Author: Fiona Craig

  • Le Borse Europee Scendono per i Timori di un’escalation in Medio Oriente; Riflettori Sulle Banche Centrali

    Le Borse Europee Scendono per i Timori di un’escalation in Medio Oriente; Riflettori Sulle Banche Centrali

    Le borse europee sono scese giovedì, con le speculazioni su un possibile intervento degli Stati Uniti in Medio Oriente che mantengono gli investitori cauti, in vista di una serie di riunioni delle banche centrali.

    Alle 07:15 GMT, l’indice DAX in Germania è calato dello 0,7%, il CAC 40 in Francia ha perso lo 0,7% e il FTSE 100 nel Regno Unito è sceso dello 0,4%.

    Gli Stati Uniti si uniranno al conflitto Israele-Iran?

    Israele e Iran hanno continuato a scambiarsi attacchi aerei giovedì, ma è la rinnovata speculazione su un possibile intervento degli Stati Uniti contro le infrastrutture nucleari e missilistiche iraniane a scuotere i mercati, minacciando un ampliamento del conflitto regionale.

    Il presidente americano Donald Trump ha alimentato le ipotesi mercoledì, dicendo: “Potrei farlo. Potrei non farlo. Voglio dire, nessuno sa cosa farò”, in risposta alla domanda su una decisione in merito a un possibile intervento a fianco di Israele.
    “Posso dirvi questo: l’Iran ha molti problemi, e vuole negoziare”, ha aggiunto.

    Bloomberg ha riferito giovedì che alti funzionari statunitensi stanno preparando un possibile attacco contro l’Iran già nel fine settimana, sebbene la situazione resti incerta.

    La Guida Suprema iraniana, Ayatollah Ali Khamenei, ha respinto mercoledì la precedente richiesta di resa da parte di Trump, nella sua prima apparizione pubblica da venerdì.
    “Qualsiasi intervento militare degli Stati Uniti sarà accompagnato da danni irreparabili”, ha dichiarato in un discorso registrato trasmesso in televisione. “La nazione iraniana non si arrenderà.”

    L’Iran nega di voler sviluppare armi nucleari, sostenendo che il suo programma ha solo scopi pacifici. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha affermato la scorsa settimana che Teheran ha violato gli obblighi di non proliferazione per la prima volta in 20 anni.

    Fed ferma, occhi sulle banche centrali europee

    La Federal Reserve ha lasciato invariato il tasso d’interesse di riferimento tra il 4,25% e il 4,5%, come previsto. Il presidente Jerome Powell ha ribadito l’approccio prudente della banca centrale, segnalando un possibile aumento dell’inflazione dovuto ai dazi commerciali proposti da Trump.

    Powell ha confermato l’ipotesi di due tagli dei tassi nel 2025, ma ha rivisto al ribasso le previsioni per il 2026.

    I mercati statunitensi resteranno chiusi giovedì per la festività del Juneteenth, mentre l’attenzione si sposta ora sulle banche centrali europee, con decisioni attese da Norvegia, Svizzera e Regno Unito.

    La Banca d’Inghilterra dovrebbe mantenere i tassi invariati, ma gli investitori osserveranno attentamente la distribuzione dei voti e le indicazioni future, con la maggior parte degli analisti che prevede un taglio ad agosto.

    La Banca Nazionale Svizzera potrebbe invece abbassare i tassi, forse tornando in territorio negativo, mentre la Norges Bank norvegese dovrebbe lasciare i tassi invariati.

    Vodafone nomina un nuovo CFO

    Scarseggiano i dati macroeconomici in Europa e anche le trimestrali societarie di rilievo.

    Vodafone ha annunciato che Pilar López di Microsoft assumerà il ruolo di Chief Financial Officer a partire dal 1° ottobre, sostituendo Luka Mucic.

    Il gruppo Frasers ha annunciato che non presenterà un’offerta per l’acquisizione della rivale britannica nel settore cosmetico Revolution Beauty.

