Author: Fiona Craig

  • Apple pronta a competere per i diritti di trasmissione della Formula 1 negli Stati Uniti dopo il successo del film con Brad Pitt — Financial Times

    Apple pronta a competere per i diritti di trasmissione della Formula 1 negli Stati Uniti dopo il successo del film con Brad Pitt — Financial Times

    Apple Inc. (NASDAQ:AAPL) sta valutando un’offerta per assicurarsi i diritti di trasmissione della Formula 1 negli Stati Uniti, con l’obiettivo di sfidare Disney-ESPN quando il contratto attuale sarà rinnovato il prossimo anno, secondo quanto riportato dal Financial Times. Fonti vicine alle trattative hanno rivelato che l’interesse di Apple è stato stimolato dal forte successo del suo recente film a tema Formula 1 con protagonista Brad Pitt.

    Il film, prodotto da Apple e distribuito tramite il servizio Apple TV+, ha ottenuto un notevole successo al botteghino, incassando oltre 300 milioni di dollari a livello globale con un budget di produzione stimato tra i 200 e i 300 milioni di dollari. Questo rappresenta il primo grande successo cinematografico di Apple da quando ha ampliato la sua produzione di contenuti originali.

    La ricerca dei diritti della Formula 1 da parte di Apple rientra nella strategia più ampia dell’azienda di rafforzare la sua presenza nel mercato dello streaming sportivo live. Apple ha già acquisito accordi per trasmettere partite di Major League Baseball il venerdì sera e incontri di Major League Soccer in Nord America.

    La Formula 1 non ha ancora annunciato i piani futuri per la trasmissione negli Stati Uniti, lasciando aperta la possibilità che ESPN mantenga i diritti. ESPN ha avuto una finestra esclusiva di negoziazione con la Formula 1 lo scorso anno, ma non è stato raggiunto alcun accordo.

  • UniCredit aumenta la partecipazione in Commerzbank al 20%, diventando il principale azionista

    UniCredit aumenta la partecipazione in Commerzbank al 20%, diventando il principale azionista

    UniCredit SpA (BIT:UCG) ha ampliato la sua partecipazione in Commerzbank (TG:CBK) convertendo una parte della sua posizione basata su derivati in azioni dirette, raddoppiando così la quota detenuta e affermandosi come il maggiore azionista della banca tedesca.

    Il gruppo bancario italiano ha comunicato martedì sera di controllare ora circa il 20% delle azioni e dei diritti di voto di Commerzbank, rispetto a un’esposizione precedente del 10% detenuta tramite strumenti finanziari derivati. Questa operazione è stata completata dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni regolamentari da parte della Banca Centrale Europea, dell’autorità antitrust tedesca e della Federal Reserve statunitense.

    La partecipazione di UniCredit in Commerzbank è stata costruita progressivamente a partire da settembre scorso. Inizialmente, UniCredit ha dichiarato una quota diretta del 9,5%, accompagnata dall’interesse a esplorare una possibile fusione tra le due banche. Col tempo, UniCredit ha aumentato la sua esposizione acquisendo contratti derivati collegati alle azioni di Commerzbank, portando l’interesse economico totale vicino al 28%.

    La crescente presenza di UniCredit in Commerzbank ha suscitato dibattiti in Germania. I leader politici e i rappresentanti sindacali hanno espresso preoccupazioni circa possibili tagli occupazionali, perdita di controllo strategico a favore di entità straniere e una riduzione della disponibilità di credito per le piccole e medie imprese tedesche.

    Nel frattempo, il management di Commerzbank ha ribadito la volontà di mantenere l’indipendenza e di resistere a qualsiasi tentativo di acquisizione.

    UniCredit ha già una presenza significativa in Germania attraverso la sua controllata HypoVereinsbank. L’amministratore delegato Andrea Orcel ha sottolineato le ambizioni di operazioni di fusione e acquisizione transfrontaliere, con l’obiettivo di posizionare UniCredit come un gruppo bancario europeo di primo piano, capace di competere con i grandi gruppi statunitensi. Tuttavia, Orcel ha definito l’attuale partecipazione in Commerzbank principalmente come un investimento, lasciando aperta la possibilità di una futura dismissione.

