Author: Fiona Craig

  • L’inflazione nell’Eurozona aumenta leggermente in agosto

    L’inflazione nell’Eurozona aumenta leggermente in agosto

    I prezzi al consumo nell’Eurozona sono aumentati leggermente in agosto, rimanendo vicini all’obiettivo della Banca Centrale Europea del 2%, suggerendo un contesto inflazionistico relativamente stabile che potrebbe incoraggiare i responsabili politici a mantenere i tassi di interesse dopo una serie di rapide riduzioni.

    Secondo quanto riportato dai media, è previsto che la BCE mantenga i tassi invariati nella prossima riunione di questo mese. Tuttavia, le preoccupazioni per un rallentamento dell’economia più ampia dell’Eurozona potrebbero riaccendere il dibattito su possibili tagli dei tassi in autunno.

    La BCE ha mantenuto il tasso chiave al 2% a luglio, con la presidente Christine Lagarde che ha dichiarato che la politica è in una “buona posizione”. Questa decisione ha concluso un ciclo annuale di riduzioni dei tassi, nonostante le tensioni commerciali e la volatilità geopolitica continuino a creare incertezza sulle prospettive economiche.

    Le stime flash di Eurostat indicano che l’indice dei prezzi al consumo principale nei dodici mesi fino ad agosto è al 2,1%, in aumento rispetto al 2,0% di luglio e in linea con le aspettative.

    “Il piccolo aumento dell’inflazione principale […] fa poca differenza per i responsabili politici della BCE, che sembrano destinati a lasciare i tassi di interesse invariati nella riunione della prossima settimana e probabilmente per diversi mesi a venire,” hanno osservato gli analisti di Capital Economics.

    Hanno sottolineato che l’inflazione nel settore dei servizi, un’area chiave monitorata dalla BCE, “è leggermente scesa” dal 3,2% di luglio al 3,1% di agosto. Questo rappresenta il tasso più basso di inflazione nei servizi da marzo 2022 e “dovrebbe fornire qualche rassicurazione ai responsabili politici che le pressioni sui prezzi interni continuano a diminuire.”

    Nel frattempo, l’IPC “core”, che esclude elementi volatili come cibo ed energia, è aumentato al 2,3%, confermando il ritmo di luglio e leggermente al di sopra del 2,2% previsto dagli economisti.

    La prossima riunione della BCE è prevista per l’11 settembre, con l’aspettativa che i tassi rimangano invariati. Guardando più avanti, alcuni analisti vedono la possibilità di un taglio dei tassi verso la fine del 2025 o all’inizio del 2026 per evitare che l’inflazione rimanga persistentemente al di sotto del target del 2%.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • DAX, CAC, FTSE100, Le azioni europee scendono mentre Nestlé affronta un cambio di leadership in vista dei dati sull’inflazione

    DAX, CAC, FTSE100, Le azioni europee scendono mentre Nestlé affronta un cambio di leadership in vista dei dati sull’inflazione

    Le borse europee hanno registrato un calo martedì, mentre gli investitori valutavano un inaspettato cambio di gestione in Nestlé e si preparavano alla pubblicazione dei dati chiave sull’inflazione nell’Eurozona.

    Alle 08:16 GMT, l’indice pan-europeo Stoxx 600 è sceso dello 0,6%, il Dax tedesco ha perso lo 0,9% e il FTSE 100 britannico lo 0,4%, mentre il CAC 40 francese è rimasto sostanzialmente invariato.

    Il settore alimentare e delle bevande ha sottoperformato, trascinato da un calo dell’1,7% delle azioni di Nestlé (LSE:0RR6) quotata in Svizzera. Il CEO Laurent Freixe è stato rimosso lunedì dopo una revisione del consiglio su una relazione sentimentale precedentemente non dichiarata con un subordinato, in violazione del codice di condotta dell’azienda. Philipp Navratil, dirigente di lunga data e responsabile della divisione Nespresso, ha assunto immediatamente il ruolo di CEO.

