Author: Fiona Craig

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq – Le preoccupazioni geopolitiche potrebbero pesare su Wall Street dopo i raid israeliani contro l’Iran

    Dow Jones, S&P, Nasdaq – Le preoccupazioni geopolitiche potrebbero pesare su Wall Street dopo i raid israeliani contro l’Iran

    I futures sugli indici principali degli Stati Uniti – Dow Jones, S&P e Nasdaq – indicano attualmente un’apertura nettamente in ribasso per i mercati nella giornata di venerdì, con le azioni che potrebbero registrare un marcato calo dopo aver chiuso la sessione precedente in leggero rialzo.

    Le tensioni geopolitiche dovrebbero pesare su Wall Street già dalle prime battute, dopo che Israele ha lanciato una serie di raid aerei contro l’Iran questa mattina.

    I bombardamenti israeliani, che hanno colpito impianti nucleari e fabbriche di missili balistici, avrebbero ucciso almeno tre alti ufficiali militari iraniani.

    In risposta, l’Iran ha lanciato oltre 100 droni verso il territorio israeliano, che le Forze di Difesa Israeliane hanno dichiarato di essere impegnate a intercettare.

    Gli attacchi hanno alimentato i timori di un conflitto più ampio, mentre il prezzo del petrolio greggio è salito bruscamente per via delle preoccupazioni legate a possibili interruzioni dell’offerta.

    Reagendo alla notizia su Truth Social, il presidente Donald Trump ha esortato l’Iran a raggiungere un accordo nucleare prima che l’escalation degli attacchi peggiori ulteriormente.

    «Ci sono già state grandi perdite e distruzioni, ma c’è ancora tempo per fermare questa carneficina, prima che i prossimi attacchi, già pianificati e ancora più brutali, abbiano luogo», ha dichiarato Trump.

    «L’Iran deve fare un accordo, prima che non resti più nulla, e salvare ciò che un tempo era noto come l’Impero Persiano», ha aggiunto. «Niente più morte, niente più distruzione, FATELO, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.»

    Giovedì, le azioni sono riuscite a recuperare da un calo iniziale, chiudendo la sessione con leggeri rialzi. Questo rimbalzo ha compensato in gran parte le perdite viste mercoledì, con il Dow e lo S&P 500 che hanno toccato nuovi massimi di chiusura su tre mesi.

    Lo S&P 500 ha chiuso in aumento di 23,02 punti (+0,4%) a 6.045,26; il Dow Jones è salito di 101,85 punti (+0,2%) a 42.967,62; e il Nasdaq è cresciuto di 46,61 punti (+0,2%) a 19.662,48.

    Il rimbalzo di Wall Street è avvenuto mentre gli investitori analizzavano i dati più recenti sull’inflazione negli Stati Uniti. Un rapporto del Dipartimento del Lavoro ha mostrato che i prezzi alla produzione sono aumentati meno del previsto a maggio.

    Il Dipartimento ha riferito che l’indice dei prezzi alla produzione per la domanda finale è salito dello 0,1% dopo essere sceso dello 0,2% (dato rivisto) in aprile.

    Gli economisti si aspettavano un aumento dello 0,3%, rispetto al calo dello 0,4% inizialmente riportato per il mese precedente.

    Il rapporto ha inoltre indicato che il tasso annuale di crescita dei prezzi alla produzione è aumentato al 2,6% a maggio dal 2,5% di aprile, in linea con le stime degli economisti.

    «Per il secondo giorno consecutivo, i dati sull’inflazione sono stati inferiori alle attese, e questo dà alla Fed margine per restare in attesa», ha dichiarato Chris Zaccarelli, Chief Investment Officer di Northlight Asset Management.

    Ha aggiunto: «Finché l’inflazione non aumenterà – o meglio ancora, diminuirà – la Fed potrà essere paziente e aspettare maggiori informazioni su come i nuovi dazi e le trattative commerciali incideranno sulla stabilità dei prezzi, parte del suo duplice mandato, più avanti quest’anno.»