    Il greggio sale per il rischio conflitto

    I prezzi del petrolio sono saliti giovedì, mentre i trader valutano l’eventualità di un intervento americano nel conflitto tra Iran e Israele.

    Alle 03:15 ET, i futures del Brent sono saliti dell’1% a 77,47 dollari al barile, mentre i futures del WTI statunitense sono aumentati dell’1,1% a 74,31 dollari.

    Un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti amplierebbe il conflitto, aumentando il rischio per le infrastrutture energetiche nella regione.

    Goldman Sachs ha dichiarato mercoledì che un premio di rischio geopolitico di circa 10 dollari al barile è giustificato, vista la riduzione delle forniture iraniane e il potenziale impatto sul mercato che potrebbe spingere il Brent oltre i 90 dollari.

  • Il Dollaro Sale con l’Aumento delle Tensioni Geopolitiche, Attesa per la Decisione della BoE

    Il Dollaro Sale con l’Aumento delle Tensioni Geopolitiche, Attesa per la Decisione della BoE

    Il dollaro statunitense si è leggermente rafforzato giovedì, sostenuto dalla crescente domanda di beni rifugio in seguito all’aumento delle tensioni in Medio Oriente, poco dopo la riunione della Federal Reserve.

    Alle 08:25 (ora italiana), l’indice del dollaro — che misura la valuta americana rispetto a un paniere di sei principali valute — ha segnato un +0,1% a 98,585, avviandosi verso un guadagno settimanale dello 0,9%, il migliore dalla fine di gennaio.

    Dollaro Rafforzato dal Conflitto in Medio Oriente

    I nuovi raid aerei tra Israele e Iran hanno alimentato giovedì l’incertezza sui mercati, mentre cresce il timore di un possibile coinvolgimento diretto degli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump. L’ex presidente ha dichiarato mercoledì: “Nessuno sa cosa farò” a proposito di un eventuale intervento americano, aggiungendo che è stata persa un’opportunità di dialogo con Teheran.

    Secondo gli analisti di ING, “i rischi geopolitici e i prezzi elevati del petrolio, essendo esterni all’economia USA, rendono il dollaro più interessante rispetto a valute rifugio dipendenti dall’energia come l’euro”.

    La Fed ha mantenuto invariati i tassi d’interesse come previsto, ma il presidente Jerome Powell ha avvertito che le pressioni inflazionistiche potrebbero intensificarsi durante l’estate, anche a causa delle tariffe proposte da Trump. ING sottolinea come, sebbene la previsione della Fed includa due tagli nel 2025, l’istituto sembri meno preoccupato per crescita e disoccupazione.

    Euro in Calo, Settimana Negativa in Vista

    L’euro è sceso dello 0,2% a 1,1465, toccando un minimo settimanale e avviandosi verso la peggiore settimana da febbraio. ING prevede un possibile ulteriore calo verso quota 1,140, ma ritiene che il rientro delle tensioni geopolitiche potrebbe favorire un rimbalzo dell’euro.

    Sterlina Debole in Attesa della BoE

    La sterlina britannica ha perso lo 0,1%, scendendo a 1,3410, in attesa della decisione della Banca d’Inghilterra prevista per oggi. Dopo un taglio dei tassi a maggio (4,25%), la BoE dovrebbe mantenerli invariati, ma gli investitori seguiranno con attenzione l’orientamento della banca e la suddivisione dei voti.

    Altri Movimenti Valutari

    Il franco svizzero (USD/CHF) è salito dello 0,1% a 0,8185 dopo che la Banca nazionale svizzera ha tagliato i tassi allo 0%, aprendo la possibilità a tassi negativi nel futuro.
    In Asia, USD/JPY è salito dello 0,1% a 145,31 con una domanda limitata per lo yen come bene rifugio. Il cambio USD/CNY è rimasto stabile a 7,1912 in attesa della riunione della Banca popolare cinese. L’AUD/USD è sceso dello 0,6% a 0,6473 dopo dati deludenti sull’occupazione australiana a maggio.