    Questo cambiamento improvviso aumenta la pressione su una società già alle prese con anni di vendite e performance azionarie contenute, dopo la partenza dell’ex CEO Mark Schneider lo scorso anno. Il Presidente di lunga data Paul Bulcke ha inoltre annunciato l’intenzione di dimettersi nel 2026.

    Gli investitori ora guardano all’indice dei prezzi al consumo dell’Eurozona, previsto per questa mattina. L’inflazione headline è stimata al 2,1% su base annua ad agosto, leggermente sopra l’obiettivo della Banca Centrale Europea del 2%, mentre l’inflazione core, che esclude elementi volatili come cibo ed energia, è prevista al 2,2%.

    Gli analisti di ING hanno osservato che la BCE prevede un calo dell’IPC all’1,6% il prossimo anno, sostenendo così la possibilità di ulteriori tagli dei tassi per stimolare l’economia dell’Eurozona. “Detto questo, la direzione dell’inflazione da qui resta un dibattito aperto nel Consiglio direttivo,” hanno scritto.

    Tra i movimenti azionari, le azioni di Kering (EU:KER) sono salite dopo che HSBC ha alzato il rating del gruppo Gucci da “hold” a “buy”, mentre Partners Group (LSE:PEY) ha guadagnato terreno a seguito della pubblicazione dei risultati semestrali.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • L’oro riduce i guadagni dopo il picco record tra attese di tagli dei tassi e incertezze sui dazi

    L’oro riduce i guadagni dopo il picco record tra attese di tagli dei tassi e incertezze sui dazi

    L’oro ha leggermente corretto martedì dopo aver toccato brevemente un massimo storico, mentre i mercati reagivano alle aspettative di possibili tagli dei tassi d’interesse negli Stati Uniti e all’incertezza sui dazi commerciali del presidente Donald Trump. Il metallo prezioso resta al centro dell’attenzione come bene rifugio in un contesto di preoccupazioni economiche e politiche.

    Anche argento e platino hanno registrato forti rialzi, con l’argento vicino al massimo degli ultimi 14 anni e il platino in prossimità del picco degli ultimi 11 anni. I movimenti sono coincisi con l’indebolimento del dollaro a un minimo di cinque settimane, in seguito alle speculazioni su possibili riduzioni dei tassi USA.

    L’oro spot è salito dello 0,8% a 3.508,54 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro di dicembre hanno raggiunto 3.578,20$/oz. Nella prima sessione di contrattazione, l’oro spot ha corretto leggermente, negoziando con un rialzo dello 0,2% a 3.482,28$/oz.

    Dazi e attese Fed sostengono i metalli

    Il recente rally dell’oro è stato alimentato dall’incertezza sui dazi di Trump, dopo che una sentenza li ha dichiarati illegali. Pur permettendo la loro applicazione fino a metà ottobre, il presidente ha criticato la decisione e intende fare ricorso alla Corte Suprema. Questa incertezza, soprattutto sui dazi entrati in vigore ad agosto, ha spinto gli investitori verso i metalli come rifugio.

    Allo stesso tempo, le attese per un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve a settembre hanno ulteriormente sostenuto oro e altri metalli. I dati CME FedWatch indicano circa l’85% di probabilità per una riduzione di 25 punti base, nonostante l’indice PCE di luglio mostrasse pressioni inflazionistiche persistenti sopra il target del 2% della Fed. Il presidente della Fed Jerome Powell aveva precedentemente indicato la possibilità di un taglio a settembre, senza però impegnarsi formalmente a causa dell’inflazione.

    Un dollaro più debole ha inoltre supportato i beni privi di rendimento come i metalli, resi più attraenti dai tassi bassi rispetto ai titoli di Stato.

    L’argento spot è salito dello 0,1% a 40,7545$/oz, superando brevemente il livello di 40$ per la prima volta dal 2011. Il platino ha guadagnato lo 0,7% a 1.421,55$/oz, restando vicino al massimo degli ultimi 11 anni. Negli ultimi mesi argento e platino hanno sovraperformato l’oro, con prezzi più bassi e consolidamento dell’oro a stimolare la domanda speculativa.

