno superato le aspettative mercoledì, mentre le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono diminuite per sei settimane consecutive, suggerendo una certa tenuta.

    “Un altro dato degno di nota sono le richieste di sussidi di disoccupazione, che hanno recentemente attirato la nostra attenzione dopo una serie inaspettata di sei settimane consecutive di cali. È la corsa più lunga dall’agosto-settembre 2022, e potrebbe contribuire alle aspettative di un mercato del lavoro resiliente,” ha aggiunto ING.

    Ora l’attenzione si sposta sul rapporto sull’occupazione di luglio, in uscita venerdì.

    L’euro e la sterlina chiudono il mese in calo

    L’euro ha recuperato terreno: EUR/USD è salito dello 0,4% a 1,1447 dopo aver toccato un minimo di sette settimane. Nonostante il rimbalzo, la valuta unica è destinata a chiudere il mese con un calo vicino al 3%.

    In Francia, l’inflazione armonizzata di luglio è aumentata dello 0,9% su base annua, leggermente al di sopra dello 0,8% atteso.

    La crescita economica dell’Eurozona ha leggermente superato le previsioni nel secondo trimestre, ma rimane modesta e ostacolata dalle tariffe statunitensi.

    “Se la prima fase della correzione dell’EUR/USD è stata guidata dalle prospettive di crescita fosche dopo l’accordo commerciale UE-USA, il calo fino a 1,14 è stato determinato dalla revisione restrittiva delle aspettative della Fed,” ha dichiarato ING.

    “A nostro avviso, i rischi per EUR/USD restano al ribasso, anche se le posizioni speculative ora appaiono molto meno sbilanciate dopo la copertura dei corti sul dollaro dall’inizio della settimana.”

    La sterlina è rimasta debole: GBP/USD è salito dello 0,1% a 1,3253 ma resta vicino ai minimi da dieci settimane, con un calo mensile del 3%.

    Yen giù dopo le previsioni riviste al rialzo dalla BOJ

    Lo yen ha perso terreno, con USD/JPY in calo dello 0,2% a 149,28 dopo che la Bank of Japan ha mantenuto i tassi invariati.

    La banca centrale giapponese ha rivisto al rialzo le previsioni di inflazione e PIL per l’anno, indicando che l’inflazione core è ora prevista ben al di sopra delle stime precedenti.

    Tuttavia, l’istituto ha sottolineato che i tassi reali restano bassi e ha avvertito che potrebbero essere necessari ulteriori aumenti se l’economia continuerà a espandersi.

    Nel frattempo, AUD/USD è salito dello 0,5% a 0,6466. Il cambio USD/CNY è rimasto stabile a 7,1931, dopo i dati del PMI cinese inferiori alle attese. La contrazione dell’attività è stata attribuita in parte alle condizioni meteorologiche estreme.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • FinecoBank supera le stime di profitto del 2%, registra forti flussi a luglio

    FinecoBank supera le stime di profitto del 2%, registra forti flussi a luglio

    FinecoBank S.p.A. (BIT:FBK) ha comunicato giovedì un utile netto di 154 milioni di euro per il secondo trimestre, superando le previsioni del consenso Visible Alpha del 2%.

    La società italiana di servizi finanziari ha riportato commissioni per 138 milioni di euro, leggermente superiori alle attese dell’1%, trainate in parte dalle commissioni di investimento che hanno fatto meglio delle previsioni del 4%.

    I costi operativi sono stati inferiori del 4% rispetto alle aspettative, contribuendo a portare l’utile ante accantonamenti al 2% sopra le stime di mercato.

    Il margine di interesse netto si è attestato a 154 milioni di euro, in calo del 16% rispetto al trimestre precedente, ma sostanzialmente in linea con le previsioni del consenso.

    Il rapporto di leva finanziaria è sceso al 5,20% dal 5,34% di marzo, mentre il CET1 è diminuito al 23,4% dal 24,1%.

    A luglio si è registrato un forte slancio nei flussi con depositi netti totali pari a 1,1 miliardi di euro, in aumento del 45% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli afflussi netti di asset under management sono cresciuti del 35% anno su anno, raggiungendo 0,4 miliardi di euro.