  • Bitcoin stabile vicino ai 105.000 dollari tra tensioni in Medio Oriente e incertezza sulla Fed

    Bitcoin stabile vicino ai 105.000 dollari tra tensioni in Medio Oriente e incertezza sulla Fed

    Bitcoin (COIN:BTCUSD) è rimasto sostanzialmente stabile giovedì, scambiandosi in un intervallo ristretto mentre le continue preoccupazioni per un possibile coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto tra Israele e Iran mantengono gli investitori cauti.

    Il sentimento di mercato è stato ulteriormente frenato dai toni prudenti della Federal Reserve, che ha deciso di mantenere i tassi d’interesse invariati senza indicare tagli imminenti. La Fed ha inoltre abbassato le sue previsioni di riduzione dei tassi per il 2026, rafforzando una posizione più aggressiva.

    Alle 01:27 ET, Bitcoin era leggermente sceso dello 0,3% a 105.124,1 dollari, continuando a muoversi all’interno di una fascia compresa tra circa 103.000 e 108.000 dollari durante l’ultima settimana — movimento fortemente influenzato dalle rinnovate tensioni in Medio Oriente.

    Un rapporto pubblicato da Bloomberg giovedì ha rivelato che funzionari statunitensi stanno preparando un possibile intervento militare contro l’Iran nel prossimo futuro, anche se non è stata presa alcuna decisione definitiva. La notizia ha innescato movimenti di avversione al rischio sui mercati globali, comprese perdite nel comparto delle criptovalute.

    Le dichiarazioni dell’ex presidente Donald Trump sulla situazione non hanno chiarito se gli Stati Uniti interverranno militarmente. Nel frattempo, l’Iran ha continuato ad avvertire contro un coinvolgimento diretto degli USA.

    Trump elogia la legge sugli stablecoin e ne sollecita l’approvazione rapida

    Trump ha espresso il suo sostegno all’approvazione al Senato del GENIUS Act, un disegno di legge volto a regolamentare gli stablecoin. Ha esortato la Camera dei Rappresentanti ad approvare rapidamente il testo, senza modifiche.

    «La Camera dovrebbe muoversi alla VELOCITÀ DELLA LUCE e approvare un GENIUS Act ‘pulito’. Portatelo subito sulla mia scrivania», ha scritto Trump sui social media.

    Sebbene l’avanzamento della legge abbia dato una spinta ad alcuni titoli crypto, come Circle Internet Group Inc (NYSE:CRCL), non ha avuto un impatto significativo sulla fiducia generale del mercato. USDC di Circle e USDT di Tether restano i principali stablecoin, fondamentali per molte transazioni nel settore crypto.

    Altcoin in calo con l’approccio cauto della Fed

    Anche le altre criptovalute hanno seguito la debolezza di Bitcoin, appesantite dall’approccio prudente della Fed. La banca centrale ha mantenuto i tassi d’interesse fermi tra il 4,25% e il 4,5%, e il presidente Jerome Powell ha ribadito che eventuali allentamenti monetari dipenderanno dai dati economici.

    Powell ha confermato la possibilità di due tagli ai tassi nel 2025, ma ha rivisto al ribasso le aspettative per il 2026 — una mossa interpretata come piuttosto restrittiva. Ha inoltre avvertito che i dazi proposti da Trump potrebbero aumentare le pressioni inflazionistiche, riducendo la probabilità di tagli ai tassi.

    Gli asset di rischio sono complessivamente arretrati dopo queste dichiarazioni, trascinando con sé anche i prezzi delle criptovalute.

    Ethereum, la seconda criptovaluta per capitalizzazione, è scesa dello 0,5% a 2.525,37 dollari, mentre XRP è rimasta stabile intorno ai 2,17 dollari. Cardano e Solana hanno perso oltre il 2,5% ciascuna. Anche le meme coin come Dogecoin hanno ceduto lo 0,3%, mentre il token $TRUMP ha perso l’1,3%.