    Anche i metalli industriali hanno mostrato slancio. I prezzi del rame sono aumentati, in risposta a dati PMI misti dalla Cina, suggerendo possibili ulteriori stimoli. I futures sul rame della London Metal Exchange sono saliti dello 0,3% a 9.919$/ton, mentre il rame COMEX ha guadagnato lo 0,4% a 4,5905$/lb.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Il petrolio mantiene i guadagni tra preoccupazioni per le forniture russe e OPEC+

    Il petrolio mantiene i guadagni tra preoccupazioni per le forniture russe e OPEC+

    I prezzi del petrolio sono rimasti sostanzialmente invariati nella sessione asiatica di martedì, mantenendo i guadagni di lunedì mentre i trader valutano i rischi di potenziali interruzioni legate al conflitto Russia-Ucraina contro l’aumento della produzione dei paesi OPEC+.

    Alle 21:03 ET (01:03 GMT), il Brent con consegna a novembre era in rialzo dello 0,3% a 68,33 dollari al barile, dopo un balzo superiore all’1% di lunedì. Il WTI, non quotato lunedì per il giorno festivo negli Stati Uniti, è salito dell’1,3% rispetto alla chiusura di venerdì a 64,81 dollari al barile.

    Rischi sulle forniture russe

    Il mercato resta cauto dopo le notizie di nuovi attacchi ucraini agli impianti di raffinazione ed esportazione russi. Le prospettive di un accordo di pace tra Mosca e Kiev si sono raffreddate dopo l’invito di Donald Trump a colloqui diretti tra i presidenti Zelenskyy e Putin, prima di un possibile vertice trilaterale a Washington.

    L’escalation degli attacchi ha aumentato la probabilità di ulteriori sanzioni sul greggio russo, con potenziali effetti sul mercato e supporto ai prezzi. Stati Uniti e alleati hanno rafforzato l’applicazione delle sanzioni secondarie sul petrolio russo, anche se le forniture verso l’Asia sono state solo marginalmente influenzate. La scorsa settimana Washington ha imposto un’ulteriore tariffa del 25% sulle importazioni indiane di greggio russo, portando il totale al 50% in risposta agli acquisti crescenti di Nuova Delhi.

    Focus sulla riunione OPEC+

    A bilanciare le preoccupazioni sulle forniture, l’aumento della produzione OPEC+ negli ultimi mesi ha sollevato timori di un eccesso di offerta. Gli investitori guardano ora alla riunione del 7 settembre del gruppo per indicazioni sui livelli produttivi futuri. I sondaggi indicano che il cartello probabilmente manterrà stabile la produzione dopo i recenti aumenti accelerati.

    Gli operatori seguono anche il rapporto sull’occupazione non agricola statunitense previsto venerdì, che potrebbe influenzare le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Fed. Tassi più bassi generalmente sostengono il petrolio, stimolando la domanda, indebolendo il dollaro e rendendo le materie prime più attraenti rispetto ai titoli di Stato.

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  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures, Mercati in calo mentre l’oro sale e Nestlé affronta un cambio di leadership

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Wall Street, Futures, Mercati in calo mentre l’oro sale e Nestlé affronta un cambio di leadership

    I futures azionari statunitensi hanno registrato un calo all’inizio di una settimana accorciata dal feriado, con gli investitori concentrati sui prossimi dati economici che potrebbero indicare la futura direzione dei tassi d’interesse negli Stati Uniti. Nel frattempo, il gigante svizzero dell’alimentare Nestlé ha perso terreno dopo l’improvvisa uscita del CEO, mentre l’oro ha raggiunto livelli record in mezzo alle aspettative di tagli dei tassi e incertezze commerciali.

