Author: Fiona Craig

  • I prezzi del petrolio si stabilizzano dopo forti cali per timori sulla domanda e aumento della produzione OPEC+

    I prezzi del petrolio si stabilizzano dopo forti cali per timori sulla domanda e aumento della produzione OPEC+

    Durante la sessione asiatica di martedì, i prezzi del petrolio sono rimasti sostanzialmente invariati, trovando un punto di equilibrio dopo recenti forti perdite causate da preoccupazioni sull’aumento della produzione e sul rallentamento della domanda globale a fronte di venti economici contrari in crescita.

    Nonostante nuove minacce di sanzioni statunitensi contro gli acquirenti di petrolio russo, il calo del mercato è proseguito, ulteriormente influenzato dal rafforzamento del dollaro americano.

    Alle 21:23 ET (01:23 GMT), i futures sul Brent di settembre sono scesi leggermente dello 0,1% a 68,72 dollari al barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate sono calati dello 0,1% a 65,23 dollari al barile.

    Eccesso di offerta e rallentamento della crescita oscurano le prospettive del petrolio

    I futures su Brent e WTI hanno raggiunto i livelli più bassi della settimana, trascinati da timori di un eccesso di offerta. Nel weekend, l’OPEC+ ha concordato di aumentare la produzione di 547.000 barili al giorno per settembre, segnando il secondo incremento mensile consecutivo.

    Questo aumento continuo della produzione fa parte dello sforzo del gruppo per annullare i tagli alla produzione degli ultimi tre anni e riguadagnare quote di mercato perse.

    Le prospettive di un’offerta in aumento si scontrano con crescenti preoccupazioni sulla debolezza della domanda, mentre la crescita economica globale rallenta.

    Le tensioni di mercato sono state alimentate dai dati sul lavoro statunitensi deludenti, che hanno sollevato timori di un calo dei consumi di carburante nel più grande consumatore di petrolio al mondo. Le tensioni commerciali causate dalle politiche tariffarie del presidente Trump hanno inoltre aggiunto incertezza al quadro economico.

    Inoltre, la Cina — il più grande importatore mondiale di petrolio — ha riportato la scorsa settimana una contrazione più forte del previsto nel settore manifatturiero, approfondendo i timori sulla domanda futura di energia.

    Un dollaro più forte ha esercitato ulteriore pressione sui prezzi del greggio, anche se in parte compensata dai dati economici statunitensi più deboli recenti.

    Le sanzioni sul petrolio russo mantengono il mercato all’erta

    I prezzi del petrolio hanno trovato un certo sostegno la scorsa settimana dopo che il presidente Trump ha annunciato piani per sanzioni più severe contro gli acquirenti di petrolio russo, in risposta alla guerra in corso in Ucraina.

    Trump ha preso di mira Cina e India, i maggiori importatori di greggio russo, imponendo un dazio del 25% sulle importazioni indiane e minacciando pene più severe se gli acquisti fossero continuati. Ha ribadito questi avvertimenti lunedì.

    La prospettiva di sanzioni più rigide ha introdotto una certa spinta al rialzo per i prezzi del petrolio, poiché tali misure potrebbero ulteriormente limitare l’offerta globale.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Oro stabile dopo il rally, gli investitori guardano ai tagli Fed e ai rischi commerciali

    Oro stabile dopo il rally, gli investitori guardano ai tagli Fed e ai rischi commerciali

    I prezzi dell’oro sono rimasti stabili all’inizio della giornata di martedì, facendo una pausa dopo una forte serie di rialzi sostenuti dalle crescenti aspettative di tagli dei tassi d’interesse negli Stati Uniti e dalle preoccupazioni sulle tensioni commerciali globali.

    Alle 01:00 ET (05:00 GMT), l’oro spot era quasi invariato a 3.372,25 dollari l’oncia, mentre i future di dicembre si aggiravano intorno a 3.425,02 dollari, mostrando pochi movimenti.

    Dati occupazionali deboli spingono l’oro mentre aumentano le scommesse sui tagli Fed

    L’oro ha guadagnato slancio dopo dati economici statunitensi deboli che hanno alimentato le speculazioni su un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve. Il metallo ha registrato un rialzo superiore al 2% venerdì dopo il rapporto sui posti di lavoro non agricoli di luglio, che ha evidenziato un aumento modesto di 73.000 posti, ben al di sotto delle previsioni. Inoltre, i dati di maggio e giugno sono stati rivisti al ribasso, mentre il tasso di disoccupazione è salito al 4,2%, alimentando i timori sulla salute dell’economia.

    “I partecipanti al mercato vedono ora una probabilità del 92% che la Fed allenti la politica monetaria a settembre”, secondo il CME FedWatch Tool. Questo cambio di sentiment ha spinto la domanda di oro, tradizionalmente considerato un bene rifugio che tende a performare bene con tassi d’interesse più bassi.