  • I legislatori del Texas chiedono a Tesla di rinviare il lancio del robotaxi fino all’entrata in vigore delle nuove norme sulla guida autonoma

    I legislatori del Texas chiedono a Tesla di rinviare il lancio del robotaxi fino all’entrata in vigore delle nuove norme sulla guida autonoma

    Un gruppo di legislatori democratici del Texas ha ufficialmente chiesto a Tesla (NASDAQ:TSLA) di posticipare il lancio del suo servizio di robotaxi previsto ad Austin. In una lettera inviata mercoledì, i parlamentari sollecitano l’azienda a rimandare il debutto fino a settembre, quando entreranno in vigore le nuove normative sui veicoli autonomi.

    Il CEO di Tesla, Elon Musk, aveva indicato come data provvisoria per la presentazione questa domenica, ma i legislatori sottolineano che un rinvio contribuirebbe a garantire una maggiore sicurezza pubblica e a rafforzare la fiducia nelle operazioni di guida autonoma dell’azienda.

    Secondo i firmatari della lettera, allineare il lancio al nuovo quadro normativo sarebbe nell’interesse della comunità e favorirebbe un’implementazione responsabile della tecnologia di guida autonoma.

  • Saipem si aggiudica un contratto in Algeria da Sonatrach per un progetto integrato nei fertilizzanti

    Saipem si aggiudica un contratto in Algeria da Sonatrach per un progetto integrato nei fertilizzanti

    Saipem (BIT:SPM) rafforza la propria presenza in Algeria con l’assegnazione di un nuovo contratto da parte di Sonatrach. Il gruppo italiano si occuperà della progettazione preliminare (Front End Engineering Design, FEED) nell’ambito di un progetto integrato per l’estrazione di fosfati e la produzione di fertilizzanti nel Paese nordafricano.

    Come specificato in una nota ufficiale diffusa questa mattina, la commessa è stata ottenuta tramite una procedura competitiva a due operatori, dove ciascuno dovrà sviluppare una proposta tecnico-economica. Al termine, Sonatrach sceglierà il progetto ritenuto più valido, affidando poi direttamente il contratto EPC (Engineering, Procurement and Construction) per la realizzazione delle opere.

    Il lavoro di Saipem riguarda la progettazione di un nuovo complesso industriale: comprende infrastrutture minerarie nell’area di Bled El Hadba per l’estrazione di fosfati e impianti di produzione e supporto nella zona di Oued Keberit per la realizzazione di fertilizzanti. Il progetto prevede anche l’ammodernamento del porto di Annaba per l’export dei prodotti e la costruzione di tratti ferroviari per collegare le aree produttive alla rete ferroviaria nazionale.

    Una volta operativo, il complesso sarà in grado di estrarre fino a 10 milioni di tonnellate di fosfati e produrre fino a 6 milioni di tonnellate di fertilizzanti all’anno. Si tratta del primo progetto integrato di questo tipo in Algeria, dove Saipem è attiva dal 1968. L’iniziativa segna, secondo la società, “l’inizio di una nuova fase per Saipem e consolida il suo ruolo nei progetti integrati nel settore dei fertilizzanti”.

    Nel frattempo, il titolo Saipem a Piazza Affari si è mosso in controtendenza rispetto all’indice FTSE MIB (-0,50%), registrando un rialzo di oltre l’1% e toccando un massimo di 2,44 euro, sostenuto anche dal nuovo aumento dei prezzi del petrolio legato all’ipotesi di un intervento diretto degli Stati Uniti nel conflitto tra Israele e Iran.

    Secondo gli analisti di EQUITA, il progetto “ha per ora una dimensione contenuta, ma potrebbe evolversi in un’opportunità rilevante qualora fosse approvato in fase esecutiva”. La SIM mantiene il giudizio hold sul titolo Saipem, con target price confermato a 2,70 euro.