    Le azioni sono scese anche a causa dell’incertezza persistente sugli scambi commerciali, in assenza di dettagli concreti sull’accordo USA-Cina annunciato mercoledì.

    Il presidente Trump ha dichiarato ai giornalisti che avrebbe inviato lettere ad altri partner commerciali degli Stati Uniti entro due settimane, delineando nuove tariffe doganali.

    Trump ha inoltre affermato che sarebbe disposto a estendere la sospensione di 90 giorni dei dazi, prevista in scadenza all’inizio del mese prossimo, ma ha detto di non ritenere che sarà necessario.

    I titoli auriferi hanno registrato un forte rialzo, in scia a un forte aumento del prezzo del metallo prezioso: l’indice NYSE Arca Gold Bugs è salito dell’1,5%.

    Un forte guadagno si è visto anche tra i titoli delle utility sensibili ai tassi d’interesse, con l’indice Dow Jones Utility Average in crescita dell’1,4%.

    I titoli del settore software, farmaceutico e delle reti informatiche sono anch’essi saliti in modo significativo, mentre i titoli delle compagnie aeree hanno proseguito il calo iniziato mercoledì.

  • DAX, CAC, FTSE100, Borse Europee in calo a causa delle tensioni in Medio Oriente

    DAX, CAC, FTSE100, Borse Europee in calo a causa delle tensioni in Medio Oriente

    Le azioni europee sui principali indici DAX, CAC e FTSE100 sono scese venerdì, poiché le crescenti tensioni in Medio Oriente hanno compensato i dati incoraggianti sull’inflazione provenienti da Germania e Francia.

    Israele ha lanciato attacchi contro l’Iran, prendendo di mira impianti nucleari e fabbriche di missili balistici, nel tentativo di “danneggiare l’infrastruttura nucleare iraniana, le sue fabbriche di missili balistici e le capacità militari”.

    I raid notturni hanno causato la morte di almeno tre alti comandanti militari iraniani. In risposta, l’Iran ha lanciato oltre 100 droni verso il territorio israeliano.

    Sul fronte economico, secondo i dati finali pubblicati oggi da Destatis, i prezzi al consumo in Germania hanno registrato una crescita annuale stabile a maggio, grazie al continuo calo dei prezzi dell’energia.

    L’indice dei prezzi al consumo è salito del 2,1% rispetto all’anno precedente, lo stesso tasso di crescita registrato ad aprile. Il dato è in linea con la stima preliminare pubblicata il 30 maggio.

    L’inflazione misurata sull’indice armonizzato dei prezzi al consumo si è attenuata al 2,1% dal 2,2% del mese precedente.

    Altrove, in Francia, l’inflazione dei prezzi al consumo è leggermente rallentata come inizialmente stimato, raggiungendo a maggio il livello più basso da oltre quattro anni, complice il rallentamento dei costi dei servizi e il continuo calo dei prezzi dell’energia, secondo i dati più recenti dell’INSEE.

    L’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,7% su base annua a maggio, in rallentamento rispetto allo 0,8% registrato ad aprile. Il dato è in linea con la stima preliminare pubblicata il 27 maggio. Si tratta del tasso di inflazione più basso dal febbraio 2021, quando i prezzi erano saliti dello 0,6%.

    L’indice tedesco DAX è in calo dell’1,1%, il CAC 40 francese perde lo 0,8% e il FTSE 100 britannico cede lo 0,1%.

    I titoli legati al settore dei viaggi sono scesi bruscamente: Lufthansa (TG:LHA), easyJet (LSE:EZJ), Wizz Air Holdings (LSE:WIZZ) e il gruppo proprietario di British Airways, ICAG (LSE:IAG), hanno perso tra il 3% e il 5%.

    Il colosso del settore petrolifero e del gas BP Plc (NYSE:BP) è salito del 3% e Shell (LSE:SHEL) ha guadagnato l’1,7%, grazie all’aumento dei prezzi del greggio di oltre 4 dollari al barile per timori legati all’offerta.