    Futures in ribasso

    I futures dei principali indici statunitensi sono scesi martedì con il ritorno degli operatori dal Labor Day. Alle 03:37 ET, i futures sul Dow Jones erano in calo di 113 punti (0,3%), quelli sull’S&P 500 di 15 punti (0,2%) e quelli sul Nasdaq 100 di 65 punti (0,3%).

    Nonostante agosto sia storicamente un mese volatile per i mercati azionari, l’S&P 500 è salito dell’1,9% nel mese, portando il guadagno dall’inizio dell’anno a circa il 10% e mantenendo l’indice vicino ai massimi storici. Il rialzo segue una ripresa iniziata ad aprile, quando le preoccupazioni per i dazi statunitensi su larga scala avevano provocato vendite massicce.

    Focus sui dati economici

    Gli investitori attendono un pacchetto di dati economici chiave, incluso il rapporto sulle nonfarm payrolls di venerdì. Gli analisti sostengono che una crescita occupazionale più debole del previsto ad agosto — dopo un luglio debole e revisioni negative dei mesi precedenti — potrebbe rafforzare le scommesse su un taglio dei tassi della Fed nella riunione del 16-17 settembre. Si prevedono circa 74.000 nuovi posti di lavoro, leggermente sopra i 73.000 di luglio.

    Martedì sarà pubblicato anche l’indice ISM del settore manifatturiero relativo ad agosto, stimato a 49,0, in aumento rispetto al 48,0 di luglio ma ancora sotto la soglia di 50 punti che indica espansione.

    Uscita del CEO di Nestlé

    Le azioni Nestlé (LSE:0RR6) hanno perso oltre il 3% dopo la rimozione del CEO Laurent Freixe, a seguito di un’indagine del consiglio che ha rilevato una violazione del codice aziendale dovuta a una relazione romantica non dichiarata con un subordinato.

    Philipp Navratil, dirigente di lunga data che in passato ha guidato la divisione Nespresso, assumerà immediatamente il ruolo. Il cambio di leadership aumenta la pressione su un’azienda che affronta già anni di crescita contenuta e un precedente cambio di CEO, mentre il presidente Paul Bulcke ha annunciato l’intenzione di dimettersi nel 2026.

    Oro ai massimi storici

    Martedì l’oro ha raggiunto livelli record, sostenuto dalla domanda di beni rifugio in previsione di tassi più bassi negli USA e dall’incertezza commerciale. L’oro spot è salito dello 0,8% a 3.508,54 dollari l’oncia, mentre i futures di dicembre hanno raggiunto 3.578,20 dollari. Alle 03:27 ET, i prezzi spot hanno leggermente corretto a 3.482,28 dollari l’oncia.

    Anche altri metalli preziosi come argento e platino hanno registrato guadagni, con l’argento vicino ai massimi di 14 anni e il platino vicino ai massimi di 11 anni. Il dollaro è sceso a un minimo di cinque settimane, aumentando l’attrattiva degli asset senza rendimento rispetto ai titoli di Stato. L’incertezza legale sui dazi statunitensi, dopo una sentenza che ne ha dichiarato l’illegalità ma ha consentito la loro applicazione fino a metà ottobre, ha contribuito alla volatilità dei mercati.

    Petrolio in rialzo

    I prezzi del petrolio hanno continuato a salire, con i futures sul Brent novembre in aumento dello 0,9% a 68,74 dollari al barile e il WTI in rialzo dell’1% a 65,24 dollari. Gli operatori hanno valutato il rischio di interruzioni dell’offerta dovute al conflitto Russia-Ucraina rispetto all’aumento della produzione da parte dei membri OPEC+. L’intensificazione dei bombardamenti e le potenziali sanzioni sul petrolio russo hanno aumentato i timori di problemi di approvvigionamento, mentre l’incremento della produzione OPEC+ ha generato preoccupazioni per un possibile eccesso di offerta. I mercati attendono ora la riunione OPEC+ del 7 settembre per segnali sulla politica di produzione futura.