    Anche gli asset in custodia hanno registrato un incremento del 60% arrivando a 0,4 miliardi di euro, mentre i depositi sono aumentati di 0,3 miliardi, con una crescita del 60%.

    I ricavi da brokerage per luglio hanno raggiunto i 19 milioni di euro, segnando un aumento del 6% rispetto a luglio 2024.

    FinecoBank ha confermato le previsioni di ricavi e ha ribadito i target chiave, tra cui il mantenimento di un payout ratio tra il 70 e l’80%, una crescita dei costi operativi limitata al 6% anno su anno più le spese di marketing, e un costo del rischio compreso tra 5 e 10 punti base.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Nexi registra risultati del secondo trimestre in linea con le previsioni e conferma le stime per il 2025

    Nexi registra risultati del secondo trimestre in linea con le previsioni e conferma le stime per il 2025

    Nexi (BIT:NEXI) ha annunciato giovedì che i ricavi del secondo trimestre sono aumentati del 3% a 905 milioni di euro, in linea con la stima consensuale compilata dall’azienda di 903 milioni di euro. Il fornitore di servizi di pagamento ha confermato le previsioni per l’intero anno.

    La crescita dei ricavi è stata principalmente trainata da Merchant Solutions, che ha registrato un aumento del 3,4% a 522 milioni di euro. Issuing Solutions ha contribuito con una crescita del 2,6% a 289 milioni, mentre Digital Banking Solutions è cresciuta del 2,5%.

    L’EBITDA trimestrale è aumentato del 4% a 482 milioni di euro, raggiungendo un margine del 53,3%, in linea con le aspettative di 480 milioni. Ciò ha contribuito a portare il margine EBITDA per la prima metà del 2025 a +90 punti base, al 50,7%, superando l’obiettivo aziendale di un incremento di 50 punti base.

    Dal punto di vista geografico, l’area DACH (Germania, Austria e Svizzera) ha guidato la crescita con un aumento del 5%, seguita dall’Italia, che rappresenta il 59% dei ricavi totali, in crescita del 3%. I Paesi Nordici sono cresciuti del 4%, mentre l’Europa centrale e sudorientale ha registrato un aumento dell’1%. Complessivamente, i mercati extra-italiani sono cresciuti del 3%.

    Il flusso di cassa libero nei primi sei mesi ha raggiunto 407 milioni di euro, con un tasso di conversione del 47% e un incremento del 6% rispetto allo scorso anno. Il debito netto a fine giugno si è attestato a 5,1 miliardi di euro, pari a 2,7 volte l’EBITDA. Questo dato include 184 milioni di euro provenienti dal programma di riacquisto di azioni da 300 milioni e il primo pagamento di dividendi della società, pari a 307 milioni, effettuato a maggio.

    Gli investimenti in conto capitale sono diminuiti del 9% su base annua, attestandosi a 179 milioni di euro, pari al 10% dei ricavi, in calo rispetto al 12% del primo semestre 2024.

    Nexi ha confermato le previsioni per il 2025, prevedendo una crescita organica dei ricavi a una cifra bassa o media, con un intervallo compreso tra 3,55 e 3,73 miliardi di euro, accompagnata da un’espansione del margine EBITDA di almeno 50 punti base fino al 53,5%. L’azienda prevede inoltre che il flusso di cassa libero per l’intero anno supererà gli 800 milioni di euro.

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  • Le azioni Prysmian salgono mentre i dazi sul rame USA dovrebbero favorire le operazioni domestiche

    Le azioni Prysmian salgono mentre i dazi sul rame USA dovrebbero favorire le operazioni domestiche

    Le azioni di Prysmian (BIT:PRY) sono aumentate del 3% dopo l’annuncio del governo degli Stati Uniti di un dazio del 50% su alcuni prodotti in rame, una misura che, secondo gli analisti, avvantaggerà le operazioni dell’azienda all’interno del paese.

    Il nuovo regime tariffario, previsto per entrare in vigore il 1° agosto, riguarda prodotti in rame semilavorati come fili, tubi e cavi. È importante sottolineare che esclude le materie prime principali come i catodi di rame, utilizzati principalmente da Prysmian nel suo processo produttivo.