    Il gruppo tecnologico Ocado (LSE:OCDO) è crollato del 3% dopo aver annunciato di aver attinto a una lettera di credito da 152 milioni di dollari nell’ambito dell’accordo con Kroger Co. (NYSE:KR), emessa dalla Bank of Nova Scotia.

    Oxford Instruments (LSE:OXIG) ha perso il 4% nonostante abbia riportato risultati solidi per l’anno fiscale conclusosi a marzo.

  • Vendite di iPhone in forte crescita: +15% ad aprile-maggio, Apple torna al primo posto in Cina

    Vendite di iPhone in forte crescita: +15% ad aprile-maggio, Apple torna al primo posto in Cina

    Le vendite globali di iPhone sono aumentate del 15% su base annua nei mesi di aprile e maggio, registrando il miglior risultato per questo periodo da prima della pandemia di COVID-19. A rivelarlo sono i dati preliminari di Counterpoint Research, secondo cui Apple (NASDAQ:AAPL) ha riconquistato la prima posizione nel mercato cinese a maggio.

    La crescita è stata trainata soprattutto dai due mercati principali dell’azienda: Cina e Stati Uniti, dove le vendite hanno mostrato una forte ripresa. Apple ha inoltre beneficiato, in parte, dell’effetto “tariff-dodging” (ovvero acquisti per evitare i dazi doganali) e ha registrato una crescita a doppia cifra anche in Giappone, India e Medio Oriente.

    “Le performance dell’iPhone nel secondo trimestre appaiono promettenti al momento,” ha affermato Ivan Lam, analista senior di Counterpoint Research. “Ma come sempre, le oscillazioni saranno determinate principalmente da due mercati: gli Stati Uniti e la Cina.”

  • I mercati europei crollano dopo gli attacchi israeliani all’Iran; petrolio in forte rialzo

    I mercati europei crollano dopo gli attacchi israeliani all’Iran; petrolio in forte rialzo

    Le borse europee hanno subito un forte calo giovedì, mentre i prezzi del petrolio sono schizzati verso l’alto, dopo che Israele ha lanciato una serie di attacchi contro l’Iran, alimentando timori di un’escalation regionale e di un rallentamento della crescita globale.

    Alle 03:02 ET, l’indice DAX in Germania ha perso l’1,4%, il CAC 40 in Francia è sceso dell’1,2% e il FTSE 100 nel Regno Unito ha ceduto lo 0,5%, ritracciando rispetto ai massimi record raggiunti giovedì.

    Timori e incertezza per gli attacchi di Israele

    Israele ha condotto un massiccio raid aereo all’alba di venerdì, colpendo decine di obiettivi militari e nucleari in Iran, mentre in Israele è stato dichiarato lo stato di emergenza in previsione di un possibile contrattacco con missili e droni da parte di Teheran.

    I media iraniani hanno riferito, senza conferme ufficiali, della morte del comandante dei Guardiani della Rivoluzione iraniani, Hossein Salami, durante gli attacchi.

    L’Iran ha promesso una risposta “dura” sia contro Israele che contro gli Stati Uniti, mentre il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha dichiarato che l’azione militare israeliana è stata indipendente, giustificata come autodifesa.

    La Casa Bianca aveva precedentemente avvertito che avrebbe considerato misure militari qualora le trattative nucleari fossero fallite, con una scadenza cruciale giovedì scorso.

    Questi attacchi hanno riacceso le preoccupazioni per la sicurezza delle forniture di petrolio mediorientali e per la crescita globale, aggravando un clima già fragile a causa delle incertezze commerciali internazionali.

    Trump minaccia nuovi dazi sulle auto

    Il presidente USA Donald Trump ha aumentato i timori commerciali giovedì, annunciando la possibilità di nuovi dazi sulle automobili, a soli giorni dalla sua dichiarazione che l’accordo commerciale con la Cina era “completato”.