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  • Monte Paschi Potenzia l’Offerta su Mediobanca a 13,5 Miliardi di Euro con Incentivo in Contanti e Rinuncia alla Soglia Minima di Accettazione

    Monte Paschi Potenzia l’Offerta su Mediobanca a 13,5 Miliardi di Euro con Incentivo in Contanti e Rinuncia alla Soglia Minima di Accettazione

    Banca Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS) martedì ha aumentato la propria offerta su Mediobanca (BIT:MB) includendo un pagamento in contanti di 0,90 € per azione, portando il valore totale dell’offerta a 13,5 miliardi di euro.

    Secondo i termini aggiornati, gli azionisti di Mediobanca riceveranno 2,533 azioni ordinarie di nuova emissione di Monte dei Paschi più il pagamento in contanti per ciascuna azione conferita. Sulla base del prezzo di riferimento di Monte dei Paschi di 6,093 € del 23 gennaio, l’offerta valuta ogni azione Mediobanca a 16,334 €, rappresentando un premio dell’11,4% rispetto al prezzo rettificato di 14,667 € della stessa data. Il premio sale al 14,8% rispetto alla media mensile precedente alla data di riferimento, ma si riduce all’1,6% sulla media trimestrale e diventa negativo sulle medie semestrali e annuali.

    Il pacchetto comprende circa 12,8 miliardi di euro in nuove azioni e circa 750 milioni di euro in contanti. Monte dei Paschi ha confermato che gli azionisti che avevano già accettato l’offerta precedente beneficeranno automaticamente delle condizioni migliorate.

    La banca con sede a Siena ha lanciato l’offerta pubblica volontaria di scambio il 14 luglio, a seguito dell’approvazione normativa di Consob del 2 luglio e della pubblicazione del documento di offerta il 3 luglio. L’offerta, che copre tutte le azioni ordinarie di Mediobanca, comprese le azioni proprie, era inizialmente strutturata come uno scambio esclusivamente azionario prima dell’aggiunta della componente in contanti.

    La revisione dell’offerta è avvenuta dopo aggiornamenti delle analisi con consulenti finanziari, includendo i dati di mercato fino al 29 agosto e il piano strategico di Mediobanca pubblicato il 27 giugno. Monte dei Paschi ha inoltre considerato l’annullamento di 20 milioni di azioni proprie da parte di Mediobanca annunciato il 31 luglio, che ha ridotto il numero massimo di azioni oggetto dell’offerta a 813.279.689.

    Il consiglio di amministrazione di Monte dei Paschi ha dichiarato che gli obiettivi finanziari restano invariati, prevedendo un Common Equity Tier 1 pro-forma di circa il 16% in caso di piena sottoscrizione dell’offerta, insieme a un payout ratio del dividendo fino al 100% dell’utile netto. La banca ha evidenziato sinergie annuali pre-tasse previste di circa 700 milioni di euro.

    Separatamente, Monte dei Paschi ha rinunciato alla condizione iniziale che richiedeva l’accettazione da parte dei detentori di almeno il 66,7% dei diritti di voto di Mediobanca. La banca ha confermato che procederà con tutte le azioni conferite, anche se l’offerta non avrà successo se la partecipazione finale scenderà sotto il 35%.

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  • Le azioni di Ithaca Energy calano dopo la vendita da 143 milioni di dollari di Delek ed Eni

    Le azioni di Ithaca Energy calano dopo la vendita da 143 milioni di dollari di Delek ed Eni

    Delek Group (USOTC:DLKGF) e l’italiana Eni (BIT:ENI) hanno venduto azioni per un valore di circa 106 milioni di sterline (143 milioni di dollari) in Ithaca Energy (LSE:ITH), riducendo le loro partecipazioni nel produttore di petrolio e gas quotato a Londra. L’annuncio ha fatto scendere il prezzo delle azioni di Ithaca di oltre il 12% durante la sessione di Londra alle 07:50 GMT di martedì.