    Inoltre, la politica prevede che il 25% dei rottami di rame prodotti negli Stati Uniti debba essere venduto a livello nazionale. A partire dal 2027, requisiti simili si applicheranno anche alle materie prime di rame, con una quota iniziale del 25% che aumenterà al 40% entro il 2029, con l’obiettivo di rafforzare la capacità di raffinazione del rame nel paese.

    Gli analisti di Jefferies hanno commentato positivamente la misura: “Vediamo un esito favorevole per Prysmian negli Stati Uniti. In primo luogo, l’inclusione di prodotti semilavorati e derivati, come fili e cavi di rame, dovrebbe avvantaggiare i produttori locali, nonostante le importazioni siano relativamente contenute, attorno al 15%. In secondo luogo, l’esclusione delle materie prime — in particolare i catodi — significa che i costi delle materie prime per Prysmian difficilmente aumenteranno, a beneficio dei produttori integrati verticalmente. In terzo luogo, la capacità di Prysmian di lavorare i rottami di rame farà sì che le nuove regole, che aumentano la disponibilità locale di rottami, offrano ulteriori vantaggi di costo ai produttori nazionali.”

    Secondo l’amministrazione, i dazi si applicheranno solo al contenuto di rame nei prodotti e non saranno cumulativi con altri dazi già esistenti.

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  • DAX, CAC, FTSE100, Azioni europee in lieve rialzo mentre continuano i risultati societari; occhi puntati su inflazione e dati sul lavoro

    DAX, CAC, FTSE100, Azioni europee in lieve rialzo mentre continuano i risultati societari; occhi puntati su inflazione e dati sul lavoro

    I mercati azionari europei hanno registrato modesti guadagni giovedì, mentre gli investitori hanno assorbito un nuovo flusso di risultati societari e attendono importanti indicatori economici dalla regione.

    Alle 07:05 GMT, il DAX tedesco è salito dello 0,2%, il FTSE 100 britannico è aumentato dello 0,2%, mentre il CAC 40 francese è rimasto sostanzialmente stabile.

    Flusso continuo di risultati societari

    La stagione degli utili del secondo trimestre è ormai a metà percorso, con un costante afflusso di grandi società che hanno pubblicato i risultati giovedì.

    Shell (LSE:SHEL) ha riportato utili rettificati — la sua misura preferita di profitto netto — di 4,3 miliardi di dollari nel secondo trimestre, superando le stime degli analisti ma in calo rispetto ai 6,3 miliardi dello scorso anno. Il colosso energetico ha annunciato che continuerà il programma di riacquisto di azioni al ritmo di 3,5 miliardi di dollari nel prossimo trimestre, segnando il quindicesimo trimestre consecutivo con riacquisti superiori ai 3 miliardi.

    Anheuser-Busch InBev (EU:ABI) ha registrato un forte aumento degli utili sottostanti del secondo trimestre, grazie a prezzi più alti e margini in espansione che hanno compensato la diminuzione dei volumi di vendita globali per il leader mondiale della birra.

    BMW (TG:BMW) ha confermato le previsioni per l’intero anno, citando la sua importante presenza produttiva negli Stati Uniti come un vantaggio contro le potenziali tariffe americane.

    Unilever (LSE:ULVR) ha superato le aspettative di mercato per la crescita delle vendite sottostanti del secondo trimestre, beneficiando di aumenti dei prezzi in tutta la gamma di prodotti.

    Air France KLM (EU:AF) ha riportato anche un miglioramento dell’utile operativo del secondo trimestre, supportato da una forte domanda per i servizi premium nonostante le preoccupazioni sulle tariffe.

    Il produttore francese di apparecchiature elettriche Schneider Electric (EU:SU) ha confermato le sue previsioni per il 2025 dopo aver registrato una solida crescita dei ricavi nel secondo trimestre, trainata dalla continua domanda per le sue soluzioni per data center.

    Il produttore di acciaio ArcelorMittal (EU:MT), il secondo al mondo, ha pubblicato utili leggermente superiori alle attese ma ha ridotto le stime per la domanda di acciaio a causa delle tariffe previste.