    Trump ha inoltre detto che invierà lettere ai principali partner commerciali degli Stati Uniti nelle prossime due settimane per illustrare i dazi previsti, in vista della scadenza del 9 luglio per raggiungere nuovi accordi commerciali.

    Inflazione tedesca e francese sotto controllo

    Sul fronte economico europeo, l’inflazione in Germania è scesa al 2,1% a maggio, confermando i dati preliminari. I prezzi al consumo armonizzati per l’UE sono aumentati su base annua del 2,1%, in lieve calo rispetto al 2,2% di aprile.

    Anche in Francia l’inflazione ha rallentato, attestandosi allo 0,7% annuo a maggio, contro lo 0,8% del mese precedente, confermando la debole pressione inflazionistica nella seconda economia dell’Eurozona.

    Crescita del traffico passeggeri a Francoforte

    Sul fronte corporate, l’aeroporto di Francoforte ha gestito 5,6 milioni di passeggeri a maggio 2025, in aumento dell’1,8% rispetto all’anno precedente, mentre Fraport ha registrato una crescita complessiva del traffico.

    Il volume merci, inclusi cargo e posta aerea, è cresciuto del 4,4% su base annua.

    Petrolio in forte rialzo dopo gli attacchi israeliani

    I prezzi del petrolio sono balzati venerdì dopo gli attacchi israeliani all’Iran, con il timore che un conflitto più ampio nel Medio Oriente possa compromettere le forniture da una regione strategica per l’energia mondiale.

    Alle 03:02 ET, i futures sul Brent sono saliti del 5,7% a 73,32 dollari al barile, mentre il WTI ha guadagnato il 6% a 72,13 dollari al barile, toccando i massimi da quasi cinque mesi.

    “L’incertezza geopolitica è salita in modo significativo, costringendo il mercato petrolifero a prezzare un rischio maggiore per eventuali interruzioni dell’offerta,” hanno commentato gli analisti di ING guidati da Warren Patterson.

  • Tesla aumenta i prezzi di Model S e Model X negli Stati Uniti

    Tesla aumenta i prezzi di Model S e Model X negli Stati Uniti

    Tesla (NASDAQ:TSLA) ha incrementato i prezzi dei suoi veicoli Model S e Model X negli Stati Uniti, come riportato sul sito ufficiale dell’azienda. Il costo del Model S AWD è salito di 5.000 dollari, passando da 79.990 a 84.990 dollari.

    Anche il Model S Plaid ha subito un aumento analogo, arrivando a 99.990 dollari rispetto ai precedenti 94.990. Nel frattempo, anche la gamma Model X ha visto un rialzo di 5.000 dollari per entrambe le versioni Model X AWD e Model X Plaid sul mercato statunitense.

  • Prezzi dell’oro volano mentre attacco israeliano all’Iran spinge la domanda di beni rifugio

    Prezzi dell’oro volano mentre attacco israeliano all’Iran spinge la domanda di beni rifugio

    I prezzi dell’oro hanno continuato a salire nei mercati asiatici venerdì, sostenuti da un aumento della domanda di beni rifugio a seguito di un importante attacco militare israeliano contro l’Iran. L’operazione ha colpito numerose installazioni nucleari e militari, alimentando il timore di un conflitto più ampio in Medio Oriente.

    Già all’inizio della settimana l’oro aveva guadagnato terreno a causa delle incertezze legate al commercio tra Stati Uniti e Cina. Sebbene siano stati segnalati alcuni progressi, la mancanza di dettagli concreti ha mantenuto gli investitori in uno stato di cautela.

    Alle 22:50 ET (02:50 GMT), il prezzo spot dell’oro ha registrato un aumento dell’1,5%, attestandosi a 3.436,97 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro ad agosto sono saliti dell’1,6% a 3.459,60 dollari.