    Attraverso le loro filiali nel Regno Unito, i due principali azionisti hanno venduto 49,6 milioni di azioni ordinarie a 213,75 pence ciascuna tramite un accelerated bookbuild, organizzato da Peel Hunt. La transazione rappresenta circa il 3% del capitale sociale totale di Ithaca. Dopo la vendita, Delek mantiene una partecipazione del 50,5%, mentre Eni detiene circa il 36%.

    La cessione delle azioni avviene a poche settimane dall’aumento delle previsioni di produzione 2025 di Ithaca per la seconda volta in tre mesi. La produzione nel primo semestre è più che raddoppiata, raggiungendo 123.600 barili di petrolio equivalente al giorno, rispetto ai 53.000 boepd dell’anno precedente, trainata da acquisizioni, tra cui il portafoglio UK di Eni e una quota maggiorata nel giacimento di gas Cygnus. La società ha riportato un EBITDAX rettificato di 1,1 miliardi di dollari per il primo semestre, rispetto ai 533 milioni dell’anno precedente, e ora prevede una produzione annuale compresa tra 119.000 e 125.000 boepd, rispetto alla precedente stima di 109.000–119.000 boepd.

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  • I mercati globali guadagnano il 28% dai minimi di aprile, Giappone ed Europa in testa

    I mercati globali guadagnano il 28% dai minimi di aprile, Giappone ed Europa in testa

    L’indice MSCI All Country World è salito del 2,4% in agosto, sostenuto da utili societari migliori delle attese, dall’aumento delle aspettative di tagli dei tassi e dal perdurare dell’entusiasmo per gli investimenti nell’intelligenza artificiale, secondo un’analisi di Bank of America.

    Dall’8 aprile, data del minimo ciclico, le azioni globali hanno guadagnato il 28,1%, con Giappone ed Europa a guidare i rialzi. Il mercato giapponese è avanzato del 6,9% il mese scorso, mentre quello europeo è cresciuto del 3,2%. Negli Stati Uniti, invece, i listini si sono mossi in modo più contenuto (+1,8%).

    A livello settoriale, la performance è stata mista. L’hardware tecnologico e i materiali hanno guidato i rialzi globali in agosto (+8,3% e +6,9%), mentre il software (-3,8%) e le utility (-0,6%) hanno segnato cali.

    Il Giappone si è distinto per rendimento nei vari comparti: telecomunicazioni (+19,0%), energia (+14,7%) e utility (+14,2%) hanno registrato i maggiori rialzi a livello mondiale. Al contrario, i semiconduttori giapponesi (-6,3%), il software europeo (-5,7%) e la sanità dell’Asia-Pacifico escluso il Giappone (-5,4%) hanno deluso.

    Da inizio anno, le banche sono state il settore leader a livello globale (+26,6%), trainate soprattutto dal rally del 57,6% degli istituti europei. Seguono telecomunicazioni (+24,3%) e semiconduttori (+23,0%). Più deboli sanità (+2,3%), hardware tecnologico (+2,4%) e beni di consumo discrezionali (+5,0%).

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  • RBC avverte di prospettive moderate per il retail europeo mentre i consumatori riducono le spese

    RBC avverte di prospettive moderate per il retail europeo mentre i consumatori riducono le spese

    RBC Capital Markets vede un potenziale limitato per il settore retail europeo, avvertendo che la debolezza della spesa dei consumatori probabilmente supererà i benefici derivanti da condizioni di margine più favorevoli.

    In un rapporto pubblicato lunedì, la banca ha affermato che la sua più recente indagine sui prezzi nel mercato dell’abbigliamento nel Regno Unito ha mostrato prezzi in gran parte stabili. È emerso che Marks & Spencer, Zalando e H&M sono diventati più competitivi rispetto allo scorso anno. Nel segmento low-cost, Shein ha guadagnato terreno su Primark, mentre il rivenditore online di fast-fashion PrettyLittleThing è diventato più costoso.

    RBC ha sostenuto che questi cambiamenti nelle dinamiche dei prezzi non saranno sufficienti a compensare le preoccupazioni delle famiglie riguardo ai flussi di cassa sotto pressione, alle tasse più elevate e all’aumento del costo della vita.