    British American Tobacco (LSE:BATS) ha registrato un aumento dell’1,7% dell’utile nel primo semestre a valuta costante, battendo le previsioni grazie alla nuova crescita del suo business negli Stati Uniti e alla forte domanda per le sue buste di nicotina Velo.

    Oltreoceano, i colossi tecnologici Microsoft (NASDAQ:MSFT) e Meta Platforms (NASDAQ:META) hanno riportato risultati trimestrali impressionanti dopo la chiusura di mercoledì a Wall Street. Apple (NASDAQ:AAPL) e Amazon (NASDAQ:AMZN) pubblicheranno i loro dati giovedì sera.

    Dati economici in arrivo in Europa

    Gli investitori attendono anche i dati sull’inflazione di Francia, Germania e Italia, insieme ai più recenti tassi di disoccupazione per Germania e UE.

    La scorsa settimana, la Banca Centrale Europea ha mantenuto stabile il tasso principale al 2%, facendo una pausa dopo un anno di inasprimento monetario per valutare le incertezze commerciali con gli Stati Uniti.

    Anche la Federal Reserve americana ha lasciato i tassi invariati mercoledì con un voto di 9-2, segnando la quinta riunione consecutiva senza aumenti, sebbene due governatori abbiano espresso dissenso per la prima volta in oltre 30 anni.

    Giovedì mattina, anche la Banca del Giappone ha mantenuto i tassi invariati, segnalando possibili aumenti futuri se obiettivi economici e inflazionistici saranno raggiunti.

    Nel frattempo, il settore manifatturiero cinese si è contratto per il quarto mese consecutivo a luglio, secondo un sondaggio ufficiale pubblicato giovedì. I dati indicano che l’aumento delle esportazioni prima delle tariffe più alte USA sta calando, mentre la domanda interna resta debole.

    Mercati petroliferi tra sanzioni russe e dati sulle scorte

    I prezzi del petrolio sono leggermente calati giovedì mentre i trader hanno valutato un inaspettato aumento delle scorte di greggio USA e i dati economici deboli dalla Cina, oltre al possibile impatto di nuove sanzioni contro la Russia.

    Alle 03:05 ET, i futures sul Brent sono scesi dello 0,3% a 72,26 dollari al barile, mentre quelli sul WTI americano sono scesi dello 0,2% a 69,88 dollari al barile.

    Entrambi i benchmark avevano guadagnato circa l’1% mercoledì, spinti principalmente dalla minaccia del presidente Trump di imporre tariffe elevate ai principali acquirenti del greggio russo per fare pressione su Mosca a causa dell’invasione dell’Ucraina.

    L’Energy Information Administration USA ha segnalato un aumento di 7,7 milioni di barili nelle scorte la scorsa settimana, contrariamente alle aspettative degli analisti che prevedevano una riduzione di 1,3 milioni.

    I dati manifatturieri cinesi più deboli hanno aumentato le preoccupazioni sulla domanda futura da parte del più grande importatore mondiale di petrolio.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • L’oro rimbalza dai minimi mensili mentre crescono le tensioni commerciali; il rame USA crolla

    L’oro rimbalza dai minimi mensili mentre crescono le tensioni commerciali; il rame USA crolla

    I prezzi dell’oro si sono ripresi durante la sessione asiatica di giovedì, risalendo dai minimi di un mese, poiché gli investitori hanno cercato rifugio dalle crescenti tensioni commerciali legate alle imminenti tariffe USA. L’ansia crescente, in vista della scadenza del 1° agosto fissata dal presidente Donald Trump per l’introduzione di nuovi dazi, ha riacceso l’interesse per il metallo prezioso.

    Tuttavia, il rialzo dell’oro è stato contenuto dalla decisione della Federal Reserve di mantenere invariati i tassi d’interesse e dall’indicazione che un taglio a settembre è improbabile.

    L’oro spot è salito dello 0,8% a 3.301,21 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro sono rimasti stabili a 3.352,70 dollari l’oncia alle 02:08 ET (06:08 GMT). I prezzi erano scesi all’inizio della settimana dopo i segnali restrittivi della Fed, nonostante le critiche pubbliche di Trump.