    L’attacco preventivo di Israele scatena nervosismo sui mercati

    La corsa del metallo prezioso si è intensificata dopo che Israele ha lanciato un vasto attacco aereo all’alba di venerdì, colpendo decine di installazioni iraniane. I media hanno riportato numerose esplosioni a Teheran, mentre l’Iran ha attivato i sistemi di difesa aerea. Sirene antiaeree sono risuonate in tutto Israele, che ha dichiarato lo stato di emergenza in vista di possibili ritorsioni.

    Secondo Reuters, due funzionari statunitensi hanno confermato che l’operazione militare è stata condotta esclusivamente da Israele, senza coinvolgimento diretto degli Stati Uniti. Anche il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha sottolineato l’autonomia israeliana, definendo l’attacco un atto di legittima difesa.

    Fattori macroeconomici rafforzano l’attrattiva dell’oro

    Oltre al rischio geopolitico, i guadagni dell’oro sono stati supportati da dati economici recenti negli Stati Uniti. L’aumento delle richieste di sussidi di disoccupazione e un’inflazione dei prezzi alla produzione contenuta hanno alimentato le aspettative di un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve prima del previsto. Questi fattori hanno reso l’oro, un bene privo di rendimento, più appetibile in un contesto di incertezza.

    Con le tensioni tra Israele e Iran in crescita, gli analisti prevedono che i prezzi dell’oro possano continuare a salire mentre gli investitori cercano rifugio di fronte al rischio geopolitico.

    Sul fronte degli altri metalli preziosi, i futures sul platino sono scesi dello 0,8% ma restano vicini ai massimi degli ultimi quattro anni. I futures sull’argento sono aumentati dell’1%, raggiungendo 36,625 dollari l’oncia, vicino a un picco di 13 anni. I metalli industriali hanno mostrato un andamento misto: il rame di riferimento sulla London Metal Exchange è calato dello 0,3% a 9.678,70 dollari la tonnellata, mentre i futures sul rame negli Stati Uniti hanno perso lo 0,5% a 4,8195 dollari per libbra.

  • Prezzi del petrolio schizzano oltre l’8% dopo gli attacchi aerei israeliani all’Iran

    Prezzi del petrolio schizzano oltre l’8% dopo gli attacchi aerei israeliani all’Iran

    I mercati petroliferi hanno registrato un’impennata significativa nelle prime ore della sessione asiatica di venerdì, in seguito a una vasta operazione militare israeliana contro l’Iran. L’escalation ha alimentato timori di un conflitto più ampio in Medio Oriente e di possibili interruzioni nell’approvvigionamento globale di petrolio.

    Alle 21:22 ET (01:22 GMT), i contratti di luglio sul Brent sono balzati dell’8,5%, toccando 75,15 dollari al barile — il livello più alto dallo scorso febbraio. Parallelamente, i futures sul West Texas Intermediate (WTI) sono aumentati dell’8,4%, a 73,68 dollari al barile.

    Tensioni alle stelle con gli attacchi israeliani all’Iran

    Secondo fonti media, Israele ha lanciato all’alba di venerdì un massiccio attacco aereo preventivo contro il territorio iraniano, colpendo numerose installazioni militari e nucleari. Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha avvertito di una risposta imminente da parte di Teheran, con probabili attacchi missilistici e con droni contro la popolazione civile israeliana.

    La capitale iraniana è stata scossa da diverse esplosioni, mentre i media di stato hanno confermato l’attivazione completa dei sistemi di difesa aerea.

    Nonostante l’ampiezza dell’operazione, due funzionari statunitensi hanno dichiarato a Reuters che gli USA non sono coinvolti direttamente, sottolineando che Israele ha agito autonomamente. CNN ha inoltre riferito che l’ex presidente Donald Trump ha convocato una riunione del gabinetto per valutare la situazione in evoluzione.