    Un leggero rimbalzo nell’Indice del Dollaro USA dopo recenti cali ha limitato un po’ i guadagni, ma l’ambiente macroeconomico rimane favorevole per l’oro.

    L’incertezza sulle politiche commerciali sostiene l’oro

    L’oro ha trovato supporto anche dagli sviluppi sulle politiche commerciali. Il Rappresentante commerciale USA Jamieson Greer ha confermato che i tariffe estese imposte dal presidente Trump a quasi 70 paesi dovrebbero rimanere in vigore, rinnovando preoccupazioni sulle catene di approvvigionamento globali e sulle pressioni inflazionistiche.

    In un’altra evoluzione, i mercati sono stati scossi dalla minaccia di Trump di aumentare le tariffe su India, citando le trattative del paese sull’acquisto di petrolio russo. Questi flashpoint geopolitici hanno rafforzato il ruolo dell’oro come bene rifugio in tempi incerti.

    Azioni contrastanti nei metalli

    Nel mercato dei metalli, i future sul platino sono scesi dello 0,5% a 1.335,65 dollari l’oncia, mentre i future sull’argento sono saliti dello 0,2% a 37,415 dollari l’oncia.

    Nel settore dei metalli industriali, i future del rame a Londra hanno guadagnato lo 0,3% a 9.720,65 dollari per tonnellata, mentre il rame negli Stati Uniti è rimasto stabile a 4,454 dollari per libbra.

    La scorsa settimana, i prezzi del rame negli USA sono crollati del 20% dopo che il governo ha escluso il rame raffinato dai previsti tariffe d’importazione del 50%, creando volatilità sul mercato.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Il dollaro resta stabile dopo il calo legato ai dati sull’occupazione mentre l’attenzione si sposta sulle mosse della Fed

    Il dollaro resta stabile dopo il calo legato ai dati sull’occupazione mentre l’attenzione si sposta sulle mosse della Fed

    Il dollaro USA ha mostrato un leggero recupero martedì, stabilizzandosi dopo le perdite registrate in seguito a un rapporto sull’occupazione inferiore alle attese. Gli investitori ora guardano con attenzione alla possibilità di più tagli ai tassi da parte della Federal Reserve, in presenza di crescenti segnali di rallentamento dell’economia statunitense.

    Alle 04:15 ET (08:15 GMT), l’Indice del Dollaro, che misura il biglietto verde rispetto a sei valute principali, è salito dello 0,2% a 98,765, dopo aver toccato il livello minimo della settimana in apertura.

    Il mercato guarda alla Fed dopo il dato del payroll

    Il dollaro è entrato in pressione venerdì scorso, quando i numeri sull’occupazione di luglio sono risultati deludenti. I trader hanno rapidamente incluso nella valutazione la possibilità di allentamento monetario già a settembre.

    Secondo lo strumento CME FedWatch, ora gli operatori prevedono oltre il 90% di probabilità che la Fed riduca i tassi al meeting di settembre, contro il 63% stimato solo una settimana prima.

    Gli analisti di Goldman Sachs ipotizzano che la Fed avvierà una serie di tre tagli da 25 punti base a partire da settembre. Hanno anche affermato che “un movimento da 50 punti base è possibile se il tasso di disoccupazione dovesse aumentare ulteriormente nel prossimo report.”

    In linea con questa visione, la presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha dichiarato lunedì che dati sempre più evidenti mostrano un indebolimento del mercato del lavoro americano e “nessun segno di inflazione persistente guidata dai dazi”, e che “i rischi ora sono sbilanciati verso più di due tagli della Fed quest’anno.”

    Il prossimo dato chiave per l’economia USA sarà l’indice ISM dei servizi per luglio. Gli analisti di ING hanno precisato: “Per oggi, l’attenzione USA è rivolta alla figura ISM dei servizi di luglio. Si prevede un lieve miglioramento che potrebbe dare una spinta al dollaro.”

    L’incertezza legata al commercio internazionale resta un tema centrale, dopo i nuovi dazi annunciati la scorsa settimana da Trump su importazioni da numerosi paesi, che hanno alimentato i timori sulla salute dell’economia globale.

    L’euro in calo per dati del settore servizi francese peggiori delle attese

    Martedì l’euro ha ceduto terreno, con EUR/USD in calo dello 0,3% a 1,1544, a causa di dati economici deludenti dalla Francia che indicano una contrazione più rapida del settore servizi.

    L’indice HCOB France Services PMI è sceso a 48,5 a luglio da 49,6 a giugno, segnando il calo mensile più pronunciato da aprile, mentre l’instabilità politica e la domanda debole intaccano la fiducia aziendale.

    Nel corso della giornata verrà pubblicato l’indice dei prezzi alla produzione dell’area euro per giugno, previsto in aumento dello 0,6% su base annua. Un dato modesto che potrebbe rafforzare le preoccupazioni della Banca centrale europea su una possibile inflazione sotto il target del 2%.