    Anche WebSim Intermonte sottolinea che il valore del contratto FEED dovrebbe aggirarsi su alcune decine di milioni di dollari, mentre l’eventuale contratto EPC potrebbe valere diverse centinaia di milioni. Il rating su Saipem resta outperform, con prezzo obiettivo fissato a 2,50 euro.

  • Borsa di Milano in forte calo: pesano le tensioni in Medio Oriente, bene il petrolio, male il lusso

    Borsa di Milano in forte calo: pesano le tensioni in Medio Oriente, bene il petrolio, male il lusso

    La seduta odierna si è aperta in territorio negativo per Piazza Affari, con vendite diffuse su quasi tutti i comparti, eccezion fatta per quello energetico. L’escalation del conflitto tra Israele e Iran, con il rischio crescente di un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti, continua a influenzare pesantemente il sentiment degli investitori.

    Sul fronte macroeconomico, la Federal Reserve ha deciso, come previsto, di mantenere invariato il tasso d’interesse, nonostante le pressioni della Casa Bianca per un allentamento monetario. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha sottolineato che l’attuale politica rimane “moderatamente restrittiva” e che sono necessarie ulteriori misure per contenere l’inflazione, ancora elevata. Poco prima della conferenza stampa, Donald Trump ha attaccato Powell definendolo “stupido” per non aver abbassato i tassi in tempo, aggiungendo di star valutando l’idea di nominarsi direttamente alla guida della banca centrale.

    Nel frattempo, la chiusura odierna dei mercati statunitensi per la festività del Juneteenth potrebbe comportare un calo di volumi sugli altri mercati internazionali.

    Un trader ha commentato che in uno scenario così incerto, molti investitori preferiscono restare alla finestra, optando per vendite precauzionali.

    Intorno alle 9:40, l’indice Ftse Mib segna un calo dello 0,9%.

    Il rincaro del Brent, in seguito all’attacco israeliano al sito nucleare di Arak, sostiene i titoli legati al petrolio: Eni guadagna lo 0,7%, Tenaris lo 0,8%, mentre Saipem segna un +0,33% dopo aver ottenuto un contratto di ingegneria preliminare (FEED) da Sonatrach per un impianto di fertilizzanti in Algeria. Secondo Equita, si tratta di un progetto al momento limitato in termini numerici, ma che potrebbe evolversi in un’iniziativa di più ampia portata.

    Male il comparto bancario, con l’indice settoriale in calo dell’1%. UniCredit perde l’1,1%, Banco BPM arretra dell’1,8%. Secondo alcune indiscrezioni, oggi l’Antitrust europea dovrebbe autorizzare l’OPA di UniCredit su Banco BPM con condizioni come la cessione di filiali, ma la questione delle restrizioni imposte dal governo italiano tramite il “golden power” resta aperta. Equita evidenzia come l’assenza di chiarezza su questi vincoli renda l’operazione ancora incerta. Attualmente, il titolo Banco BPM scambia con un premio implicito dell’8% rispetto all’offerta.

    Giornata difficile per il settore del lusso: Moncler cede il 2,2% dopo il taglio del target price da parte di Morgan Stanley e Barclays. Forti vendite anche su Ferragamo (-2,6%) e Brunello Cucinelli (-2,4%).

  • I mercati statunitensi puntano a leggeri rialzi nonostante le tensioni in Medio Oriente e l’attesa decisione della Fed

    I mercati statunitensi puntano a leggeri rialzi nonostante le tensioni in Medio Oriente e l’attesa decisione della Fed

    I futures sugli indici statunitensi registravano lievi rialzi mercoledì mattina, suggerendo una modesta ripresa dopo il calo generalizzato della seduta precedente. I contratti futures legati al Dow Jones Industrial Average, all’S&P 500 e al Nasdaq 100 indicavano un’apertura positiva, mentre gli investitori tentano di superare le recenti preoccupazioni di mercato.