    L’impennata dei prezzi del petrolio riflette l’ansia degli investitori per le conseguenze geopolitiche, con il timore che un conflitto prolungato tra Israele e Iran possa compromettere gravemente la produzione di greggio e le rotte di trasporto nella regione, arteria fondamentale per l’energia a livello globale.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq e futures in calo, petrolio vola dopo gli attacchi israeliani all’Iran: cosa muove i mercati USA

    Dow Jones, S&P, Nasdaq e futures in calo, petrolio vola dopo gli attacchi israeliani all’Iran: cosa muove i mercati USA

    I futures sulle azioni statunitensi segnano un deciso calo venerdì, mentre gli investitori reagiscono all’aumento delle tensioni in Medio Oriente. Israele ha effettuato un massiccio attacco aereo sull’Iran nelle prime ore di venerdì, colpendo “dozzine” di obiettivi militari e nucleari, facendo schizzare i prezzi del petrolio. Nel frattempo prosegue la ricerca dei dispersi dopo il tragico incidente di un volo Air India, che ha pesato negativamente sulle azioni di Boeing (NYSE:BA) e di altri fornitori di aeromobili.

    Futures in calo

    I futures azionari statunitensi sono scesi mentre i prezzi del petrolio sono saliti dopo l’attacco militare israeliano all’Iran. Alle 03:45 ET, il contratto futures sul Dow Jones era in calo di 449 punti (-1,3%), l’S&P 500 ha perso 83 punti (-1,4%) e il Nasdaq 100 ha ceduto 318 punti (-1,5%).

    Le preoccupazioni per un’escalation nel Medio Oriente — area cruciale per la produzione petrolifera — hanno aumentato l’incertezza degli investitori, già preoccupati per le tensioni commerciali che alcuni temono possano frenare la crescita globale.

    Nonostante ciò, le azioni globali hanno registrato una crescita quasi continua da inizio aprile, con trader che sperano in una politica tariffaria meno aggressiva da parte del presidente Donald Trump. I dati relativi ai prezzi al consumo e alla produzione di maggio, piuttosto contenuti, hanno spinto Wall Street in positivo giovedì.

    Petrolio in rialzo dopo gli attacchi a Iran

    Il prezzo del petrolio è salito vertiginosamente venerdì, dopo il massiccio raid aereo israeliano che ha colpito obiettivi militari e nucleari in Iran.

    “Dopo l’attacco preventivo dello Stato di Israele contro l’Iran, è atteso a breve un attacco missilistico e con droni UAV contro Israele e la sua popolazione civile”, ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz.

    Alle 03:02 ET, i futures sul Brent sono saliti del 5,7%, a 73,32 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate ha guadagnato il 6%, a 72,13 dollari. Entrambi i contratti hanno raggiunto i massimi degli ultimi cinque mesi, con gli operatori preoccupati che il conflitto possa interrompere le rotte di spedizione o le infrastrutture petrolifere nel Golfo.

    Aumentando il rischio geopolitico, gli investitori hanno cercato rifugi sicuri come oro e franco svizzero. Anche il rendimento del Treasury decennale USA, che si muove inversamente ai prezzi, è sceso ai minimi di un mese.

    L’Iran ha risposto lanciando circa 100 droni verso il territorio israeliano, secondo un portavoce militare israeliano. Sirene e stato di emergenza sono stati attivati in Israele, in attesa di un imminente contrattacco missilistico e con droni da parte di Teheran.

    I media iraniani hanno confermato che gli attacchi hanno ucciso il comandante delle Guardie rivoluzionarie Hossein Salami e sei scienziati nucleari.

    Incidente Air India: Boeing affonda

    Le azioni Boeing hanno perso oltre il 4% giovedì dopo il drammatico incidente aereo di un volo Air India diretto a Londra Gatwick.

    Secondo Reuters, oltre 240 persone sono morte nel disastro, mentre continuano le ricerche di dispersi e resti dell’aereo.

    Il velivolo, un Boeing 787-8 Dreamliner con circa 242 passeggeri a bordo, è precipitato subito dopo il decollo da Ahmedabad, India occidentale, nell’incidente aereo più grave degli ultimi anni.