    “EUR/USD appare piuttosto stabile intorno al livello 1.1550 e, in assenza di fattori di mercato, potrebbe mantenersi lì per un po’. Immaginiamo che i compratori tornerebbero nell’area 1.1500/1520 se i dati USA pesassero oggi su EUR/USD,” hanno affermato gli analisti di ING.

    Anche la sterlina ha registrato un lieve calo: GBP/USD è scesa dello 0,1% a 1,3277, rimanendo in un range di trading ristretto.

    La rupia indiana crolla per le minacce sui dazi

    In Asia, USD/JPY ha guadagnato lo 0,1% a 147,25, sostenuto da dati favorevoli del PMI servizi giapponese. L’AUD/USD è salita dello 0,1% a 0,6468, mentre USD/CNY ha guadagnato lo 0,1% a 7,1856, nonostante il PMI servizi cinese di luglio sia risultato migliore del previsto.

    La rupia indiana è stata duramente colpita: USD/INR è salito dello 0,2% a 87,800 dopo aver raggiunto un nuovo massimo storico. La valuta è stata indebolita dalle minacce del presidente Trump di imporre dazi elevati all’India per l’acquisto di petrolio russo.

    La scorsa settimana Trump aveva già imposto dazi del 25% sui beni indiani e ha avvertito che potrebbero arrivare altre misure punitive.

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  • DAX, CAC, FTSE100, Le borse europee salgono con il supporto del sentiment globale; BP sorprende con risultati trimestrali positivi

    DAX, CAC, FTSE100, Le borse europee salgono con il supporto del sentiment globale; BP sorprende con risultati trimestrali positivi

    I mercati azionari europei hanno aperto in rialzo martedì, sostenuti dall’ottimismo proveniente da Wall Street, mentre gli investitori valutano nuovi risultati societari e attendono importanti dati macroeconomici dalla zona euro.

    Alle 07:02 GMT, il DAX tedesco è salito dello 0,6%, il CAC 40 francese ha guadagnato lo 0,3% e il FTSE 100 britannico ha registrato un aumento dello 0,5%.

    Il sentiment positivo riflette il rimbalzo dei mercati americani di lunedì, quando l’S&P 500 ha guadagnato l’1,5% interrompendo una serie negativa di quattro sedute, grazie alle aspettative crescenti di un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve a settembre, dopo i deboli dati sul mercato del lavoro.

    Attesa per i dati macro nella zona euro

    L’ottimismo si è esteso ai mercati europei anche grazie all’accordo commerciale recentemente firmato tra Stati Uniti e Unione Europea, che dovrebbe ridurre l’incertezza per le aziende nei prossimi mesi.

    Gli operatori attendono ora i dati finali degli indici PMI dei servizi e composito di luglio per la zona euro, che dovrebbero confermare l’espansione del settore terziario – elemento chiave per sostenere l’intera economia del blocco.

    Martedì sono previsti anche i prezzi alla produzione di giugno per l’area euro, mentre in Francia la produzione industriale è cresciuta più del previsto, con un +3,8% su base mensile.

    BP supera le attese nel secondo trimestre

    I risultati societari continuano a influenzare i mercati.

    BP (LSE:BP.) ha pubblicato utili trimestrali superiori alle attese, mostrando un rimbalzo grazie alla recente volatilità nei mercati globali dell’energia. Si tratta di un passo importante per il gruppo petrolifero, che cerca di riconquistare la fiducia degli investitori dopo anni di sottoperformance rispetto ai concorrenti.

    Nel frattempo, Diageo (LSE:DGE), leader mondiale nel settore degli alcolici, ha previsto per l’anno fiscale 2026 una crescita organica delle vendite simile al 2025, nonostante l’impatto negativo delle tariffe statunitensi. L’azienda ha inoltre alzato il proprio obiettivo di risparmio sui costi a circa 625 milioni di dollari.

    Hugo Boss (TG:BOSS) ha registrato un utile operativo trimestrale leggermente superiore alle attese, sostenuto da misure di contenimento dei costi che hanno compensato la pressione negativa derivante dall’euro forte.

    Il gruppo franco-svizzero Adecco (BIT:1ADEN) ha comunicato un calo del 28% dell’utile per azione rettificato nel secondo trimestre, a causa della pressione sui margini, sebbene i ricavi stiano stabilizzandosi e i volumi mostrino segnali di ripresa in diverse aree.

    Smith & Nephew (LSE:SN.), produttore di dispositivi medici, ha riportato un aumento dell’11,2% dell’utile operativo nel primo semestre, grazie a tagli dei costi e a un forte recupero della domanda negli Stati Uniti, che ha compensato il calo in Cina.

    Prezzi del petrolio stabili dopo il calo

    I prezzi del petrolio sono rimasti stabili martedì, dopo il recente calo seguito alla decisione dell’OPEC+ di aumentare la produzione nonostante le incertezze sulla domanda.