    L’oro si rafforza con l’avvicinarsi delle tariffe

    L’imminente introduzione delle nuove tariffe USA, con una serie di dazi annunciati mercoledì da Trump, ha influenzato fortemente il sentiment dei mercati. Il presidente ha reso noto un accordo commerciale con la Corea del Sud che prevede un dazio del 15%. L’India, che non ha ancora raggiunto un’intesa, dovrà affrontare un dazio del 25% sulle esportazioni verso gli Stati Uniti a partire da venerdì. I prodotti brasiliani saranno soggetti a tariffe fino al 50%.

    Secondo un rapporto di Politico, “Trump firmerà giovedì ordini esecutivi che impongono dazi più alti ai paesi che non hanno raggiunto accordi commerciali”.

    L’incertezza crescente sulle politiche commerciali ha spinto nuovamente gli investitori verso beni rifugio come l’oro, recuperando parte delle perdite precedenti. Inizio settimana, segni di progresso con l’UE e il Giappone avevano temporaneamente allentato le tensioni.

    La Fed lascia i tassi invariati, ridotte le attese di tagli

    La Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi d’interesse al 4,25%–4,50% con un voto di 9 a 2. Il presidente Jerome Powell non ha indicato alcuna tempistica per una possibile riduzione, deludendo le aspettative dei mercati.

    Sono emerse divisioni all’interno della Fed, con i governatori Michelle Bowman e Christopher Waller — entrambi favorevoli a un taglio — che hanno espresso preoccupazioni per un possibile rallentamento del mercato del lavoro.

    L’assenza di misure di stimolo a breve termine ha limitato il rialzo dell’oro, poiché il metallo non offre rendimento e diventa meno interessante in un contesto di tassi elevati.

    Il rame crolla dopo l’esclusione dalla tariffa USA del 50%

    I prezzi del rame negli Stati Uniti sono crollati mercoledì dopo che Trump ha escluso a sorpresa il metallo raffinato dalla tariffa del 50% sulle importazioni. I futures del rame a Londra sono scesi dello 0,3% a 9.683,15 dollari a tonnellata, mentre quelli USA hanno registrato un calo più marcato del 4,2% a 4,43 dollari per libbra.

    L’esclusione ha provocato un calo del 19% nei futures sul rame USA — la più grande perdita intraday mai registrata.

    Dal 1° agosto, la tariffa del 50% si applicherà a semilavorati in rame e prodotti ricchi di rame, ma non a minerali, concentrati o catodi raffinati.

    “Le prime ipotesi di Trump su una tariffa sulle importazioni di rame risalgono a gennaio e hanno scatenato spedizioni record del metallo verso i porti americani,” hanno affermato gli analisti di ING.
    “Ora c’è un eccesso di scorte negli Stati Uniti, e quelle riserve potrebbero essere riesportate,” hanno aggiunto.

    Altri metalli: andamenti contrastanti

    I futures sul platino sono saliti dell’1,8% a 1.339,05 dollari l’oncia, mentre quelli sull’argento sono scesi dell’1,4% a 37,218 dollari.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • I prezzi del petrolio restano stabili mentre la debolezza economica cinese compensa i timori sull’offerta legati a Trump

    I prezzi del petrolio restano stabili mentre la debolezza economica cinese compensa i timori sull’offerta legati a Trump

    I prezzi del petrolio sono rimasti invariati durante le contrattazioni asiatiche di giovedì, cancellando i guadagni iniziali. I timori legati a un calo della domanda in Cina hanno superato le preoccupazioni sul lato dell’offerta, alimentate dalle recenti dichiarazioni dell’ex presidente americano Donald Trump.

    Il mercato del greggio aveva inizialmente registrato un aumento per la terza sessione consecutiva, sostenuto dai timori di una possibile riduzione dell’offerta globale dopo le minacce di Trump di imporre forti dazi alle nazioni che acquistano petrolio dalla Russia. Tuttavia, la spinta si è esaurita a causa dei deludenti dati economici cinesi.

    Anche il rafforzamento del dollaro statunitense ha esercitato pressione. La valuta ha guadagnato terreno dopo che la Federal Reserve ha mantenuto invariati i tassi d’interesse, senza fornire indicazioni chiare su futuri tagli.