    Un solo passeggero è sopravvissuto al crash, avvenuto contro un collegio medico ad Ahmedabad, causando numerose vittime anche a terra.

    Anche GE Aerospace (NYSE:GE), che fornisce i motori GEnx-1B per il 787, e Spirit AeroSystems (NYSE:SPR) hanno visto un calo delle quotazioni dopo l’incidente.

    Risultati Adobe

    Adobe (NASDAQ:ADBE) ha alzato le previsioni annuali dopo aver riportato ricavi del secondo trimestre migliori delle attese, trainati dalla domanda legata all’intelligenza artificiale nel settore digital media.

    Per il 2025, l’azienda ha aggiornato le stime sugli utili per azione rettificati tra 20,50 e 20,70 dollari, su un fatturato di 23,50-23,60 miliardi di dollari, in crescita rispetto alle previsioni precedenti.

    Il segmento digital media è ora atteso tra 17,45 e 17,50 miliardi, rispetto a 17,25-17,40 miliardi in precedenza.

    I ricavi del trimestre sono stati di 5,87 miliardi, oltre le attese medie degli analisti di 5,8 miliardi.

    Tuttavia, le azioni hanno leggermente ceduto nel trading after-hours di venerdì. Gli analisti di Vital Knowledge hanno sottolineato che, sebbene gli investitori dovrebbero essere “relativamente soddisfatti”, le prospettive non sono così brillanti come quelle del gruppo cloud Oracle (NYSE:ORCL), che ha pubblicato i risultati in settimana.

    Attesa per il sentiment Michigan

    Tra i dati economici attesi venerdì, spicca il sondaggio della University of Michigan sul sentiment dei consumatori e le aspettative d’inflazione.

    Gli economisti prevedono un recupero nel mese di giugno, dopo un periodo di peggioramento legato alle preoccupazioni per i dazi di Trump.

    “Rimane comunque un livello contenuto, riflettendo le aspettative d’inflazione ancora elevate”, osservano gli analisti di ING.

    Le aspettative sull’inflazione a un anno si attestano al 6,4%.

    I dati recenti indicano che a maggio la pressione sui prezzi negli USA è stata in larga parte sotto controllo, anche se permangono timori sull’effetto ritardato dei dazi commerciali.

  • Borsa di Milano apre in calo per tensioni geopolitiche, bene Eni e Leonardo

    Borsa di Milano apre in calo per tensioni geopolitiche, bene Eni e Leonardo

    Piazza Affari, insieme alle principali borse europee, ha registrato un avvio di seduta in netto ribasso dopo che l’attacco di Israele all’Iran durante la notte ha scatenato una forte avversione al rischio tra gli investitori.

    Alle 9:20 circa, l’indice FTSE MIB segnava una flessione dell’1,4%.

    Tra i titoli ciclici, particolarmente colpito il comparto bancario con un calo intorno al 2% sull’indice milanese. Male anche il settore automotive, che perde mediamente il 2,2%, con Stellantis (BIT:STLAM) in evidenza per un ribasso del 3% dopo le minacce di nuovi dazi avanzate ieri dal presidente statunitense Donald Trump. In difficoltà anche il lusso, con Ferragamo (BIT:SFER) in calo del 2,8%.

    Tra i pochi segni positivi spiccano Eni (BIT:ENI), che guadagna l’1,8%, e Saipem (BIT:SPMI) con un rialzo dello 0,6%, grazie al forte aumento del prezzo del petrolio causato dalle tensioni in Medio Oriente.

    La situazione geopolitica ha dato impulso anche a Leonardo (+2%), produttore di armamenti, in attesa del vertice NATO di fine giugno che dovrebbe ufficializzare un incremento della spesa militare tra i Paesi membri.