    Alle 03:02 ET, il Brent è sceso dello 0,2% a 68,66 dollari al barile, mentre il WTI statunitense ha perso lo 0,2% a 66,16 dollari.

    Entrambi i contratti avevano perso oltre l’1% nella sessione precedente – la quarta consecutiva in calo – toccando i minimi di una settimana.

    L’OPEC e i suoi alleati hanno concordato domenica un incremento della produzione di 547.000 barili al giorno per settembre. Si tratta di un’inversione anticipata e completa dei tagli più consistenti applicati dal gruppo, pari a circa 2,5 milioni di barili al giorno, ovvero circa il 2,4% della domanda globale.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, I futures di Wall Street in rialzo mentre Trump avverte l’India sui dazi; Palantir decolla grazie alla crescita dei ricavi

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, I futures di Wall Street in rialzo mentre Trump avverte l’India sui dazi; Palantir decolla grazie alla crescita dei ricavi

    I futures sugli indici statunitensi segnalano guadagni nella prima parte di martedì, suggerendo un possibile proseguimento del rimbalzo iniziato lunedì. Nonostante persistano dubbi sulla solidità del mercato del lavoro, l’ottimismo sui risultati aziendali e le aspettative crescenti di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve supportano l’appetito per il rischio. Nel frattempo, Donald Trump ha rilanciato le tensioni commerciali, questa volta con l’India, minacciando dazi elevati per le continue importazioni di petrolio russo. Sul fronte corporate, le azioni di Palantir (NASDAQ:PLTR) sono aumentate nel trading dopo l’orario di chiusura, dopo un trimestre eccezionale trainato dalla forte domanda governativa e una revisione al rialzo delle previsioni di fatturato.

    Rimbalzo dei mercati continua

    Dopo il rally di lunedì, i futures USA hanno continuato a salire. Alle 03:37 ET, i futures sul Dow guadagnavano 50 punti (0,1%), quelli sull’S&P 500 salivano di 12 punti (0,2%) e il Nasdaq 100 aggiungeva 63 punti (0,3%).

    I mercati sembrano stabilizzarsi dopo il sell‑off della scorsa settimana, innescato dai deludenti dati sull’occupazione e dalle tensioni geopolitiche. L’Ufficio di Statistica del Lavoro ha rivisto al ribasso i numeri di maggio e giugno, spingendo Trump a rimuovere il commissario dell’agenzia. Le revisioni hanno sollevato dubbi sulla resistenza dell’economia USA.

    Tuttavia, il cambiamento del tono economico ha alimentato la speculazione su un possibile intervento imminente della Fed. Secondo gli analisti di Vital Knowledge, “la probabilità di una riduzione a settembre ora è circa il 90%, contro circa il 63% una settimana fa”, come mostra il FedWatch Tool del CME.

    Inoltre, le aziende hanno generalmente fornito commenti rassicuranti sui risultati. “Il fatto che stiamo attraversando una […] stagione di utili in cui i team di gestione non sembravano particolarmente allarmati circa le condizioni economiche sta dando un certo conforto agli investitori”, hanno scritto gli analisti di Vital Knowledge.

    Trump minaccia l’India sui dazi per il petrolio russo

    Lunedì, Trump ha minacciato nuovi dazi elevati sulle merci indiane. Ha avvertito che avrebbe “sostanzialmente” aumentato i dazi in risposta ai continui acquisti indiani di petrolio russo.

    La minaccia viene accanto a proposte per dazi reciproci del 25% sulle esportazioni indiane e misure fino al 100% contro Paesi come Cina e India, che continuano a importare energia russa. L’atteggiamento di Trump verso Mosca si è inasprito nelle ultime settimane dopo il fallimento dei colloqui di cessate il fuoco in Ucraina.

    Ha anche criticato l’allineamento dell’India con il gruppo BRICS, accusandolo di cercare di indebolire l’influenza globale degli Stati Uniti.

    Secondo Reuters, l’India prevede di mantenere gli importi attuali di greggio russo. Le autorità di Nuova Delhi difendono la relazione in termini strategici ed economici. Nei mercati finanziari, i bond indiani sono leggermente calati, e alcuni analisti prevedono una riduzione dei tassi da parte della Reserve Bank of India questa settimana.

    Palantir vola sull’onda dell’IA

    Palantir Technologies ha registrato un balzo delle proprie azioni nel trading post‑mercato, dopo un trimestre eccezionale. La società ha riportato il fatturato più elevato dalla quotazione nel 2020, grazie soprattutto alla forte domanda governativa statunitense.

    L’azienda beneficia del sostegno a livello politico, in particolare dell’incoraggiamento dell’amministrazione USA all’adozione diffusa dell’intelligenza artificiale e della decisione del Pentagono di acquistare software da fornitori alternativi. Questi fattori hanno aumentato l’interesse per le soluzioni difensive e analitiche basate su IA di Palantir.