    L’ottimismo cauto arriva nonostante il clima geopolitico resti teso, in particolare a causa dell’escalation del conflitto tra Israele e Iran. Le tensioni si sono intensificate dopo che la Guida Suprema dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha minacciato gravi conseguenze nel caso di un intervento militare statunitense, rispondendo alla richiesta di “resa incondizionata” avanzata dall’ex presidente Donald Trump.

    Nonostante queste incertezze, l’attività di mercato dovrebbe rimanere contenuta in attesa dell’annuncio di politica monetaria della Federal Reserve, previsto per il pomeriggio. Sebbene si preveda ampiamente che la Fed mantenga invariati i tassi d’interesse, gli investitori presteranno particolare attenzione ai commenti del Presidente Jerome Powell e alle nuove previsioni economiche per capire meglio la direzione futura della politica monetaria.

    Martedì i mercati hanno subito un forte ribasso, cancellando i guadagni di lunedì. Il Nasdaq Composite è sceso dello 0,9% (−180,12 punti) chiudendo a 19.521,09, l’S&P 500 ha perso lo 0,8% (−50,39 punti) attestandosi a 5.982,72, mentre il Dow Jones è calato dello 0,7% (−299,29 punti), terminando a 42.215,80.

    Le vendite sono state in parte attribuite a prese di profitto dopo il rally di lunedì, alimentato da speranze di una possibile de-escalation in Medio Oriente. Tuttavia, la partenza anticipata di Trump dal vertice del G7 e i suoi commenti sui social hanno riacceso i timori di un maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto.

    In risposta a notizie secondo cui il presidente francese Emmanuel Macron avrebbe affermato che Trump aveva lasciato il G7 per lavorare a un cessate il fuoco, Trump ha replicato su Truth Social: “Non ha idea del perché io stia tornando a Washington, ma certamente non riguarda un cessate il fuoco. È qualcosa di molto più grande.” In un post successivo, ha rinnovato la richiesta di resa totale da parte dell’Iran, aumentando le pressioni sui mercati.

    Anche i dati economici hanno contribuito al calo. Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha riferito un calo delle vendite al dettaglio del 0,9% a maggio, dopo una leggera flessione dello 0,1% ad aprile (rivista al ribasso). Gli analisti avevano previsto una diminuzione più contenuta dello 0,6%. Escludendo il settore auto, le vendite sono diminuite dello 0,3%, disattendendo le attese di una lieve crescita.

    Le azioni delle compagnie aeree, reduci da una giornata positiva lunedì, sono crollate, con l’Indice NYSE Arca Airline in calo del 3,8%. Il settore immobiliare ha mostrato debolezza, come evidenziato dalla flessione del 2,5% dell’Indice del Settore Immobiliare di Filadelfia.

    Debolezza generalizzata anche nei comparti farmaceutico, delle telecomunicazioni e sanitario. In controtendenza, il settore energetico ha chiuso in rialzo, sostenuto dall’aumento dei prezzi del petrolio, in risposta all’instabilità nella regione mediorientale.

    Con l’incertezza geopolitica e monetaria ancora in primo piano, è probabile che i mercati rimangano volatili nel breve termine.

  • DAX, CAC, FTSE100: Performance Mista per i Titoli Europei tra le Tensioni in Medio Oriente e le Decisioni delle Banche Centrali

    DAX, CAC, FTSE100: Performance Mista per i Titoli Europei tra le Tensioni in Medio Oriente e le Decisioni delle Banche Centrali

    Le borse europee mostrano un andamento misto mercoledì, mentre gli investitori osservano con attenzione le crescenti tensioni in Medio Oriente, i dati sull’inflazione regionale e le decisioni delle banche centrali.

    Con l’escalation del conflitto tra Iran e Israele, lo Stretto di Hormuz — una rotta chiave per il petrolio a livello globale — è diventato un punto focale di preoccupazione. I mercati temono che eventuali interruzioni del flusso di greggio attraverso questo passaggio possano avere gravi ripercussioni sull’economia mondiale.