    Alle 21:34 ET (01:34 GMT), il Brent con consegna a settembre è rimasto stabile a 73,26 dollari al barile, mentre il WTI statunitense è salito leggermente a 70,10 dollari. Entrambi i contratti avevano guadagnato circa lo 0,3% in precedenza.

    Il calo degli indici PMI in Cina alimenta i dubbi sulla domanda

    La pubblicazione di dati PMI deludenti dalla Cina ha gettato un’ombra sui mercati petroliferi. L’attività manifatturiera è calata oltre le previsioni nel mese di luglio, penalizzata da eventi climatici estremi e dai dazi statunitensi. Anche il PMI dei servizi ha mostrato segnali di debolezza, suggerendo una frenata generale dell’economia.

    La lettura ha intensificato le preoccupazioni su una possibile contrazione della domanda di petrolio nel principale importatore mondiale. Le precedenti misure di stimolo sembrano ormai esaurite, tanto che il Politburo cinese ha indicato l’intenzione di introdurne di nuove nei prossimi mesi.

    Trump prende di mira i compratori di petrolio russo

    Il rialzo del greggio all’inizio della settimana è stato guidato soprattutto dalle tensioni geopolitiche. Trump ha annunciato l’intenzione di imporre dazi del 100% alle nazioni che continuano a importare petrolio dalla Russia, per aumentare la pressione su Mosca.

    In particolare, ha dichiarato che “l’India affronterà dazi del 25% su tutte le sue esportazioni verso gli Stati Uniti”, aggiungendo che ci saranno anche “sanzioni aggiuntive non specificate” a partire dal 1º agosto. Trump ha inoltre avvertito la Cina di non acquistare greggio russo.

    Nel frattempo, Washington ha introdotto nuove sanzioni contro aziende legate all’industria petrolifera iraniana. Con Russia e Iran tra i maggiori produttori al mondo, le restrizioni sollevano timori su una possibile riduzione delle forniture globali.

    Le scorte USA alimentano l’incertezza

    I dati sulle scorte statunitensi hanno aggiunto ulteriore volatilità. Nonostante un calo delle riserve di benzina, le scorte totali di greggio hanno registrato un aumento inaspettato, sollevando dubbi sulla solidità della domanda.

    Gli operatori si trovano ora a bilanciare le incertezze sulla domanda asiatica con le tensioni geopolitiche sull’offerta. In questo contesto misto, il mercato del petrolio resta vulnerabile a forti oscillazioni.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Accordi commerciali USA-Corea del Sud, decisione della Fed e utili tech: cosa muove i mercati

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Accordi commerciali USA-Corea del Sud, decisione della Fed e utili tech: cosa muove i mercati

    I futures azionari statunitensi sono saliti grazie agli ottimi risultati di Meta Platforms (NASDAQ:META) e Microsoft (NASDAQ:MSFT), che hanno migliorato il sentiment dopo la decisione della Federal Reserve di mantenere invariati i tassi. Intanto, l’ex presidente Donald Trump ha annunciato un nuovo accordo commerciale con la Corea del Sud, pochi giorni prima dell’entrata in vigore di tariffe “reciproche” più elevate prevista per il 1° agosto.

    Futures in rialzo

    Alle 03:43 ET, i futures sul Dow Jones erano in aumento di 171 punti (+0,4%), quelli sull’S&P 500 di 64 punti (+1,0%) e quelli sul Nasdaq 100 di 330 punti (+1,4%).

    L’aumento è stato sostenuto da forti dati sugli utili tecnologici, che hanno compensato il tono più prudente della Fed, che ha mantenuto i tassi tra il 4,25% e il 4,5%. Powell ha spiegato che l’inflazione resta “moderatamente elevata”, ma che “è troppo presto per dire se ci sarà un taglio a settembre”.

    Accordo commerciale USA-Corea del Sud

    Trump ha rivelato che gli Stati Uniti imporranno una tariffa del 15% sulle importazioni dalla Corea del Sud — inferiore rispetto alla minaccia iniziale del 25%. Ha anche annunciato che Seoul investirà 350 miliardi di dollari in progetti selezionati negli USA e acquisterà altri 100 miliardi in energia. Ha dichiarato: “È un accordo importante per entrambe le economie e creerà posti di lavoro negli Stati Uniti.”