    I ricavi del secondo trimestre sono aumentati del 48% su base annua, raggiungendo circa 1 miliardo di dollari, superando le stime di Wall Street. Oltre il 40% delle vendite proviene da contratti governativi USA. La società, sostenuta da Peter Thiel, ha anche superato le attese sugli utili rettificati.

    Ora Palantir prevede ricavi annuali tra 4,14 e 4,15 miliardi di dollari, in rialzo rispetto alla precedente stima di 3,89–3,90 miliardi.

    Settore dei servizi USA nel mirino

    I mercati monitoreranno anche indicatori economici chiave questa settimana. L’indice ISM dei servizi per luglio è previsto salire a 51,5 da 50,8 di giugno, segnalando una moderata espansione. Il settore dei servizi rappresenta oltre due terzi dell’economia USA ed è rimasto resistente nonostante le pressioni macroeconomiche.

    Secondo l’ISM, un valore superiore a 49 è generalmente associato alla crescita economica complessiva.

    Inoltre, sarà pubblicato anche il dato sugli scambi commerciali di giugno. I precedenti indicatori del PIL suggerivano una riduzione delle importazioni nel secondo trimestre, dopo un aumento legato alla formazione di scorte dovuta ai dazi.

    Il settore dei servizi in Cina sorpassa le attese

    In Asia, il settore dei servizi in Cina ha registrato una performance migliore del previsto a luglio. L’indice S&P Global China General Services PMI è salito a 52,6 da 50,6, superando le stime pari a 50,4.

    S&P Global ha attribuito la crescita alla domanda interna e internazionale. Le misure di stimolo orientate al consumo adottate da Pechino hanno sostenuto la spesa interna, mentre le esportazioni di servizi sono rimaste poco impattate dai dazi statunitensi, che colpiscono principalmente beni tangibili.

    Nonostante la debolezza del comparto manifatturiero, i servizi restano un punto di forza per l’economia cinese.

    Da luglio, S&P Global non è più affiliata con Caixin per il PMI cinese.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei risalgono lunedì dopo il forte calo della scorsa settimana a causa delle preoccupazioni sui dazi

    DAX, CAC, FTSE100, I mercati europei risalgono lunedì dopo il forte calo della scorsa settimana a causa delle preoccupazioni sui dazi

    Le azioni europee hanno registrato un solido rimbalzo lunedì dopo le forti perdite nella sessione precedente, causate dai timori legati all’aumento dei dazi statunitensi. Gli investitori sembrano non essere stati influenzati dal calo della fiducia degli investitori nell’Eurozona registrato ad agosto.

    L’indice di fiducia degli investitori Sentix per l’Eurozona è sceso a -3,7 in agosto da 4,5 di luglio, segnando la prima lettura negativa dopo quattro mesi.

    Il DAX tedesco è salito dell’1,4%, il CAC 40 francese è aumentato dello 0,9% e il FTSE 100 britannico è cresciuto dello 0,5%.

    La compagnia aerea low-cost Wizz Air Holdings (LSE:WIZZ) ha guadagnato terreno dopo aver pubblicato i dati passeggeri di luglio 2025.

    La società postale olandese PostNL NV (EU:PNL) è salita dopo aver confermato le previsioni per l’intero anno.

    Anche Lloyds Banking Group (LSE:LLOY) ha registrato un rialzo mentre valuta l’impatto di una sentenza del tribunale del Regno Unito riguardante il finanziamento auto.

    Al contrario, le azioni della banca svizzera UBS (NYSE:UBS) sono scese dopo l’annuncio di un accordo da 300 milioni di dollari per chiudere un caso negli Stati Uniti relativo alla vendita impropria di investimenti legati a mutui.

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  • Dow Jones, S&P, Nasdaq,Futures, Wall Street pronta a rimbalzare mentre gli investitori cercano occasioni dopo un forte calo

    Dow Jones, S&P, Nasdaq,Futures, Wall Street pronta a rimbalzare mentre gli investitori cercano occasioni dopo un forte calo

    I futures sui principali indici azionari statunitensi indicano guadagni per l’apertura di lunedì, con i mercati che cercano di recuperare dopo le forti perdite registrate negli ultimi due giorni di contrattazioni.

    Dopo una significativa correzione che ha allontanato Nasdaq e S&P 500 dai loro massimi record recenti, gli investitori alla ricerca di occasioni sembrano pronti a rientrare, acquistando azioni a prezzi scontati.

    La vendita massiccia di venerdì è stata causata dalle crescenti preoccupazioni per i nuovi dazi del presidente Donald Trump, dalla crescita occupazionale deludente e da un forte calo delle azioni di Amazon (NASDAQ:AMZN).

    C’è anche un cauto ottimismo che il rapporto sull’occupazione debole possa spingere la Federal Reserve a ridurre i tassi d’interesse nella riunione di settembre.