    Sul fronte macroeconomico, l’inflazione dei prezzi al consumo nel Regno Unito si è attenuata a maggio, principalmente grazie al calo dei costi di trasporto, secondo quanto riportato dall’Office for National Statistics.

    L’indice dei prezzi al consumo ha registrato un aumento annuo del 3,4%, leggermente inferiore al +3,5% rilevato ad aprile. Tuttavia, il dato è risultato leggermente superiore alle previsioni, che indicavano un +3,3%.

    Anche in Austria l’inflazione annua è scesa al 3,0% a maggio 2025, rispetto al 3,1% del mese precedente, in linea con le stime preliminari.

    In Svezia, la banca centrale ha abbassato il tasso di interesse di riferimento al 2% e ha lasciato intendere la possibilità di un ulteriore allentamento nei prossimi mesi, qualora la debolezza economica dovesse persistere.

    Nel corso della giornata, si prevede che la Federal Reserve statunitense mantenga invariati i tassi di interesse, ma gli investitori seguiranno con attenzione le nuove proiezioni economiche per cogliere eventuali segnali sulle prossime mosse.

    Attualmente, l’indice FTSE 100 del Regno Unito è in rialzo dello 0,2%, mentre il CAC 40 francese perde lo 0,1% e il DAX tedesco arretra dello 0,3%.

    I titoli di BP Plc (LSE:BP.) e Shell (LSE:SHEL) sono in crescita, sostenuti da prezzi del petrolio vicini ai massimi degli ultimi cinque mesi, a causa dei timori che gli Stati Uniti possano unirsi all’offensiva israeliana contro l’Iran.

    Il costruttore di aerei Airbus (EU:AIR) ha guadagnato oltre il 3% dopo aver annunciato un piano per aumentare i rendimenti per gli azionisti nei prossimi anni.

  • Borse Europee Stabili in Attesa della Decisione della Fed e tra le Tensioni in Medio Oriente

    Borse Europee Stabili in Attesa della Decisione della Fed e tra le Tensioni in Medio Oriente

    I principali indici europei sono rimasti sostanzialmente invariati mercoledì, mentre gli investitori mantengono un atteggiamento prudente a causa dell’instabilità geopolitica tra Israele e Iran e dell’imminente conclusione della riunione della Federal Reserve statunitense.

    Alle 07:05 GMT, il DAX tedesco ha perso lo 0,1%, mentre il CAC 40 francese è salito dello 0,2% e il FTSE 100 britannico ha guadagnato lo 0,1%.

    Tensione in Medio Oriente: Crescono i Timori nei Mercati

    Le preoccupazioni legate al conflitto tra Israele e Iran continuano a pesare sul sentiment degli investitori. Secondo il Wall Street Journal, il presidente americano Donald Trump ha riunito i suoi consiglieri per valutare possibili opzioni militari contro l’Iran, chiedendo la “resa incondizionata” di Teheran e affermando il controllo statunitense dello spazio aereo iraniano — elementi che aumentano i timori di un’escalation regionale.

    Occhi Puntati sulla Federal Reserve

    Con la conclusione della riunione della Fed prevista per oggi, i mercati si attendono una conferma dei tassi attuali. Tuttavia, l’attenzione sarà rivolta ai commenti del presidente Jerome Powell e alle nuove stime economiche, soprattutto alla luce del rallentamento delle vendite al dettaglio negli USA e del crescente rischio recessivo. Attualmente, il mercato prevede due tagli dei tassi entro fine anno, ma le previsioni potrebbero cambiare in base al tono della Fed.

    L’inflazione nel Regno Unito Rallenta

    Nel Regno Unito, l’inflazione ha mostrato segnali di rallentamento a maggio: i prezzi al consumo sono saliti del 3,4% su base annua, in lieve calo rispetto al 3,5% di aprile. Anche l’inflazione dei servizi — cruciale per la Banca d’Inghilterra — è scesa al 4,7% dal 5,4%, in linea con le attese. La BoE dovrebbe mantenere i tassi invariati al 4,25% giovedì, con due tagli da 25 punti base già scontati dai mercati entro fine anno.