    Tuttavia, la banca ha evidenziato che le prospettive di margine lordo per i rivenditori di abbigliamento restano favorevoli, sottolineando un indebolimento del 5% su base annua del dollaro USA rispetto all’euro e alla sterlina nel secondo trimestre. Insieme a un’ampia capacità di approvvigionamento e a un contesto di acquisto favorevole, questa tendenza offre ai rivenditori la possibilità di rafforzare la redditività o reinvestire nelle proprie collezioni.

    Nonostante ciò, RBC ha sottolineato che “la sfida principale per il settore sarà ottenere slancio nella crescita dei ricavi”, citando confronti più difficili anno su anno dopo una forte stagione autunnale 2024.

    Anche le prospettive sugli utili aziendali sono cambiate. RBC ha mantenuto invariate le previsioni per Inditex, ma prevede solo una crescita moderata degli utili, con un EPS stimato in aumento del 2% nel 2025 e del 7% nel 2026. Le stime per H&M sono state ridotte dell’1% al 7% per il periodo 2025-26, poiché i progressi nel womenswear non si sono ancora estesi ad altre categorie. Le previsioni per JD Sports (LSE:JD.) sono state riviste al rialzo del 3% al 5% per il 2026-27, mentre Boohoo e WH Smith (LSE:SMWH) hanno subito tagli, con la stima dell’utile ante imposte 2026 di WH Smith ridotta del 22%.

    Le raccomandazioni riflettono questo scenario contrastante. RBC ha valutato Next (LSE:NXT), Marks & Spencer (LSE:MKS), JD Sports e Zalando (TG:ZAL) come “outperform.” Inditex, Boohoo (LSE:DEBS) e Ocado (LSE:OCDO) sono state classificate “underperform.” H&M è stata valutata “sector perform”, con un prezzo obiettivo di 145 SEK, mentre Inditex ha ricevuto un target di €43 con la stessa valutazione. Il prezzo obiettivo di WH Smith è stato abbassato a 850p da £12, mentre quello di JD Sports è stato alzato a 110p da 95p.

    Anche le valutazioni riflettono la crescita più debole. Inditex tratta a circa 22,5 volte gli utili attesi 2025 con un rendimento da dividendo del 4%, mentre H&M a circa 18,5 volte gli utili 2026 con un rendimento del 5%. RBC ha definito l’attuale multiplo di Inditex “pieno” alla luce della sua traiettoria di crescita normalizzata, mentre ha sottolineato che H&M dovrà migliorare lo slancio delle vendite per meritare una rivalutazione.

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  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Cinque temi da seguire sui mercati nella settimana entrante

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Cinque temi da seguire sui mercati nella settimana entrante

    I mercati affrontano una settimana di contrattazioni più corta sotto il peso delle dispute legali sui dazi statunitensi, insieme all’attesa per importanti dati economici e risultati societari. Gli investitori monitoreranno i dati sull’occupazione, una serie di indicatori sull’attività economica e il “Beige Book” della Federal Reserve, mentre Broadcom e Salesforce sono tra le società che pubblicheranno i risultati.

    Sfide legali in corso sui dazi di Trump

    I dazi imposti dall’amministrazione dell’ex presidente Trump continuano a essere sottoposti a scrutinio legale, con critici che mettono in dubbio l’uso dei poteri esecutivi d’emergenza per imporre le tasse sulle importazioni.

    Una sentenza cruciale della Corte d’Appello degli Stati Uniti per il Circuito Federale, venerdì scorso, ha respinto i dazi estesi del presidente Trump. La Casa Bianca ha tempo fino a metà ottobre per appellarsi alla Corte Suprema, altrimenti la decisione entrerà in vigore.

    Secondo i media, i funzionari di Trump hanno da tempo previsto che la Corte Suprema dovrà risolvere la questione e rimangono fiduciosi che i dazi — e la spinta del presidente a sostenere la propria autorità nell’implementazione — otterranno infine supporto dalla maggioranza conservatrice della Corte.