    I dati dello strumento FedWatch di CME Group mostrano che la probabilità di un taglio dei tassi di 25 punti base è salita all’85,4%, rispetto al 63,1% di una settimana fa.

    Dopo un calo moderato di giovedì, le azioni sono crollate più nettamente venerdì. I principali indici hanno tutti registrato perdite significative, con Nasdaq e S&P 500 che si sono allontanati nettamente dai livelli record intraday raggiunti all’inizio della settimana.

    Sebbene i mercati abbiano rimbalzato prima della chiusura, la giornata si è chiusa in perdita. Il Nasdaq è sceso di 472,32 punti, pari al 2,2%, chiudendo a 47.231,61. L’S&P 500 ha perso 101,38 punti, o l’1,6%, a 6.238,01, mentre il Dow è calato di 542,40 punti, o l’1,2%, a 43.588,58.

    Nel corso della settimana, il Dow è precipitato del 2,9%, mentre l’S&P 500 e il Nasdaq hanno perso rispettivamente il 2,4% e il 2,2%.

    La discesa del mercato è avvenuta in un contesto di crescenti timori sull’impatto economico dei nuovi dazi imposti dalla Casa Bianca, che variano dal 10% fino al 41% su importazioni da decine di Paesi. Verrà inoltre applicata una tariffa del 40% su merci trasbordate per evitare i dazi esistenti.

    “Gli investitori sono stati colti di sorpresa, sperando in precedenza che Trump avrebbe rinviato i nuovi livelli tariffari in attesa di ulteriori negoziati con i partner commerciali esteri,” ha detto Russ Mould, direttore degli investimenti di AJ Bell. Ha aggiunto: “Invece, abbiamo una pioggia di nuove tariffe e questo significa che gli investitori devono prendersi il tempo per capire cosa significhi questo per le aziende nel loro portafoglio.”

    Il sentimento del mercato è stato inoltre influenzato da un rapporto del Dipartimento del Lavoro che ha mostrato una crescita occupazionale inferiore alle attese a luglio. I posti di lavoro non agricoli sono aumentati di solo 73.000, sotto le 110.000 previste, e le revisioni al ribasso hanno ridotto i dati di maggio e giugno di un totale di 258.000.

    Con le revisioni, la crescita occupazionale di maggio è stata corretta a 19.000 e quella di giugno a 14.000. Il tasso di disoccupazione è salito al 4,2% a luglio dal 4,1% di giugno, in linea con le aspettative.

    Le azioni Amazon sono scese dell’8,3% dopo che la società ha consegnato risultati solidi per il secondo trimestre ma ha deluso gli investitori con una guidance prudente sugli utili operativi per il trimestre in corso.

    Le compagnie aeree hanno subito pesanti perdite, con l’indice NYSE Arca Airline che è sceso del 4,3%. Anche i titoli dei servizi petroliferi hanno subito pressioni a causa del forte calo del prezzo del greggio, evidenziato dal calo del 3,5% dell’indice Philadelphia Oil Service.

    I settori hardware per computer, retail e bancario hanno subito cali significativi, mentre i settori farmaceutico e immobiliare hanno resistito alla tendenza negativa.

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  • L’oro si stabilizza dopo un forte balzo, spinto da dati deboli sul lavoro USA e aspettative di tagli ai tassi

    L’oro si stabilizza dopo un forte balzo, spinto da dati deboli sul lavoro USA e aspettative di tagli ai tassi

    I prezzi dell’oro sono rimasti sostanzialmente invariati lunedì, dopo un’impennata alla fine della scorsa settimana, in seguito a dati occupazionali deludenti negli Stati Uniti che hanno rafforzato le attese per un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve.

    Alle 05:00 ET (09:00 GMT), l’oro spot è sceso dello 0,1% a 3.358,72 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro con consegna a dicembre sono saliti dello 0,4% a 3.412,55 dollari l’oncia.

    Il report sul lavoro rilancia i rialzisti sull’oro

    Venerdì l’oro ha guadagnato oltre il 2%, interrompendo due settimane consecutive di cali. Il rialzo è stato innescato dai dati occupazionali statunitensi inferiori alle attese: le buste paga non agricole sono aumentate di appena 73.000 unità a luglio, ben al di sotto delle previsioni. I dati di maggio e giugno sono stati rivisti al ribasso.

    Il tasso di disoccupazione è salito al 4,2%, segnalando un rallentamento del mercato del lavoro e portando gli investitori a prezzare una probabilità del 90% per un taglio dei tassi a settembre.

    Tassi d’interesse più bassi aumentano l’attrattiva dell’oro, riducendo il costo opportunità degli asset che non generano rendimento.

    L’incertezza sui dazi spinge ulteriormente la domanda di oro

    Anche l’incertezza geopolitica ha sostenuto i prezzi. La decisione del presidente Trump di imporre dazi su una vasta gamma di importazioni da Canada, Brasile, India e Taiwan ha creato tensioni sui mercati.