    Tuttavia, gli analisti di Capital Economics hanno notato che “restano incertezze sui dettagli, in particolare riguardo al finanziamento e all’applicazione delle misure tariffarie nei settori elettronico e farmaceutico”.

    Meta: crescita pubblicitaria e spese in AI

    Meta ha registrato un aumento delle vendite del 22% nel secondo trimestre, arrivando a 47,5 miliardi di dollari, con un utile netto di 18,3 miliardi. Secondo gli analisti di Vital Knowledge, “i risultati di Meta sono stati trainati da un aumento dell’11% delle impression pubblicitarie e da un incremento del 9% dei prezzi”.

    Meta prevede una crescita dei ricavi del 17-24% su base annua nel trimestre in corso. Tuttavia, ha avvertito che un confronto difficile potrebbe rallentare la crescita nel quarto trimestre.

    Gli investimenti in AI restano elevati, con spese in conto capitale previste tra 66 e 72 miliardi di dollari nel 2025. Meta ha inoltre dichiarato che un aumento dell’ammortamento e dei costi del personale potrebbe generare “una significativa pressione al rialzo” sulle spese operative del 2026.

    Microsoft: l’AI spinge Azure

    Anche Microsoft ha beneficiato dell’AI: il fatturato della sua divisione cloud Azure è salito del 39%. I ricavi totali sono stati di 76,4 miliardi di dollari, con un utile netto di 27,2 miliardi (3,65 dollari per azione). La CFO Amy Hood ha dichiarato: “Prevediamo oltre 30 miliardi di spese in conto capitale nel primo trimestre fiscale per rafforzare le nostre infrastrutture AI”.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • DAX, CAC, FTSE 100 contrastati mentre gli investitori valutano utili e dati macroeconomici

    DAX, CAC, FTSE 100 contrastati mentre gli investitori valutano utili e dati macroeconomici

    I mercati europei hanno registrato una performance contrastante mercoledì, mentre gli investitori hanno reagito a una raffica di risultati societari e a dati macroeconomici regionali.

    In Germania, i dati preliminari di Destatis hanno mostrato che il PIL del secondo trimestre si è contratto dello 0,1%, in linea con le previsioni, invertendo la crescita dello 0,3% del primo trimestre (rivista al ribasso). Le vendite al dettaglio tedesche di giugno hanno invece sorpreso al rialzo, con un aumento mensile dell’1,0%, in netto recupero rispetto al calo dello 0,6% registrato a maggio.

    In Francia, il PIL del secondo trimestre è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, sostenuto da un rimbalzo dei consumi familiari, secondo quanto riportato dall’INSEE.

    A livello di indici, il FTSE 100 britannico era in calo dello 0,3%, mentre il DAX tedesco guadagnava lo 0,1% e il CAC 40 francese saliva dello 0,4%.

    Casino Group (EU:CO) è balzata del 36% a Parigi dopo aver confermato l’obiettivo di tornare a un flusso di cassa operativo in pareggio (prima delle spese finanziarie) entro il 2026, come previsto dal piano strategico “Renouveau 2028”.

    Al contrario, Hermès International (EU:RMS) ha perso il 3,2% dopo aver riportato un calo degli utili semestrali. Anche Worldline (EU:WLN) ha lasciato sul terreno il 5,7% in seguito all’ampliamento delle perdite nette nella prima metà dell’anno.

    Danone (EU:BN) è avanzata del 7% grazie a vendite comparabili superiori alle attese nel secondo trimestre.

    Adidas (TG:ADS) ha ceduto oltre il 6% dopo aver avvertito che i dazi USA potrebbero causare perdite per decine di milioni di euro nel secondo trimestre.

    I titoli automobilistici Mercedes-Benz (TG:MBG) e Porsche (TG:P911) sono scesi dopo aver abbassato le previsioni sugli utili.

    BASF (TG:BAS) ha guadagnato l’1% nonostante un andamento contrastante delle sue divisioni nel secondo trimestre 2025.