  • Banca Popolare di Sondrio respinge l’offerta di Bper Banca: “non riconosce il valore reale dell’istituto”

    Banca Popolare di Sondrio respinge l’offerta di Bper Banca: “non riconosce il valore reale dell’istituto”

    Il consiglio di amministrazione di Banca Popolare di Sondrio (BIT:BPSO) ha ufficialmente respinto l’offerta pubblica di scambio lanciata da Bper Banca (BIT:BPE), prevista dal 16 giugno all’11 luglio (con possibile proroga). Nel documento approvato e diffuso questa mattina, la banca valtellinese sottolinea come la proposta “non riconosca appieno il valore della banca”.

    BP Sondrio evidenzia che l’annuncio dell’offerta è arrivato prima della presentazione del nuovo piano industriale 2025-2027. Di conseguenza, l’analisi svolta da Bper per definire il corrispettivo “non ha considerato elementi fondamentali e recenti”.

    Il consiglio critica in particolare il premio offerto agli azionisti Popolari, definendolo “molto basso, con pochi precedenti per operazioni di questa natura”. Dal momento dell’annuncio, infatti, il prezzo proposto è sempre stato inferiore al valore di mercato di Sondrio.

    Secondo la banca valtellinese, la valutazione proposta da Bper non riflette adeguatamente le sinergie che potrebbero emergere dall’integrazione delle due realtà. Inoltre, considerando la differenza significativa nel payout dei dividendi tra le due banche, il corrispettivo risulta “diluitivo” per gli azionisti di Sondrio sia in termini di dividendo per azione atteso per il 2025 sia per i dividendi cumulati nel triennio 2025-2027.

    Il documento evidenzia inoltre “elementi di incertezza e rischio” legati alla fusione, specialmente in relazione alla soglia minima di adesione fissata al 50%+1 e al 35%+1 del capitale sociale di Sondrio. Viene poi sottolineata l’assenza di un piano industriale combinato e di informazioni esaustive sulle sinergie attese da parte di Bper.

    Altro aspetto rilevante è l’impatto sull’occupazione: la realizzazione dell’operazione potrebbe infatti avere conseguenze negative sul territorio di riferimento di BP Sondrio, con una possibile riduzione dei posti di lavoro e una strategia focalizzata più sul contenimento dei costi che sulla crescita organica sostenibile.

    Nel piano industriale autonomo di Bper sono infatti previsti obiettivi di razionalizzazione del personale, con sinergie di costo annuali post-integrazione stimate in 190 milioni di euro pre-tasse. Secondo le dichiarazioni del management di Bper, circa il 40% di queste sinergie riguarderà il personale e il restante 60% le spese amministrative, tramite ottimizzazione della rete filiali, riduzione delle spese IT e altre economie.

    BP Sondrio mette in guardia sul rischio significativo di tagli al personale, contrazione della rete distributiva e riduzione delle infrastrutture tecnologiche, con possibili ripercussioni negative su territori, clienti e dipendenti. Questo si pone in netto contrasto con la strategia di assunzioni prevista nel proprio piano industriale 2025-2027, che prevede circa 233 nuove assunzioni, e con la crescita dell’organico degli ultimi cinque anni (circa 406 risorse in più), con particolare attenzione all’inserimento di giovani under 30, che rappresentano l’85% dei nuovi ingressi.

    Nei giorni scorsi Consob ha dato il via libera formale all’operazione. Bper si presenta all’appuntamento di lunedì con una capitalizzazione di quasi 11 miliardi di euro, con un rialzo del 25% da inizio anno, nonostante il calo del 2,5% registrato questa mattina a 7,45 euro. Sondrio, invece, ha visto una crescita del 43%, con un calo del 3% a 11,45 euro in apertura, e una capitalizzazione intorno ai 5,3 miliardi.

    L’offerta prevede un rapporto di cambio di 1,45 azioni ordinarie Bper di nuova emissione per ogni azione Popolare Sondrio conferita. Tuttavia, i prezzi di mercato dei due titoli non si sono ancora allineati a questo rapporto di cambio.