    Queste misure hanno sollevato timori inflazionistici e potrebbero avere effetti negativi sul commercio globale, spingendo gli investitori verso l’oro come bene rifugio.

    L’oro resta una scelta popolare in un contesto di bassi rendimenti e incertezza economica.

    Andamento misto per gli altri metalli

    Altri metalli preziosi sono saliti: i futures sul platino hanno guadagnato l’1% a 1.329,50 dollari l’oncia, mentre quelli sull’argento sono cresciuti dell’1,3% a 37,417 dollari.

    Nel comparto rame, i futures LME sono saliti dello 0,9% a 9.726,10 dollari a tonnellata, mentre quelli USA sono avanzati dello 0,8% a 4,4695 dollari per libbra.

    Nonostante i guadagni, il rame USA resta sotto pressione dopo il crollo del 20% della scorsa settimana, seguito all’esclusione del metallo raffinato dai dazi previsti.

    “Il crollo di un’operazione di arbitraggio ha lasciato gli Stati Uniti con un enorme accumulo di scorte di rame,” hanno affermato gli analisti di ING in una nota. “Le scorte di rame nei magazzini Comex sono ai massimi da 21 anni. Ora quelle scorte potrebbero essere riesportate.”

    “Ciò sarà negativo per i prezzi LME, poiché più rame si riverserà nei magazzini LME,” hanno aggiunto.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Le vendite di Stellantis rallentano di nuovo in Italia, ma alcuni marchi crescono

    Le vendite di Stellantis rallentano di nuovo in Italia, ma alcuni marchi crescono

    Stellantis (BIT:STLAM) ha registrato un altro calo delle immatricolazioni in Italia lo scorso mese, seppur meno marcato rispetto a prima. A luglio, il gruppo ha venduto 30.797 unità, in diminuzione del 12,1% rispetto alle 35.038 unità dello stesso mese dell’anno precedente, quando già avevano registrato un calo del 32,9% a giugno. La quota di mercato di Stellantis in Italia è scesa al 26%, dal 28,1% del 2024, ma resta superiore al 24,5% di giugno.

    Da gennaio a luglio, Stellantis ha immatricolato 281.454 veicoli, con un calo dell’11,7% rispetto ai 318.744 veicoli dello stesso periodo nel 2024. La quota di mercato al 31 luglio era del 31,5%, leggermente inferiore al 31,9% di giugno ma superiore al 29,3% di inizio mese, secondo dati raccolti da Stellantis tramite Dataforce.

    Guardando ai singoli marchi, Alfa Romeo ha continuato la sua crescita in Italia. Fiat e Fiat Professional hanno mantenuto la leadership nei rispettivi settori con una quota combinata dell’11,2%, pari a 15.244 immatricolazioni, con un aumento del 9,2% rispetto a luglio 2024.

    Alfa Romeo ha immatricolato 1.962 veicoli lo scorso mese, con un aumento del 14% su base annua, raggiungendo una quota di mercato dell’1,7% — in crescita di 0,3 punti percentuali. Nel periodo gennaio-luglio, le immatricolazioni di Alfa Romeo sono salite a 18.847 unità, con un incremento del 35%, mentre la quota di mercato cumulativa si attesta all’1,9%, in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto al 2024.

    “Questi numeri dimostrano la forza di una strategia commerciale focalizzata su una gamma coerente con l’identità del marchio e un’offerta capace di coniugare sportività, tecnologia e design italiano,” ha sottolineato l’azienda in una nota.

    A luglio 2025, i dati sulle immatricolazioni in Francia e Spagna hanno mostrato un mercato complessivamente stabile. La Francia ha registrato un calo del 6%, parzialmente compensato da una crescita del 17% in Spagna, grazie al piano di incentivi “Reinicia auto+”. Tuttavia, Stellantis ha sottoperformato in entrambi i paesi, con un calo del 6%. Tra i suoi marchi, DS (-18%), Jeep (-12%) e Alfa Romeo (-21%) hanno registrato le diminuzioni più marcate. La quota di mercato è calata sia rispetto all’anno precedente (-0,5%) sia in modo significativo rispetto al 2019 (-9,7%).

    “Questo confronto riguarda la nostra stima delle vendite per la regione Europa allargata, che prevede una crescita del 6% nel secondo trimestre,” hanno spiegato gli analisti di WebSim Intermonte, che mantengono una raccomandazione neutrale sulle azioni Stellantis, fissando un prezzo obiettivo di 8,50 euro rispetto ai 7,654 euro attuali (+0,80%).

    Il Messico ha riportato risultati positivi, con 6.696 unità vendute a luglio, un aumento del 4% rispetto al 2024. Ram è stato il marchio più venduto in quel mercato, con 2.947 unità.