    “I partner commerciali globali senza dubbio troveranno prematuro festeggiare già, ma saremo interessati a vedere se il mercato del Tesoro subirà ulteriore pressione se gli Stati Uniti dovranno restituire i proventi daziari già ricevuti,” hanno detto gli analisti di ING in una nota.

    Il dato sull’occupazione al centro dell’attenzione

    Il rapporto sulle retribuzioni in uscita venerdì fornirà indicazioni sulla salute dell’economia statunitense e sarà uno degli ultimi test della fiducia degli investitori su un possibile taglio dei tassi da parte della Fed a settembre.

    Il rapporto più debole del previsto sulle assunzioni del mese scorso ha rafforzato le aspettative di riduzione dei costi di finanziamento, nonostante le persistenti preoccupazioni sull’inflazione.

    Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha inoltre osservato in un simposio economico in Wyoming che i rischi per il mercato del lavoro stavano aumentando. Secondo il CME FedWatch Tool, lunedì mattina vi era oltre l’87% di probabilità che la Fed riduca i tassi di 25 punti base dall’attuale intervallo del 4,25%-4,5% alla fine della riunione di due giorni del 16-17 settembre.

    Gli economisti stimano che le nonfarm payrolls di agosto si attestino a 74.000, vicino ai 73.000 di luglio. Le revisioni precedenti avevano suscitato controversie, contribuendo al licenziamento del commissario del Bureau of Labor Statistics.

    Dati ISM su manifattura e servizi

    Gli investitori seguiranno anche gli indici ISM per il settore privato, che potrebbero indicare l’effetto della politica dei dazi statunitensi sulle imprese.

    L’ISM Manufacturing PMI di agosto è previsto a 48,9, in aumento rispetto al 48,0 di luglio, mentre l’ISM Services PMI dovrebbe attestarsi a 50,5, leggermente sopra il 50,1 precedente. Valori sotto 50 indicano contrazione, valori sopra 50 indicano espansione.

    Il settore manifatturiero statunitense, circa il 10% dell’economia, ha registrato una contrazione per il quinto mese consecutivo a luglio, con l’occupazione in fabbrica ai minimi degli ultimi cinque anni. I servizi, che rappresentano più di due terzi dell’economia, sono rimasti sostanzialmente stabili, con tendenze occupazionali deboli.

    Beige Book della Fed

    Il Beige Book della Fed, in uscita mercoledì, offrirà uno degli ultimi snapshot dell’economia prima della riunione politica di settembre.

    Il Beige Book di luglio evidenziava preoccupazioni diffuse per i costi. “Questo aumenterebbe la probabilità che i prezzi al consumo inizino a salire più rapidamente entro la fine dell’estate,” si leggeva nel rapporto, aggiungendo che tutti e 12 i distretti della Fed hanno segnalato effetti della politica commerciale di Trump.

    Il rapporto ha anche mostrato che molte aziende hanno rinviato assunzioni e licenziamenti a causa dell’incertezza sui dazi, segnalando prudenza nella pianificazione aziendale.

    Earnings: Broadcom e Salesforce

    In evidenza questa settimana i risultati di Broadcom (NASDAQ:AVGO). Gli investitori cercheranno indicazioni sugli investimenti in intelligenza artificiale, che hanno subito un rallentamento dopo risultati deludenti di diverse società tecnologiche.

    Nvidia (NASDAQ:NVDA), leader nel settore AI, ha fornito previsioni caute la scorsa settimana, alimentando ulteriormente le preoccupazioni degli investitori, nonostante le elevate entrate assolute.

    “Anche se gli investitori si stanno allontanando dall’AI, sembrano tornare sul software, un settore che molti temono possa subire rischi di sostituzione/disruzione dall’AI,” hanno detto gli analisti di Vital Knowledge in una nota, aggiungendo che i risultati di Salesforce di mercoledì saranno “una grande prova per il gruppo.”

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