    La società medica Siemens Healthineers (TG:SHL) è salita dell’1,3% dopo aver riportato ricavi trimestrali superiori alle attese.

    In Spagna, Banco Santander (LSE:BNC) è arretrata di quasi il 3% a causa di un onere straordinario inatteso legato alle attività in Brasile.

    UBS (BIT:W3XAU4) ha guadagnato l’1,1% dopo aver battuto le stime sugli utili del secondo trimestre.

    Nel Regno Unito, Taylor Wimpey (LSE:TW.) è scesa del 5% dopo aver abbassato le previsioni sugli utili per l’anno fiscale. BAE Systems (LSE:BA.) ha perso quasi il 2%, nonostante un miglioramento dell’outlook annuale.

    GSK (LSE:GSK) ha registrato un +1% dopo risultati trimestrali migliori delle attese e una guidance che ora si colloca nella fascia alta dell’intervallo previsto.

    Infine, HSBC (LSE:HSBA) è scivolata del 2,6% dopo aver riportato un calo del 26% dell’utile ante imposte nel primo semestre.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street pronta a un avvio prudente in attesa della decisione Fed e dei conti Big Tech

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street pronta a un avvio prudente in attesa della decisione Fed e dei conti Big Tech

    I futures sui principali indici azionari statunitensi sono poco mossi mercoledì mattina, segnalando un’apertura piatta mentre gli investitori attendono la decisione della Federal Reserve e una serie di utili da società tecnologiche di rilievo nel corso della giornata.

    L’assenza di slancio al mattino segue un modesto calo nella sessione precedente, con molti trader che preferiscono restare in attesa fino a quando la Fed non fornirà indicazioni sul tasso dei tassi più avanti nel pomeriggio. Pur non essendo previsto alcun rialzo, i mercati restano sensibili a eventuali variazioni di tono sul fronte dell’inflazione e della politica monetaria.

    L’interesse è rivolto anche ai risultati trimestrali di Microsoft (NASDAQ:MSFT) e Meta Platforms (NASDAQ:META), entrambi in calendario dopo la chiusura dei mercati. Questi aggiornamenti da due membri chiave del gruppo “Magnificent Seven” potrebbero influenzare il sentiment tech più in generale.

    Anche la politica commerciale resta fonte di incertezza. L’ex presidente Donald Trump ha annunciato su Truth Social che da venerdì entrerà in vigore un dazio del 25% sulle importazioni dall’India, aggiungendo pressione alle dinamiche commerciali internazionali. I suoi precedenti avvertimenti che paesi senza accordi bilaterali potrebbero subire dazi tra il 15% e il 20% stanno ancora pesando sui mercati.

    Durante la sessione di martedì i mercati hanno perso terreno dopo un’apertura positiva. Il Dow ha ceduto 204,57 punti a 44.632,99 (–0,5%), il Nasdaq ha perso 80,29 punti a 21.098,29 (–0,4%), e l’S&P 500 ha lasciato sul terreno lo 0,3%, chiudendo a 6.370,86.

    Il calo sembra riflettere prese di profitto dopo una serie di record per Nasdaq e S&P. L’incertezza in vista della decisione della Fed ha contribuito al tono prudente delle contrattazioni.

    Gli occhi restano puntati anche sui colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina in corso a Stoccolma, prima della scadenza dei dazi reciproci prevista per venerdì. Gli operatori temono che l’interruzione del dialogo possa aggravare le tensioni a livello globale.

    I dati economici pubblicati martedì hanno offerto uno scenario misto: il Conference Board ha riportato un lieve miglioramento del sentiment dei consumatori, salito a 97,2 a luglio rispetto a 95,2 di giugno, superando le attese (95,8). Allo stesso tempo, le offerte di lavoro negli Stati Uniti sono diminuite leggermente a giugno, ma meno del previsto.

    Il settore ha mostrato performance divergenti: forti ribassi per farmaceutiche e trasporti (l’indice NYSE Arca Pharmaceutical –2,6%, Dow Jones Transportation –2,3%), mentre utilities, gas naturale e real estate commerciale si sono comportati meglio. Debole anche il comparto dei servizi petroliferi e dell’acciaio, in linea con un quadro di cautela generale.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.