    Nonostante ciò, Stellantis ha fatto peggio rispetto al mercato italiano nel suo complesso, che ha registrato un calo del 5,11% a luglio, con 118.493 unità. La tendenza negativa è proseguita nei primi sette mesi dell’anno, con 973.396 immatricolazioni, in calo del 3,75% rispetto agli 1.011.338 dello stesso periodo del 2024.

    I veicoli elettrici continuano a registrare buone performance, anche se l’Italia rimane indietro rispetto ad altri paesi europei. A luglio sono stati venduti 5.764 veicoli totalmente elettrici, con un incremento del 40,59% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. La quota di mercato dei BEV è salita al 4,85%, dal 3,27% dell’anno scorso. Nei primi sette mesi dell’anno le immatricolazioni elettriche hanno raggiunto 50.539 unità, in crescita del 30,86%, con una quota di mercato del 5,17%.

    Unrae ha parlato di un “problema strutturale che non dà segni di miglioramento” e ha previsto che il 2025 potrebbe chiudersi con 400.000 auto in meno vendute rispetto al 2019.

    L’associazione ha rivisto al ribasso le stime per il 2025, portandole a 1.515.000 nuove immatricolazioni, 25.000 in meno rispetto alle previsioni di aprile. Roberto Pietrantonio, presidente di Unrae, ha sottolineato: “Nell’Unione Europea, dove l’Italia si posiziona quinta dalla fine nel 2024 per penetrazione delle auto elettriche, il vero rischio è che il nostro Paese diventi sempre meno attrattivo per investimenti e offerta. È ora di agire: servono incentivi stabili, semplici e programmati che guidino i consumatori e ristabiliscano la fiducia.”

    La prospettiva di futuri incentivi all’acquisto continua a influenzare i risultati di mercato. Fabio Pressi, presidente di Motus-E, ha affermato: “Il mercato continua a mostrare segnali di resilienza, ma l’attesa di nuovi incentivi rischia di trasformarsi in un freno.” Ha aggiunto che “è positivo che il governo abbia annunciato l’arrivo di nuovi incentivi mirati per le fasce a basso reddito a settembre,” ma ha esortato: “ora bisogna essere rapidi e chiari perché i tempi per spendere le risorse sono stretti.”

    “Perché l’Italia raggiunga i livelli di quota di mercato degli altri paesi europei servono misure continue e coerenti nel tempo, come la revisione della deducibilità dei costi di acquisto e noleggio delle auto aziendali,” ha concluso Pressi.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Il mercato azionario di Milano si riprende, guidato dalle banche; Leonardo e Fincantieri registrano forti rialzi

    Il mercato azionario di Milano si riprende, guidato dalle banche; Leonardo e Fincantieri registrano forti rialzi

    Dopo il forte calo di venerdì, il mercato azionario italiano è rimbalzato mentre gli investitori si prendevano una pausa in mezzo all’incertezza causata dalle tensioni commerciali guidate dagli Stati Uniti.

    Al contrario, la Borsa di Zurigo è scesa dell’1,5%, appesantita dall’introduzione di tariffe al 39% da parte degli USA.

    Nel frattempo, l’indice Nikkei di Tokyo ha perso oltre l’1%, reagendo in ritardo alla svendita globale della scorsa settimana.

    Alle 9:40, l’indice FTSE di Milano è salito dell’1,23%, tornando sopra la soglia dei 40.000 punti.

    Il settore bancario, che venerdì ha subito forti vendite, ha mostrato una solida ripresa, con l’indice settoriale in aumento del 2,1%. A guidare la ripresa è stata Popolare Sondrio, in crescita del 2,8%. Anche i principali gruppi Unicredit (BIT:UCG) e Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) hanno registrato guadagni superiori al 2%. MPS (BIT:BMPS) e Mediobanca (BIT:MB) sono saliti rispettivamente del 2,1% e 2,6%, con MPS di Siena attualmente impegnata in un’offerta pubblica di acquisto su Piazzetta Cuccia.

    Anche i titoli della difesa hanno guadagnato terreno. Leonardo (BIT:LDO) è salito del 2,1% dopo che Jefferies ha alzato il prezzo obiettivo da 55 a 58 euro. Fincantieri (BIT:FCT) è balzato del 3,5%. Il CEO Pierroberto Folgiero ha dichiarato nel weekend che l’azienda presenterà un piano industriale aggiornato entro fine anno per aumentare la capacità produttiva nel settore difesa, rispondendo alla domanda di mercato.

    D’altro canto, i titoli ciclici più esposti all’incertezza sulle tariffe hanno registrato perdite. Campari (BIT:CPR) è sceso del 2,2%, nonostante un balzo dell’8% venerdì dopo i risultati trimestrali. Anche Ferragamo (BIT:SFER) e Ferrari (BIT:RACE) hanno subito cali.

    Italgas (BIT:IG) ha guadagnato lo 0,95% dopo che Deutsche Bank (TG:DBK) ha riavviato la copertura con un rating “buy” e ha fissato un prezzo obiettivo a 8,10 euro.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.