    Con questa conversione azionaria, UniCredit supera il governo tedesco, che detiene il 12% del capitale dopo il salvataggio di Commerzbank durante la crisi finanziaria. L’istituto italiano ha indicato l’intenzione di aumentare ulteriormente i diritti di voto fino a quasi il 29% convertendo il resto dei derivati in azioni ordinarie.

  • Le azioni europee avanzano leggermente mentre i negoziati commerciali restano al centro dell’attenzione

    Le azioni europee avanzano leggermente mentre i negoziati commerciali restano al centro dell’attenzione

    I mercati azionari europei hanno registrato guadagni modesti mercoledì, con gli investitori cauti nel valutare l’impatto delle nuove politiche tariffarie del presidente statunitense Donald Trump.

    Alle 07:05 GMT, il DAX tedesco è salito dello 0,4%, il CAC 40 francese è aumentato dello 0,4% e il FTSE 100 del Regno Unito è cresciuto dello 0,3%.

    I negoziati commerciali al centro della scena

    Questa settimana, gli operatori europei hanno seguito con attenzione gli sviluppi provenienti da Washington riguardo alle trattative commerciali in corso. Il presidente Trump ha esteso la scadenza per la definizione degli accordi commerciali dal 9 luglio all’1 agosto tramite un ordine esecutivo, concedendo ulteriori tre settimane per raggiungere un’intesa.

    Nonostante questa estensione, Trump ha affermato che non ci saranno “ulteriori proroghe” dopo l’1 agosto. Tuttavia, ha anche descritto la scadenza come “ferma, ma non al 100%”, lasciando un certo margine di incertezza.

    A preoccupare ulteriormente i mercati, il presidente USA ha annunciato un dazio del 50% sulle importazioni di rame e ha accennato a prossimi dazi su altri settori specifici. Ha inoltre minacciato tariffe fino al 200% sulle esportazioni farmaceutiche, pur prevedendo di posticiparne l’entrata in vigore di circa uno o un anno e mezzo.

    In questo contesto, gli investitori attendono progressi su un possibile accordo commerciale tra USA ed Europa, anche se permane il dubbio, specialmente dopo che Trump ha parlato di preparare una nuova lettera di notifica sui dazi.

    Interventi della BCE e verbale della Fed sotto i riflettori

    Con pochi dati economici europei rilevanti in programma mercoledì, l’attenzione si concentrerà probabilmente sugli interventi dei funzionari della Banca Centrale Europea Luis de Guindos e Philip Lane.

    Nel frattempo, i dati cinesi hanno mostrato un lieve miglioramento dei prezzi al consumo di giugno, superiori alle attese ma ancora relativamente contenuti. I prezzi alla produzione, invece, sono diminuiti per il 33° mese consecutivo, segnando il livello più basso da luglio 2023.

    Nel corso della giornata, la Federal Reserve statunitense pubblicherà il verbale dell’ultima riunione di politica monetaria. Gli investitori attendono indicazioni sull’evoluzione dei tassi di interesse per il resto dell’anno.

    Renault pronta a nominare un CEO ad interim

    Sul fronte societario, non sono previsti risultati trimestrali importanti per mercoledì, ma Renault (EU:RNO) è al centro dell’attenzione dopo le notizie che la casa automobilistica francese intende nominare un CEO ad interim la prossima settimana. Ciò segue la prossima partenza di Luca de Meo, che assumerà la guida del gruppo di lusso Kering (EU:KER).

    Secondo il Financial Times, nella lista ristretta di Renault figurano i candidati interni Denis Le Vot e François Provost, oltre all’ex dirigente di Stellantis (NYSE:STLA) Maxime Picat.

    Prezzi del petrolio in calo dopo l’aumento delle scorte USA

    I prezzi del petrolio sono diminuiti dopo aver toccato i massimi delle ultime due settimane mercoledì, a seguito dei dati che hanno mostrato un forte aumento delle scorte di greggio negli Stati Uniti, alimentando timori che i dazi commerciali possano frenare la domanda.

    Alle 03:05 ET, i futures sul Brent sono scesi dello 0,1% a 70,10 dollari al barile, mentre i futures sul WTI sono calati dello 0,1% a 68,28 dollari al barile.

    I prezzi erano saliti martedì ai massimi di due settimane, spinti dalle preoccupazioni per interruzioni nell’approvvigionamento dopo nuovi attacchi dei ribelli Houthi sulle rotte marittime del Mar Rosso.

    L’American Petroleum Institute ha riportato un aumento imprevisto di 7,1 milioni di barili nelle scorte di greggio statunitensi per la settimana terminata il 4 luglio, superando di gran lunga la riduzione prevista di 2,8 milioni di barili.

    Ora i mercati attendono la conferma dal rapporto ufficiale dell’Energy Information Administration, previsto più tardi nella giornata, soprattutto considerando che il weekend del 4 luglio generalmente registra una forte domanda di viaggi.

  • L’oro scende con il rally del dollaro; il rame raggiunge livelli record in mezzo alle minacce tariffarie

    L’oro scende con il rally del dollaro; il rame raggiunge livelli record in mezzo alle minacce tariffarie

    I prezzi dell’oro sono diminuiti modestamente nei mercati asiatici mercoledì, mentre gli investitori hanno mostrato poco interesse per il metallo come rifugio sicuro. Al contrario, l’incertezza sulle tariffe commerciali USA e sulla politica sui tassi di interesse della Federal Reserve ha aumentato la domanda di dollari USA, mettendo pressione sull’oro e sugli altri metalli.

    In controtendenza, i prezzi del rame negli Stati Uniti sono saliti a livelli senza precedenti dopo l’annuncio del presidente Donald Trump di imporre una pesante tariffa del 50% sulle importazioni di rame. Questa notizia ha fatto schizzare i futures sul rame negli USA, mentre i prezzi del rame alla London Metal Exchange sono scesi martedì e mercoledì.

    Il rafforzamento del dollaro, in recupero dai minimi degli ultimi tre anni, ha pesato fortemente sul complesso dei metalli, contribuendo a un generale calo dei prezzi. Il sentiment di mercato ha favorito il biglietto verde dopo i dati positivi sull’occupazione negli USA, riducendo le aspettative di tagli imminenti ai tassi di interesse da parte della Fed.

    L’oro spot è sceso dello 0,2% a 3.294,88 dollari l’oncia, mentre i futures sull’oro di settembre hanno perso lo 0,4% a 3.303,20 dollari l’oncia nella prima mattina di mercoledì (ET). I prezzi dell’oro si sono mantenuti vicino al livello più basso da oltre una settimana, mentre le preoccupazioni sulle tensioni commerciali non hanno innescato il consueto afflusso verso i beni rifugio.

    Gli investitori si sono orientati verso il dollaro scontato, che ha guadagnato slancio in mezzo ai timori per l’escalation delle tariffe. L’amministrazione USA ha iniziato a inviare notifiche ufficiali sulle tariffe indirizzate a diversi importanti partner commerciali questa settimana, alimentando la cautela sui mercati.

    La Federal Reserve ha avvertito che se le tariffe raggiungeranno i livelli previsti, la pressione inflazionistica negli USA potrebbe aumentare, riducendo le probabilità di tagli ai tassi a breve. Questo scenario ha pesato sui metalli preziosi, che avevano registrato forti guadagni a giugno e ora subiscono prese di profitto.

    I futures sul platino sono scesi dell’1,1% a 1.376,35 dollari l’oncia, mentre quelli sull’argento sono saliti leggermente a 36,84 dollari l’oncia in un contesto di dinamiche di mercato contrastanti.

    Il rame negli USA è salito bruscamente in vista di un possibile irrigidimento dell’offerta dovuto alle tariffe. I futures sul rame USA sono cresciuti del 2,6% a 5,6457 dollari per libbra mercoledì, dopo aver raggiunto un massimo storico di 5,8955 martedì. I produttori nazionali, come Freeport-McMoRan, potrebbero beneficiare della tariffa, che mira a rafforzare l’estrazione locale e ridurre la dipendenza dalle importazioni.

    L’importanza del rame è cresciuta significativamente per il suo ruolo nella trasmissione elettrica e nell’industria dei veicoli elettrici, elementi chiave della transizione globale verso energie più pulite.

    Al di fuori degli USA, i prezzi del rame sono calati a causa delle preoccupazioni per un possibile indebolimento della domanda proveniente dalla Cina, il maggior importatore mondiale di rame. I futures sul rame alla London Metal Exchange sono scesi dell’1,6% a 9.644,45 dollari per tonnellata, vicino ai minimi delle ultime tre settimane, mentre i dati sull’inflazione mista in Cina hanno aumentato i timori sulla domanda futura.

  • I prezzi del petrolio scendono dopo un forte aumento delle scorte USA e nuove preoccupazioni sui dazi

    I prezzi del petrolio scendono dopo un forte aumento delle scorte USA e nuove preoccupazioni sui dazi

    I prezzi del petrolio sono scesi dalla massima di due settimane durante la sessione asiatica di mercoledì, dopo che i dati hanno mostrato un significativo aumento delle scorte di petrolio greggio negli Stati Uniti. Nel frattempo, gli investitori rimangono cauti in vista di ulteriori annunci di dazi previsti dal presidente Donald Trump.

    Alle 21:44 ET (01:44 GMT), i futures sul Brent con scadenza a settembre sono scesi dello 0,3% a 69,91 dollari al barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate (WTI) hanno perso lo 0,4% a 68,10 dollari al barile. Entrambi i benchmark avevano raggiunto martedì i massimi delle ultime due settimane, supportati dalle preoccupazioni per interruzioni nella fornitura causate da recenti attacchi alle rotte marittime del Mar Rosso da parte dei ribelli Houthi.

    Secondo un rapporto Reuters di martedì, quattro membri dell’equipaggio della nave Eternity C, battente bandiera liberiana e operata da una compagnia greca, sono stati uccisi in un attacco coordinato con droni e motoscafi al largo della costa dello Yemen.

    Aumenti imprevisti delle scorte di petrolio USA

    L’American Petroleum Institute (API) ha riportato un inaspettato aumento di 7,1 milioni di barili nelle scorte di petrolio greggio statunitensi per la settimana terminata il 4 luglio, ben al di sopra della previsione di una diminuzione di 2,8 milioni di barili. Questo segue un aumento minore di 0,68 milioni di barili la settimana precedente.

    Le scorte di benzina sono diminuite di 2,2 milioni di barili e quelle di distillati sono scese di 800.000 barili. Questi dati indicano un rallentamento della domanda e potenziali preoccupazioni di surplus nel mercato USA.

    Gli operatori attendono il rapporto ufficiale dell’Energy Information Administration (EIA), previsto per mercoledì. Se l’EIA confermerà i dati dell’API, si tratterà del maggior aumento settimanale di scorte di petrolio da gennaio.

    Trump annuncia nuovi dazi sul rame e altro in arrivo

    Il presidente Trump ha annunciato martedì l’intenzione di imporre un dazio del 50% sulle importazioni di rame, con ulteriori dazi su semiconduttori e prodotti farmaceutici attesi a breve.

    In precedenza, ha inviato notifiche ufficiali di dazi a 14 paesi, segnalando che le tariffe aumentate entreranno in vigore dal 1° agosto. Le notifiche includono un dazio del 25% su tutte le importazioni da Giappone e Corea del Sud, mentre alcuni paesi potrebbero affrontare dazi fino al 40%.

    Martedì sera, Trump ha twittato: “Domani mattina rilasceremo l’elenco di almeno 7 paesi riguardanti il commercio, con un numero aggiuntivo di paesi che verranno comunicati nel pomeriggio.” I dettagli restano scarsi, alimentando la cautela degli investitori temendo un’escalation delle tensioni commerciali.

  • La crescita dei ricavi dell’App Store resta stabile a giugno, secondo UBS

    La crescita dei ricavi dell’App Store resta stabile a giugno, secondo UBS

    I ricavi dell’App Store di Apple (NASDAQ:AAPL) sono aumentati di circa il 12% su base annua a giugno, hanno riferito martedì gli analisti di UBS, citando dati di Sensor Tower. La crescita è in linea con il tasso registrato a maggio, leggermente favorita dall’indebolimento del dollaro USA.

    Il cambio valuta ha avuto un impatto positivo di circa 200 punti base, ha osservato UBS, anche se su base neutrale rispetto al cambio (FXN) la crescita è rallentata a circa il 10%, con un calo di 70 punti base rispetto al mese precedente. Tuttavia, “la crescita è stata abbastanza coerente tra gli Stati Uniti (~12%) e il resto del mondo (ROW) (~13%) su base riportata,” secondo il team UBS, anche se i confronti sottostanti sono stati diversi.

    Negli Stati Uniti, i ricavi dell’App Store nel trimestre di giugno sono aumentati dell’11%, superando di 100 punti base il trimestre di marzo. Nel frattempo, i mercati del resto del mondo (ROW) hanno mostrato una crescita del 12% su base riportata, un miglioramento di 250 punti base rispetto al trimestre precedente. Tuttavia, la crescita FXN di ROW è rimasta stabile al 10%.

    UBS ha mantenuto la sua previsione sui ricavi dei Servizi di Apple per il trimestre di giugno, prevedendo una crescita di circa l’11%. Tuttavia, la banca vede un potenziale rialzo grazie al contesto valutario: “Considerando che l’impatto del cambio dovrebbe essere almeno 100 punti base meno negativo rispetto a quanto precedentemente previsto, riteniamo che vi sia un rischio al rialzo per la nostra stima dei ricavi ‘Servizi’.”

    La banca ha aggiunto che, se la crescita dei Servizi superasse le aspettative di un punto percentuale, i ricavi totali del segmento potrebbero raggiungere 27,1 miliardi di dollari invece di 26,9 miliardi, aumentando potenzialmente l’utile per azione di circa un centesimo rispetto alla previsione attuale di 1,40 dollari.

    Per quanto riguarda i cambiamenti regolatori, UBS ha dichiarato che il nuovo Digital Markets Act dell’UE — che consente la distribuzione delle app al di fuori dell’App Store — non ha ancora avuto un impatto significativo sulla crescita. “I dati di Sensor Tower suggeriscono che l’impatto finora è stato relativamente contenuto nell’UE, con un tasso di crescita nella metà degli anni ’20% da gennaio 2024,” hanno scritto gli analisti.

    Poiché l’UE contribuisce solo per una quota a una cifra alta dei ricavi totali dell’App Store e gli Stati Uniti rappresentano quasi un terzo, UBS ha concluso che il rischio finanziario complessivo rimane “relativamente limitato,” anche alla luce degli aggiornamenti recenti sulle commissioni dell’App Store.

    UBS ha mantenuto la valutazione Neutral sulle azioni Apple, con un target di prezzo a 12 mesi di 210 dollari, in linea con il prezzo attuale di mercato.

  • DAX, CAC, FTSE100, Mercati europei cauti mentre i dazi di Trump creano incertezza

    DAX, CAC, FTSE100, Mercati europei cauti mentre i dazi di Trump creano incertezza

    I mercati azionari europei sono rimasti perlopiù stabili martedì, mentre gli investitori valutano le nuove tensioni commerciali innescate dalle ultime proposte tariffarie del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il loro possibile impatto sulla crescita globale.

    Trump ha annunciato lunedì che nuovi dazi più elevati su importazioni da 14 Paesi entreranno in vigore il 1º agosto — una proroga rispetto alla data iniziale del 9 luglio. L’Unione Europea starebbe cercando attivamente di ottenere esenzioni dal dazio base statunitense del 10% attualmente in vigore.

    Dal fronte macroeconomico, l’export tedesco ha mostrato segnali di debolezza. Secondo Destatis, le esportazioni sono diminuite dell’1,4% su base mensile a maggio, segnando il secondo calo consecutivo, a causa della minore domanda dagli Stati Uniti. Anche le importazioni sono scese bruscamente del 3,8%, invertendo l’aumento del 2,2% registrato ad aprile.

    A metà seduta, il CAC 40 francese segnava un calo dello 0,3%, mentre il DAX tedesco si manteneva appena sopra la parità. Il FTSE 100 britannico registrava un lieve aumento dello 0,1%.

    Tra le notizie aziendali, le azioni di Hansa Biopharma sono salite dopo la nomina di Richard Philipson a nuovo Chief Medical Officer. Anche Basilea (TG:PK5) ha guadagnato terreno, sostenuta da un finanziamento di 39 milioni di dollari da parte della BARDA (Biomedical Advanced Research and Development Authority) per lo sviluppo dei suoi farmaci antifungini Fosmanogepix e BAL2062.

    Al contrario, le azioni di Victrex (LSE:VCT) sono crollate dopo l’annuncio di un cambio alla guida aziendale e risultati trimestrali inferiori alle attese.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures piatti mentre Wall Street prende fiato dopo il sell-off; focus su dazi di Trump e verbali della Fed

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Futures piatti mentre Wall Street prende fiato dopo il sell-off; focus su dazi di Trump e verbali della Fed

    I futures sugli indici statunitensi indicano un’apertura incerta martedì, con gli investitori cauti dopo un inizio di settimana volatile. Le nuove misure commerciali del presidente Donald Trump e l’attesa per i verbali della Federal Reserve mantengono l’avversione al rischio elevata.

    I principali futures sugli indici erano pressoché invariati prima dell’apertura. Il Dow e l’S&P 500 erano piatti, mentre il Nasdaq 100 mostrava un modesto +0,2%. Il mercato riflette ancora il forte calo di lunedì, seguito a un rally sostenuto nelle sedute precedenti.

    Le tensioni sono aumentate dopo il nuovo ordine esecutivo di Trump e le minacce tariffarie. Il presidente ha ufficialmente esteso la sospensione dei dazi reciproci fino al 1° agosto, oltre la precedente scadenza del 10 luglio, citando “ulteriori informazioni e raccomandazioni da parte di alti funzionari”.

    Tuttavia, Trump ha sottolineato un certo margine di manovra: “Se ci chiamano e dicono le cose in modo diverso, saremo aperti a parlarne,” ha detto, spiegando che la scadenza di agosto non è “ferma al 100%”.

    Trump ha anche pubblicato screenshot di lettere inviate a diversi leader mondiali, minacciando tariffe più alte per almeno 14 paesi: 25% su importazioni da Giappone, Corea del Sud, Malesia e Kazakistan; 30% su quelle dal Sudafrica; e fino al 40% su Laos e Myanmar.

    “Ciò che preoccupa gli investitori è che Trump cambi continuamente le regole del gioco,” ha affermato Dan Coatsworth, analista di AJ Bell. “È solito introdurre nuove condizioni, e ora ha minacciato un ulteriore 10% di dazi sui paesi che si allineano con le politiche ‘anti-americane’ dei paesi BRICS.”

    “Ha anche suggerito che alcune tariffe potrebbero arrivare fino al 70%, ben oltre il massimo precedente,” ha aggiunto. “Gli investitori preferirebbero un quadro stabile e coerente.”

    I mercati hanno reagito male lunedì: il Dow ha perso 422,17 punti (-0,9%) a 44.406,36. Il Nasdaq è sceso dello 0,9% a 20.412,52 e l’S&P 500 ha ceduto lo 0,8% chiudendo a 6.229,98.

    Le prese di profitto dopo il rally della scorsa settimana — innescato da solidi dati sull’occupazione — hanno contribuito alla pressione al ribasso. Intanto, gli investitori attendono i verbali della riunione della Fed di giugno, previsti per mercoledì, per ottenere indicazioni sul futuro dei tassi di interesse.

    Il mercato prevede quasi unanimemente che la Fed mantenga i tassi invariati nel meeting del 29-30 luglio. Secondo il FedWatch Tool del CME Group, la probabilità è al 95,3%.

    Tra i settori più colpiti, hardware e servizi petroliferi: l’indice NYSE Arca Computer Hardware è sceso del 2,2%, mentre il Philadelphia Oil Service Index ha perso il 2,0%. Debolezza anche per semiconduttori, compagnie aeree e acciaio. Solo i titoli auriferi si sono mossi in controtendenza.

  • Dow Jones, S&P, Nasdaq, Trump invia lettere sui dazi e posticipa la scadenza, i mercati reagiscono

    Dow Jones, S&P, Nasdaq, Trump invia lettere sui dazi e posticipa la scadenza, i mercati reagiscono

    I futures azionari statunitensi sono per lo più in rialzo martedì, mentre gli investitori elaborano le ultime mosse del presidente Donald Trump sui dazi. Trump ha inviato lettere formali a più di una dozzina di paesi dettagliando i dazi più elevati che dovranno affrontare, ma ha posticipato la scadenza per l’implementazione di queste tariffe. Nel frattempo, la Cina ha avvertito Washington di non riaccendere le tensioni commerciali.

    Futures mostrano guadagni moderati

    Martedì mattina presto, i futures sul Dow erano stabili, quelli sull’S&P 500 sono aumentati leggermente dello 0,1%, e i futures sul Nasdaq 100 sono saliti dello 0,2%. Lunedì i mercati avevano perso terreno dopo le lettere sui dazi di Trump, con alcuni trader che hanno realizzato profitti in un clima di incertezza. Tuttavia, l’ottimismo persiste poiché alcuni investitori credono che Trump possa rimanere aperto alla negoziazione, sostenuti da segnali di crescita economica stabile e da pressioni inflazionistiche in calo.

    Gli analisti di Vital Knowledge hanno osservato: “Nonostante il calo di lunedì e le preoccupazioni sui dazi, i rialzisti continuano a dominare il mercato.”

    Lettere sui dazi segnalano tariffe più alte ma scadenza flessibile

    Lunedì, Trump ha inviato notifiche sui dazi a 14 paesi, avvertendo di un imminente aumento delle tariffe superiore all’attuale aliquota base del 10%, anche se meno severo rispetto agli annunci di aprile. La nuova scadenza per l’entrata in vigore di questi dazi è stata spostata al 1° agosto, concedendo più tempo ai paesi – tra cui fornitori principali come Giappone e Corea del Sud – per negoziare.

    Interrogato sulla fermezza della nuova scadenza, Trump ha detto che è “ferma, ma non al 100%,” lasciando aperta la possibilità di proposte alternative se i partner commerciali lo richiedono.

    Va notato che questi nuovi dazi non si sommeranno a quelli già esistenti su settori specifici come auto, acciaio e alluminio. India e Unione Europea non sono state incluse nell’ultima tornata di notifiche, alimentando speculazioni su possibili accordi imminenti.

    Il Giappone ha espresso la volontà di continuare le trattative, con il Primo Ministro Shigeru Ishiba che ha confermato i colloqui in corso. Il Ministro del Commercio sudcoreano Yeo Han-koo ha incontrato il Segretario al Commercio USA Howard Lutnick per discutere possibili esenzioni o riduzioni su tariffe chiave.

    La Cina invita gli USA a non esacerbare le tensioni

    In un’evoluzione parallela, la Cina ha esortato gli Stati Uniti a evitare di riaccendere le dispute sui dazi che potrebbero compromettere la fragile tregua commerciale recentemente raggiunta. Sebbene a giugno USA e Cina abbiano riaffermato un accordo quadro dopo lunghe trattative, molti dettagli restano poco chiari, alimentando dubbi sulla sua solidità.

    La Cina ha tempo fino al 12 agosto per raggiungere un accordo con gli USA, o rischiare tariffe superiori al 100% su alcune merci. Il People’s Daily, giornale ufficiale del Partito Comunista, ha chiesto ulteriori “dialogo e cooperazione,” definendo i dazi di Trump “bullismo.” Ha anche avvertito i paesi più piccoli contro accordi con gli USA che escludano la Cina, minacciando ritorsioni.

    Prezzi del petrolio in calo tra timori commerciali e aumento dell’offerta

    I prezzi del petrolio sono scesi leggermente mentre gli investitori valutavano l’impatto incerto dei dazi sul mercato globale, insieme all’aumento della produzione da parte dell’OPEC+. I futures sul Brent sono calati dello 0,1% a 69,54 dollari al barile, quelli sul WTI USA dello 0,2% a 67,76 dollari.

    L’OPEC+ ha annunciato un aumento della produzione di 548.000 barili al giorno ad agosto, superiore alle precedenti incrementi di maggio, giugno e luglio, esercitando ulteriori pressioni sul mercato.

    Amazon lancia Prime Day esteso

    Amazon (NASDAQ:AMZN) ha avviato il Prime Day martedì, prolungando l’evento di vendite annuale a quattro giorni, più lungo del solito. Gli analisti prevedono che la spesa online negli Stati Uniti raggiungerà i 23,8 miliardi di dollari, un aumento del 28,4% rispetto all’evento di due giorni dello scorso anno.

    Amazon attribuisce questa estensione alla richiesta dei membri di avere più tempo per approfittare delle offerte. Nel 2024, gli americani hanno speso 14,2 miliardi di dollari durante il Prime Day, un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente.

    L’evento affronta una forte concorrenza da parte di Walmart, Target e TikTok Shop, che puntano soprattutto ai giovani acquirenti desiderosi di sconti per il ritorno a scuola. Amazon ha risposto offrendo tariffe scontate per l’abbonamento Prime e altri vantaggi per i giovani.

  • Mercati europei in lieve rialzo dopo il rinvio della scadenza commerciale; calano le esportazioni tedesche

    Mercati europei in lieve rialzo dopo il rinvio della scadenza commerciale; calano le esportazioni tedesche

    Le azioni europee hanno guadagnato terreno martedì mentre gli investitori valutavano le conseguenze del rinvio della scadenza commerciale negli Stati Uniti e analizzavano nuovi dati dalla Germania.

    Alle 07:05 GMT, il DAX tedesco è salito dello 0,3%, il CAC 40 francese dello 0,1% e il FTSE 100 britannico ha guadagnato anch’esso lo 0,1%.

    Trump rinvia la scadenza per i dazi, alimentando l’ottimismo

    Il sentiment degli investitori in Europa ha ricevuto una leggera spinta dopo segnali di flessibilità da Washington sui negoziati commerciali internazionali. Lunedì, il Presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che sposta la scadenza per finalizzare gli accordi commerciali dal 9 luglio al 1 agosto, sottolineando che la nuova data non è “fissata in modo definitivo”, lasciando spazio a ulteriori trattative.

    La Casa Bianca ha inoltre reso nota una lista di 14 Paesi soggetti a possibili aumenti tariffari, tra cui Giappone, Corea del Sud, Indonesia, Serbia e Tunisia, con dazi del 25% minacciati per importanti alleati in assenza di accordi.

    Tuttavia, queste nuove misure non si sommeranno ai dazi già annunciati per settori specifici come auto, acciaio e alluminio, offrendo una certa tregua ai comparti interessati.

    L’Unione Europea non figura nella lista dei nuovi dazi. Un portavoce della Commissione Europea ha dichiarato che i colloqui tra la Presidente Ursula von der Leyen e Trump sono stati costruttivi, con l’obiettivo di concludere un accordo entro mercoledì.

    Calano le esportazioni tedesche a causa delle incertezze commerciali

    Dal fronte economico, le esportazioni tedesche sono diminuite dell’1,4% a maggio rispetto al mese precedente, molto più del calo previsto dello 0,2%. Il rallentamento è stato trainato da una domanda più debole dagli Stati Uniti, con esportazioni verso quel mercato in calo del 7,7% su base mensile.

    Il calo segue mesi di forte attività esportativa, probabilmente dovuta a ordini anticipati per evitare i dazi previsti.

    Novartis ottiene l’approvazione per il trattamento della malaria pediatrica

    Sul fronte aziendale, Novartis (BIT:1NOVN) ha annunciato l’approvazione regolatoria in Svizzera per il nuovo farmaco Coartem Baby — il primo trattamento contro la malaria specificamente formulato per bambini e neonati.

    Nel frattempo, il gruppo energetico austriaco OMV (TG:OMV) ha riportato in un aggiornamento commerciale una riduzione dei prezzi dell’energia e dei volumi di produzione nel secondo trimestre. Tuttavia, ha evidenziato un aumento dei margini nel settore chimico che ha contribuito a compensare in parte il calo.

    Prezzi del petrolio in calo per timori legati ai dazi e aumento della produzione OPEC+

    I mercati petroliferi hanno registrato un calo mentre i trader valutavano l’impatto economico potenziale delle tensioni commerciali. Le preoccupazioni per una possibile diminuzione della domanda globale e l’aumento dell’offerta da parte di OPEC+ hanno aggiunto pressione al ribasso sui prezzi.

    Alle 03:05 ET, i future sul Brent sono scesi dello 0,5% a 69,25 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate (WTI) è calato dello 0,6% a 67,50 dollari.

    Il cartello OPEC+ ha annunciato nel fine settimana un aumento della produzione di 548.000 barili al giorno ad agosto, un incremento significativo rispetto ai 411.000 barili al giorno aggiunti nei tre mesi precedenti.

    La combinazione di una maggiore offerta e delle incertezze commerciali ha aumentato i timori di un eccesso di offerta nel breve termine.