    Altri Aggiornamenti di Mercato

    • La Riksbank svedese comunicherà la sua decisione sui tassi nel corso della giornata.
    • UBS è stata declassata a “underweight” da Morgan Stanley a causa di incertezze sul capitale e prospettive di utile più deboli.
    • I prezzi del petrolio sono leggermente scesi: il Brent ha perso lo 0,1% a 76,38 dollari al barile, mentre il WTI ha ceduto lo 0,1% a 73,21 dollari, ridimensionandosi dopo il rialzo del 4% dovuto ai timori sull’offerta nello Stretto di Hormuz.
  • Citi: I movimenti del prezzo del petrolio legati al conflitto Israele-Iran potrebbero determinare la direzione dei mercati azionari

    Citi: I movimenti del prezzo del petrolio legati al conflitto Israele-Iran potrebbero determinare la direzione dei mercati azionari

    Secondo gli analisti di Citigroup, l’andamento dei prezzi del petrolio sarà un elemento chiave nel determinare la performance dei mercati azionari nel breve termine, mentre gli investitori osservano con attenzione l’escalation della violenza in Medio Oriente.

    In una nota rivolta ai clienti, Citi ha sottolineato che le crisi geopolitiche come quella tra Israele e Iran tendono ad avere effetti limitati e di breve durata sui mercati azionari, a meno che non provochino un aumento sostenuto dei prezzi dell’energia. Secondo la banca, se le tensioni dovessero proseguire, i settori che potrebbero sovraperformare includono i titoli energetici europei, i settori difensivi tradizionali e mercati come la Svizzera e il Regno Unito.

    Gli analisti hanno anche evidenziato che, prima dell’attuale escalation, le valutazioni delle azioni a livello globale avevano già incorporato un livello medio di “rischio geoeconomico”, il che suggerisce una certa resilienza agli shock.

    Mercoledì i prezzi del petrolio sono leggermente scesi, annullando parte del rialzo del 4% registrato il giorno precedente, mentre i mercati bilanciavano le preoccupazioni per eventuali interruzioni dell’offerta di greggio con l’attesa per la decisione sui tassi di interesse da parte della Federal Reserve statunitense.

    • I future sul Brent sono calati dello 0,3%, a 76,20 dollari al barile, mantenendosi sopra quota 76 per il secondo giorno consecutivo.
    • Anche il WTI (West Texas Intermediate) è sceso dello 0,3%, attestandosi intorno ai 73,02 dollari al barile nelle prime contrattazioni negli Stati Uniti.

    I futures azionari statunitensi risultano in rialzo, in un clima di prudenza.

    Nel frattempo, l’aeronautica israeliana ha annunciato raid contro impianti per la produzione di centrifughe e armi nei pressi di Teheran, nel contesto di una campagna volta a frenare i programmi nucleari e missilistici dell’Iran.

    Il conflitto si è intensificato da quando Israele ha lanciato attacchi aerei contro siti nucleari iraniani lo scorso venerdì, provocando rappresaglie missilistiche e vittime da entrambe le parti.

    Il possibile coinvolgimento degli Stati Uniti rimane un punto critico. L’ex presidente Donald Trump ha chiesto una “RESA INCONDIZIONATA” da parte dell’Iran, definendo la Guida Suprema, l’Ayatollah Ali Khamenei, un “bersaglio facile” e affermando che gli Stati Uniti hanno aiutato Israele a ottenere la superiorità aerea completa sull’Iran.

    Il vicepresidente statunitense J.D. Vance ha precisato che eventuali azioni militari da parte di Trump sarebbero coerenti con gli interessi del popolo americano, ma ha anche aggiunto che il presidente potrebbe comunque decidere di intervenire ulteriormente per impedire l’arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran.