Author: Matthew Collom

  • Borse USA contrastate: Alphabet sorprende, Tesla delude

    Borse USA contrastate: Alphabet sorprende, Tesla delude

    I future sugli indici azionari statunitensi hanno registrato andamenti contrastanti giovedì, mentre gli investitori analizzavano i risultati trimestrali di alcune delle aziende più osservate e valutavano i progressi su potenziali accordi commerciali.

    Alle 09:35 ET, il Dow Jones Industrial Average era in calo di 280 punti (-0,6%), mentre l’S&P 500 guadagnava 10 punti (+0,1%) e il NASDAQ Composite saliva di 70 punti (+0,3%).

    Ottimismo sui negoziati commerciali

    Il sentiment di mercato è stato sostenuto da un articolo del Financial Times, secondo cui Stati Uniti e Unione Europea stanno facendo progressi verso un accordo commerciale che prevedrebbe l’introduzione di un dazio base del 15% su beni importati dal blocco europeo. La notizia segue l’intesa commerciale recentemente annunciata con il Giappone, attenuando le preoccupazioni legate alla politica tariffaria del presidente Trump, in vista della scadenza del 1° agosto per l’introduzione di nuove tariffe “reciproche”.

    Alphabet sorprende con risultati solidi

    Circa un quarto delle aziende dell’S&P 500 ha già pubblicato i risultati del secondo trimestre, con una stagione finora robusta: il 67% ha superato le stime di ricavi e l’88% ha battuto le previsioni sugli utili per azione.

    Tra i protagonisti, Alphabet (NASDAQ: GOOGL) ha superato ampiamente le aspettative di Wall Street. La casa madre di Google ha evidenziato una crescente domanda per i suoi servizi cloud, aumentando l’obiettivo di spesa in conto capitale per il 2025 da 75 a 85 miliardi di dollari e anticipando ulteriori investimenti per il 2026. L’integrazione dell’intelligenza artificiale nel motore di ricerca e l’adozione delle sue soluzioni AI hanno spinto la crescita del coinvolgimento degli utenti, con i ricavi pubblicitari in aumento del 10%.

    Tesla in calo, altri titoli in evidenza

    Al contrario, le azioni di Tesla (NASDAQ: TSLA) sono scese dopo che l’amministratore delegato Elon Musk ha previsto “alcuni trimestri difficili” per l’azienda, a seguito di risultati deludenti per il secondo trimestre.

    Altri titoli degni di nota:

    • IBM (NYSE: IBM) ha registrato un calo dopo ricavi inferiori alle attese nel segmento software.
    • UnitedHealth (NYSE: UNH) ha perso terreno dopo aver rivelato un’indagine del Dipartimento di Giustizia sulla propria partecipazione al programma Medicare.
    • American Eagle Outfitters (NYSE: AEO) è balzata in avanti grazie al lancio di una nuova campagna denim con l’attrice Sydney Sweeney, pensata per riaccendere le vendite e riconnettersi con la Gen Z.
    • Dow Inc. (NYSE: DOW) ha registrato un forte ribasso dopo una perdita trimestrale superiore alle attese e il dimezzamento del dividendo, a causa della debolezza prolungata del settore chimico.
    • Chipotle (NYSE: CMG) ha chiuso in calo dopo aver riportato un calo delle vendite più marcato del previsto, che ha portato a una revisione al ribasso delle previsioni annuali, complice una spesa dei consumatori più debole.

    Dati macroeconomici: richieste di sussidi e PMI

    Sul fronte macroeconomico, i dati del Dipartimento del Lavoro hanno mostrato un calo delle nuove richieste di sussidi di disoccupazione. Nella settimana terminata il 19 luglio, le richieste iniziali sono scese a 217.000, in calo rispetto alle 221.000 della settimana precedente e inferiori alle stime degli analisti (227.000), confermando la tenuta del mercato del lavoro.

    L’attenzione si sposta ora sui dati preliminari degli indici PMI. Per luglio, si prevede una leggera flessione dell’indice manifatturiero a 52,7 da 52,9, mentre l’indice dei servizi potrebbe salire leggermente a 53,0. Valori superiori a 50 indicano espansione.

    Petrolio in rialzo grazie al calo delle scorte

    I prezzi del greggio sono aumentati dopo che i dati settimanali hanno mostrato un calo significativo delle scorte negli Stati Uniti. Alle 09:35 ET:

    • Il Brent è salito dell’1% a 69,17 dollari al barile
    • Il WTI ha guadagnato l’1,2% a 66,05 dollari al barile

    Secondo l’EIA (Energy Information Administration), le scorte statunitensi di greggio sono diminuite di 3,17 milioni di barili la scorsa settimana. Tuttavia, i prezzi rimangono sotto pressione dopo quattro sessioni consecutive di ribassi a causa dei timori su un rallentamento della domanda energetica dovuto alle tensioni commerciali globali.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Mercati oggi: l’S&P 500 chiude a un nuovo massimo storico grazie all’ottimismo sui negoziati commerciali

    Mercati oggi: l’S&P 500 chiude a un nuovo massimo storico grazie all’ottimismo sui negoziati commerciali

    L’indice S&P 500 ha chiuso mercoledì su un nuovo massimo storico, spinto dall’ottimismo per un accordo commerciale tra Stati Uniti e Giappone. L’intesa ha rafforzato le speranze che l’amministrazione Trump possa siglare ulteriori accordi e scongiurare una guerra commerciale su larga scala.

    Alle 16:00 ET, il Dow Jones Industrial Average è salito di 507 punti (+1%), mentre l’S&P 500 ha guadagnato lo 0,80% e il NASDAQ Composite ha chiuso in rialzo dello 0,6%.

    L’accordo USA-Giappone riaccende l’entusiasmo sui mercati

    Il presidente Donald Trump ha annunciato un “enorme” accordo commerciale con il Giappone, che prevede tariffe del 15% sulle importazioni dal paese asiatico—una riduzione rispetto al 25% inizialmente minacciato. Il patto include anche 550 miliardi di dollari di investimenti giapponesi negli Stati Uniti e una maggiore apertura del mercato nipponico ai prodotti agricoli e automobilistici americani, in particolare il riso.

    Trump ha poi anticipato l’arrivo di nuovi accordi: “Domani incontriamo l’Europa, e il giorno dopo altri ancora,” ha dichiarato martedì sera. Un’intesa con l’Unione Europea potrebbe evitare dazi del 30% su alcune importazioni europee, previsti per il 1° agosto.

    Nonostante i progressi, rimangono preoccupazioni tra analisti e Federal Reserve sull’impatto delle tariffe, che potrebbero alimentare l’inflazione nei prossimi mesi.

    Focus sugli utili: Tesla e Alphabet

    Dopo la chiusura dei mercati, l’attenzione si è spostata sui risultati del secondo trimestre di Tesla (NASDAQ:TSLA) e Alphabet (NASDAQ:GOOGL)—le prime due dei cosiddetti “Magnifici Sette” di Wall Street a pubblicare i conti in questa stagione.

    Tesla è sotto osservazione a causa della riduzione dei margini, del rallentamento nelle vendite e della guerra dei prezzi in Cina. Gli investitori seguiranno anche le novità sul fronte dell’intelligenza artificiale e della robotica, settori che Elon Musk ritiene fondamentali per la prossima fase di crescita.

    Per Alphabet, il mercato vuole capire se l’adozione dell’intelligenza artificiale ha contribuito alla crescita dei ricavi e quali sono i piani dell’azienda per investire ulteriormente nelle infrastrutture AI, visto il suo ruolo da protagonista nel settore.

    Altri risultati aziendali rilevanti

    • AT&T (NYSE:T) è salita dopo aver battuto le stime del secondo trimestre, grazie all’aumento degli abbonati mobili, anche se con meno clienti internet del previsto.
    • Texas Instruments (NASDAQ:TXN) è scesa a seguito di una previsione debole, che ha alimentato timori su un calo della domanda di chip analogici.
    • Hasbro (NASDAQ:HAS) ha perso terreno nonostante buoni risultati, trainati dalle vendite record di Magic: The Gathering.
    • GE Vernova (NYSE:GEV) è salita dopo risultati migliori del previsto e un miglioramento delle previsioni annuali, sostenute dalla forte domanda nel settore energia e infrastrutture.
    • Hilton Worldwide (NYSE:HLT) è calata dopo che il RevPAR (ricavo per camera disponibile) è sceso dello 0,5% rispetto al 2024, a causa di un lieve calo dell’occupazione.

    Finora, circa il 17% delle aziende dell’S&P 500 ha pubblicato i risultati trimestrali, con l’85% che ha superato le aspettative degli analisti.

    Il ritorno delle “meme stock”

    L’entusiasmo per le cosiddette meme stock è tornato: GoPro (NASDAQ:GPRO) e Krispy Kreme (NASDAQ:DNUT) si sono unite alla recente ondata che ha visto salire anche Rocket Companies (NYSE:RKT), Opendoor Technologies (NASDAQ:OPEN) e Kohl’s (NYSE:KSS), tutte favorite dai trader retail.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Mercati oggi: l’S&P 500 chiude a un nuovo record nonostante il calo dei titoli dei chip

    Mercati oggi: l’S&P 500 chiude a un nuovo record nonostante il calo dei titoli dei chip

    L’indice S&P 500 ha chiuso martedì a un nuovo massimo storico, anche se con un guadagno contenuto, mentre gli investitori hanno valutato una serie di risultati societari e la debolezza del settore dei semiconduttori.

    Alle 16:00 ET, il Dow Jones Industrial Average è salito di 170 punti (+0,40%), mentre l’S&P 500 ha guadagnato appena lo 0,03% chiudendo a un nuovo record di 6.307,67. L’indice Nasdaq Composite, invece, ha perso lo 0,4%, appesantito dal calo dei titoli tecnologici e dei chip.

    I titoli dei semiconduttori scendono dopo il ridimensionamento del progetto IA

    Le azioni di importanti produttori di chip come NVIDIA, Broadcom e AMD sono scese dopo che The Wall Street Journal ha riferito che SoftBank e OpenAI hanno ridimensionato il progetto di intelligenza artificiale Stargate, inizialmente stimato in 500 miliardi di dollari.

    A gennaio le due società avevano annunciato un investimento iniziale da 100 miliardi di dollari. Ora, invece, i piani sono stati ridotti alla costruzione di un singolo centro dati più piccolo. Questo ridimensionamento ha raffreddato l’ottimismo sul potenziamento dell’infrastruttura IA negli Stati Uniti, penalizzando l’intero comparto tecnologico.

    Texas Instruments pubblicherà i risultati dopo la chiusura dei mercati.

    La stagione degli utili accelera

    Questa settimana oltre l’85% delle società dell’S&P 500 comunicherà i risultati. Finora, circa il 12% ha già pubblicato i dati: di queste, l’86% ha superato le aspettative sugli utili per azione, mentre il 67% ha battuto le stime sui ricavi. Questi numeri solidi hanno contribuito a portare S&P 500 e Nasdaq a livelli record nella sessione precedente.

    Titoli in evidenza

    • Coca-Cola è scesa di quasi l’1%, nonostante utili superiori alle attese, a causa delle pressioni legate ai dazi. L’azienda ha comunque confermato la guidance nella parte alta del range previsto.
    • General Motors ha registrato un calo dopo aver riportato un netto calo degli utili nel secondo trimestre, dovuto a performance deboli nel mercato nordamericano.
    • Northrop Grumman ha guadagnato dopo aver alzato le previsioni di utile annuale, grazie alla domanda costante per aerei militari e sistemi di difesa in un contesto geopolitico teso.
    • Philip Morris ha perso terreno dopo aver riportato ricavi trimestrali inferiori alle attese, nonostante una forte crescita nel segmento dei prodotti senza fumo.
    • D.R. Horton è salito con decisione dopo aver superato le attese nel terzo trimestre fiscale, consegnando 23.160 abitazioni, oltre il limite superiore della propria guidance.
    • Intuitive Surgical pubblicherà i risultati dopo la chiusura dei mercati.

    Attesa per i risultati di Tesla e Alphabet

    I riflettori sono puntati su Tesla e Alphabet, le prime del gruppo delle cosiddette “Magnifiche Sette” a pubblicare i risultati trimestrali, attesi per mercoledì.

    Tesla è sotto osservazione dopo che in California le immatricolazioni sono diminuite del 21,1% nel secondo trimestre. Gli investitori cercheranno indicazioni su come i dazi imposti da Trump stiano influenzando i risultati aziendali.

    Dazi e tassi d’interesse restano fonte di incertezza

    Nonostante i recenti massimi degli indici di Wall Street, il ritmo degli aumenti si è rallentato per via delle continue incertezze legate ai nuovi dazi e al futuro dei tassi d’interesse.

    Trump ha annunciato tariffe tra il 20% e il 50% sui prodotti importati dai principali partner commerciali degli Stati Uniti, in vigore dal 1° agosto. Ha inoltre imposto un dazio del 50% sul rame e minacciato una tariffa del 200% sui farmaci importati.

    Queste misure hanno aumentato i timori sull’inflazione. La Federal Reserve dovrebbe mantenere invariati i tassi d’interesse nella riunione della prossima settimana, citando proprio i dazi come motivo principale per non agire.

    Il presidente della Fed, Jerome Powell, parlerà martedì in una conferenza a Washington D.C., anche se difficilmente affronterà il tema della politica monetaria poiché siamo nel periodo di “blackout” che precede la riunione di fine luglio.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Azioni USA stabili; gli investitori si concentrano sulla valanga di utili trimestrali

    Azioni USA stabili; gli investitori si concentrano sulla valanga di utili trimestrali

    Le azioni statunitensi hanno registrato un andamento contenuto martedì, mantenendosi vicino ai massimi storici mentre gli investitori assimilavano una valanga di risultati finanziari da parte di alcune delle più grandi aziende del paese.

    Alle 09:35 ET, il Dow Jones Industrial Average è salito di 20 punti, l’indice S&P 500 ha guadagnato 6 punti (+0,1%) e il NASDAQ Composite è sceso di 30 punti (-0,1%).

    Accelera il ritmo della stagione degli utili

    La stagione degli utili trimestrali entra nel vivo nei prossimi giorni, con oltre l’85% delle aziende dell’S&P 500 pronte a pubblicare i loro risultati questa settimana.

    Finora, circa il 12% delle società dell’S&P 500 ha già pubblicato i propri conti. Di queste, l’86% ha superato le aspettative sugli utili per azione e il 67% ha registrato vendite superiori al previsto, contribuendo a spingere gli indici S&P 500 e Nasdaq Composite verso nuovi record nella sessione precedente.

    Nelle prime ore della giornata, il titolo Coca-Cola (NYSE:KO) ha registrato un lieve calo, mentre il colosso delle bevande affronta venti contrari derivanti dai dazi doganali, pur avendo riportato un utile trimestrale superiore alle attese e dichiarato di prevedere una crescita dell’utile per azione rettificato nella fascia alta delle stime precedenti.

    Le azioni di General Motors (NYSE:GM) sono scese dopo che l’utile del secondo trimestre è diminuito in modo significativo rispetto all’anno precedente, a causa delle performance più deboli nel suo mercato chiave del Nord America.

    Al contrario, le azioni di Northrop Grumman (NYSE:NOC) sono salite dopo che la società della difesa ha alzato le previsioni di utile annuale, puntando su una domanda costante di aerei militari e sistemi difensivi in un contesto di tensioni geopolitiche persistenti.

    Le azioni di Philip Morris (NYSE:PM) hanno perso terreno dopo che la multinazionale del tabacco ha riportato ricavi del secondo trimestre inferiori alle attese, nonostante una forte crescita nel segmento senza fumo.

    Le azioni di DR Horton Inc (NYSE:DHI) sono salite con forza dopo che la società di costruzioni ha pubblicato risultati superiori alle attese per il terzo trimestre fiscale, consegnando 23.160 abitazioni, oltre la parte alta del proprio intervallo di guidance.

    Nel corso della giornata sono attesi i risultati di Texas Instruments (NASDAQ:TXN), produttore di semiconduttori, e di Intuitive Surgical (NASDAQ:ISRG), azienda di dispositivi medici, che pubblicheranno i propri dati a mercati chiusi.

    L’attenzione principale degli investitori, in termini di utili, sarà rivolta ai risultati del secondo trimestre di Tesla (NASDAQ:TSLA) e Alphabet (NASDAQ:GOOGL), i primi del gruppo dei cosiddetti “Magnifici Sette” di Wall Street a rendere noti i propri bilanci in questa stagione.

    Entrambi i report sono attesi per mercoledì e saranno attentamente analizzati per valutare gli effetti dei dazi imposti da Trump sugli utili societari.

    Dazi di Trump e incertezze sui tassi d’interesse

    Sebbene i principali indici di Wall Street abbiano raggiunto nuovi massimi nelle ultime settimane, il ritmo dei guadagni si è rallentato di recente a causa delle persistenti incertezze legate ai dazi imposti da Trump e all’evoluzione futura dei tassi di interesse.

    Trump ha delineato dazi che vanno dal 20% al 50% contro i principali partner commerciali degli Stati Uniti, tutti previsti per entrare in vigore il 1° agosto. Il presidente ha inoltre imposto un dazio del 50% sulle importazioni di rame e minacciato un’imposta del 200% sui prodotti farmaceutici.

    Queste misure hanno alimentato timori nei mercati per un potenziale impatto inflazionistico, soprattutto considerando che la Federal Reserve ha citato i dazi come una delle principali motivazioni per mantenere i tassi di interesse invariati nel breve periodo.

    La Fed si riunirà la prossima settimana e si prevede ampiamente che manterrà ancora una volta i tassi fermi, nonostante le continue critiche da parte di Trump e dei suoi alleati.

    Jerome Powell parlerà martedì a una conferenza della Fed a Washington D.C., anche se non è chiaro se affronterà temi legati alla politica monetaria, dato che l’intervento avviene durante il cosiddetto “periodo di silenzio” prima della riunione di fine luglio.

    Petrolio in calo per timori commerciali

    I prezzi del petrolio sono scesi martedì a causa dei timori che una guerra commerciale sempre più probabile tra Unione Europea e Stati Uniti — due tra i maggiori consumatori — possa colpire l’attività economica e, di conseguenza, la domanda di greggio.

    Alle 09:35 ET, i futures sul Brent sono scesi dell’1% a 68,54 dollari al barile, mentre i futures sul WTI (West Texas Intermediate) sono calati dell’1% a 65,29 dollari al barile. Entrambi avevano già chiuso in leggero calo lunedì.

    I dazi statunitensi sulle importazioni provenienti dall’UE, insieme a quelli su altri importanti partner commerciali, entreranno in vigore il 1° agosto, una data definita “scadenza improrogabile” da funzionari della Casa Bianca.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Borsa Oggi: L’S&P 500 Chiude Sopra i 6.300 per la Prima Volta; Riflettori Puntati sui Conti delle Big Tech

    Borsa Oggi: L’S&P 500 Chiude Sopra i 6.300 per la Prima Volta; Riflettori Puntati sui Conti delle Big Tech

    L’S&P 500 ha chiuso lunedì sopra la soglia dei 6.300 punti per la prima volta nella sua storia, mentre gli investitori si preparano a una settimana cruciale di risultati trimestrali, con alcune delle principali aziende di Wall Street pronte a pubblicare i loro bilanci.

    Alla chiusura dei mercati alle 16:00 (ET), l’S&P 500 è salito dello 0,2% a 6.308,46. Il Nasdaq Composite, ad alto contenuto tecnologico, è aumentato dello 0,4%, mentre il Dow Jones Industrial Average ha perso 19 punti, pari a un calo dello 0,04%.

    Le borse sono rimaste vicine ai massimi storici, nonostante un clima di cautela dopo che venerdì sono emerse notizie secondo cui il presidente Donald Trump starebbe spingendo per imporre nuovi dazi doganali del 15%-20% sulle importazioni dall’Unione Europea, che entreranno in vigore il 1° agosto.

    Grandi Tech sotto i Riflettori

    Questa settimana l’attenzione degli investitori è rivolta ai conti trimestrali delle principali aziende tecnologiche, in particolare Alphabet (NASDAQ: GOOGL) e Tesla (NASDAQ: TSLA), entrambe attese mercoledì. Le due società fanno parte del gruppo dei cosiddetti “Magnifici Sette”, composto da titoli tecnologici a mega capitalizzazione, e i loro risultati potrebbero influenzare significativamente l’andamento generale del mercato.

    La scorsa settimana, i solidi risultati di alcune grandi banche hanno sostenuto il sentiment degli investitori, nonostante gli avvertimenti su un possibile aumento dell’incertezza economica legata ai dazi proposti da Trump. Ora l’attenzione si concentra su come queste misure commerciali influenzeranno le prospettive aziendali per il resto dell’anno.

    Risultati in Evidenza: Verizon e Domino’s

    Lunedì, Verizon Communications (NYSE: VZ) ha rivisto al rialzo la parte inferiore del suo target di crescita annuale degli utili per azione, grazie alla forte domanda per i suoi piani wireless di fascia alta.

    Domino’s Pizza (NASDAQ: DPZ), invece, ha registrato utili trimestrali inferiori alle attese degli analisti, ma le vendite hanno superato le previsioni, spingendo al rialzo le azioni della più grande catena di pizzerie del mondo.

  • Aggiornamento Settimanale dei Mercati Globali

    Aggiornamento Settimanale dei Mercati Globali

    L’inflazione accelera negli Stati Uniti mentre gli utili societari spingono i mercati ai massimi storici


    Stati Uniti

    Utili solidi sostengono i mercati azionari
    Gli indici S&P 500 e Nasdaq Composite hanno raggiunto nuovi massimi storici durante la settimana, sostenuti da solidi risultati trimestrali delle aziende e da dati economici favorevoli. Anche il Russell 2000 (piccole capitalizzazioni) ha registrato un rialzo, mentre il Dow Jones Industrial Average e l’S&P Midcap 400 hanno chiuso leggermente in calo.

    La stagione degli utili è iniziata con forza: martedì le principali banche, tra cui JPMorgan Chase e Citigroup, hanno riportato risultati superiori alle attese per il secondo trimestre. Successivamente, anche aziende come PepsiCo, United Airlines e Netflix hanno superato le previsioni degli analisti.

    NVIDIA ha registrato un forte rialzo dopo aver annunciato di aver ottenuto l’autorizzazione dal governo Trump per vendere i propri chip di intelligenza artificiale H2O alla Cina. La società, che ha recentemente superato i 4.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato, è stata tra le protagoniste della settimana.

    Inflazione in rialzo e vendite al dettaglio in ripresa
    A giugno, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) è aumentato dello 0,3% su base mensile, il dato più alto degli ultimi cinque mesi, in linea con le attese del mercato. Su base annua, l’inflazione è salita al 2,7% dal 2,4% di maggio. L’inflazione core, che esclude alimentari ed energia, è salita al 2,9%.

    Le vendite al dettaglio sono cresciute dello 0,6% a giugno, dopo un calo dello 0,9% in maggio. A metà settimana, i mercati sono stati temporaneamente sotto pressione dopo indiscrezioni secondo cui il presidente Trump avrebbe preso in considerazione la rimozione del presidente della Fed, Jerome Powell. Tuttavia, i mercati si sono ripresi rapidamente dopo che Trump ha smentito tali intenzioni.

    Obbligazioni societarie meglio dei titoli del Tesoro
    I rendimenti dei Treasury a medio e lungo termine sono rimasti stabili, mentre quelli a breve termine sono leggermente diminuiti, in un clima di incertezza sulla guida della Fed. Il mercato delle obbligazioni societarie investment-grade ha sovraperformato rispetto ai titoli governativi, con nuove emissioni ben accolte e in linea con le attese.


    Europa

    Mercati contrastati; inflazione nel Regno Unito oltre le attese
    L’indice paneuropeo STOXX Europe 600 ha chiuso la settimana poco variato, con gli investitori in attesa di sviluppi nei negoziati commerciali tra USA ed Europa. I principali indici hanno mostrato un andamento misto: il FTSE MIB italiano è salito dello 0,58%, mentre CAC 40 (Francia) e DAX (Germania) sono rimasti stabili. Il FTSE 100 britannico è salito dello 0,57%, sostenuto dall’indebolimento della sterlina.

    Debolezza nel mercato del lavoro e inflazione elevata nel Regno Unito
    L’inflazione nel Regno Unito è salita inaspettatamente al 3,6% a giugno (dal 3,4% di maggio), trainata soprattutto dall’aumento dei prezzi dei carburanti. L’inflazione dei servizi è rimasta alta al 4,7%, un segnale preoccupante per la Banca d’Inghilterra.

    Il mercato del lavoro ha mostrato segnali di rallentamento: il tasso di disoccupazione è salito al 4,7%, il livello più alto degli ultimi quattro anni, mentre il numero di dipendenti è sceso di 41.000 a giugno. La crescita salariale è rallentata al 5,0%, pur rimanendo sopra le stime.

    Ripresa della produzione industriale nell’Eurozona
    A maggio, la produzione industriale dell’area euro è cresciuta dell’1,7%, superando le aspettative e recuperando dopo il calo del 2,2% di aprile. A guidare l’aumento sono stati l’energia, i beni strumentali e i beni di consumo non durevoli. Su base annua, la crescita è accelerata al 3,7%.

    Il surplus commerciale del blocco si è ampliato a 16,2 miliardi di euro, da 12,7 miliardi dell’anno precedente, grazie a un aumento delle esportazioni e a una riduzione delle importazioni.

    Ottimismo in Germania ai massimi da tre anni
    L’indice ZEW sulla fiducia economica in Germania è salito per il terzo mese consecutivo, raggiungendo 52,7 punti, il livello più alto dal febbraio 2022. L’ottimismo è sostenuto dalle attese di nuovi stimoli e da un possibile accordo commerciale tra UE e Stati Uniti.


    Asia-Pacifico

    Giappone: guadagni modesti in attesa delle elezioni
    I mercati giapponesi hanno registrato progressi contenuti. Il Nikkei 225 è salito dello 0,63% e il TOPIX dello 0,40%, mentre gli investitori attendono l’esito delle elezioni per la Camera Alta del 20 luglio. Si teme che la coalizione di governo di Shigeru Ishiba possa perdere la maggioranza, aumentando l’incertezza politica.

    Il rendimento del bond a 10 anni è salito all’1,53%, mentre lo yen si è indebolito attestandosi a metà del range di 148 contro il dollaro.

    Inflazione in calo ed esportazioni deboli
    L’inflazione core è cresciuta del 3,3% su base annua a giugno, meno del previsto e in calo rispetto al 3,7% di maggio, grazie a minori costi energetici. Le esportazioni sono diminuite dello 0,5% rispetto all’anno precedente, deludendo le attese. Gli USA hanno annunciato un nuovo dazio del 25% sulle importazioni dal Giappone a partire dal 1° agosto, anche se i colloqui proseguono.

    Cina: PIL solido, ma permangono rischi
    I mercati cinesi hanno chiuso in rialzo. L’indice CSI 300 ha guadagnato l’1,09% e lo Shanghai Composite lo 0,69%, mentre l’Hang Seng di Hong Kong è avanzato del 2,84%.

    Il PIL del secondo trimestre è cresciuto del 5,2% su base annua, leggermente sopra le attese, riducendo la pressione per nuovi stimoli nel breve periodo. Tuttavia, permangono rischi legati alla deflazione, alla debolezza dei consumi e a possibili nuove tensioni commerciali con gli USA.

    Il mercato immobiliare cinese continua a essere un freno per la domanda interna: i prezzi delle nuove abitazioni sono scesi dello 0,27% a giugno e quelli delle case esistenti dello 0,61%. Le vendite residenziali sono crollate del 12,6% rispetto all’anno precedente, il calo più marcato del 2025.


    Altri Mercati Chiave

    Indonesia: taglio dei tassi e accordo commerciale con gli USA
    La banca centrale ha tagliato il tasso di riferimento dal 5,50% al 5,25%, citando previsioni inflazionistiche in calo e la necessità di sostenere la crescita. Gli Stati Uniti e l’Indonesia hanno concluso un accordo commerciale che prevede un dazio del 19% (inferiore al 32% inizialmente proposto) sulle esportazioni indonesiane. Inoltre, l’Indonesia ha concordato l’acquisto di aerei Boeing e prodotti energetici e agricoli americani per oltre 20 miliardi di dollari.

    Perù: tassi invariati, inflazione stabile
    La banca centrale peruviana ha mantenuto il tasso di riferimento al 4,50%, come previsto. L’inflazione si è attestata all’1,7% a giugno, mentre le aspettative a 12 mesi sono rimaste stabili al 2,3%, all’interno dell’obiettivo. Tuttavia, i responsabili politici hanno segnalato che l’aumento delle aspettative inflazionistiche globali potrebbe rallentare il ritorno dell’inflazione verso l’obiettivo nel medio termine.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Borsa oggi: l’S&P 500 chiude piatto tra nuove tensioni commerciali con l’UE

    Borsa oggi: l’S&P 500 chiude piatto tra nuove tensioni commerciali con l’UE

    I mercati statunitensi hanno chiuso in modo contrastato venerdì, con l’S&P 500 praticamente invariato, mentre riaffiorano i timori di una guerra commerciale con l’Unione Europea. Nonostante la chiusura piatta, l’indice ha comunque registrato un guadagno settimanale.

    Alla chiusura, il Dow Jones Industrial Average è sceso di 142 punti (-0,3%), l’S&P 500 ha perso solo lo 0,01%, mentre il NASDAQ Composite è salito dello 0,1%.

    I timori sono stati alimentati da un rapporto del Financial Times, secondo cui il presidente Donald Trump starebbe valutando l’introduzione di dazi tra il 15% e il 20% sulle importazioni dall’Unione Europea. Questa misura supererebbe il 10% proposto dall’UE, suggerendo un possibile stallo nei negoziati. Con la scadenza del 1° agosto sempre più vicina, Trump sembra voler aumentare la pressione sull’UE per ottenere concessioni più significative.


    Prosegue la stagione delle trimestrali

    Gli investitori continuano a monitorare con attenzione la pubblicazione dei risultati del secondo trimestre, che finora hanno mostrato toni generalmente positivi:

    • American Express (AXP) è salita dopo aver superato le attese sugli utili, sostenuta dalla spesa solida dei clienti più abbienti.
    • 3M (MMM) ha guadagnato terreno grazie al miglioramento delle stime di profitto annuale, favorito da tagli ai costi e da un focus su prodotti a margine elevato.
    • Charles Schwab (SCHW) è salita dopo risultati robusti, trainati dalla crescita degli asset dei clienti e da margini di interesse più ampi.
    • Netflix (NFLX) ha riportato utili solidi e ha rivisto al rialzo le previsioni di fatturato per l’anno. Tuttavia, il titolo ha perso terreno poiché i risultati non hanno soddisfatto le alte aspettative del mercato. Nonostante ciò, Netflix ha guadagnato oltre il 43% da inizio anno, grazie all’ottimismo sulla sua posizione dominante nel settore streaming.

    La prossima settimana sarà ricca di nuove trimestrali, con attese le pubblicazioni di Coca-Cola (KO), Texas Instruments (TXN), Alphabet (GOOGL) e Tesla (TSLA).


    Migliora la fiducia dei consumatori e si raffreddano le aspettative di inflazione

    L’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan è salito a 61,8, superando le stime di 61,5. Le aspettative di inflazione a un anno sono scese al 4,4%, rispetto al 5,0% precedente.

    Anche gli ultimi dati macroeconomici sono stati positivi: le vendite al dettaglio hanno superato le previsioni, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono state inferiori al previsto, e l’inflazione di giugno si è mantenuta in linea con le attese. Tuttavia, i dazi stanno iniziando a far salire i prezzi di alcuni beni.

    In questo contesto, la Federal Reserve mantiene un atteggiamento prudente. Sebbene il presidente Jerome Powell continui con un approccio attendista, il governatore Christopher Waller ha dichiarato giovedì che un taglio dei tassi già alla prossima riunione potrebbe essere giustificato, alla luce dei crescenti rischi per l’economia.

    Waller ha anche sottolineato che l’aumento dei prezzi legato ai dazi probabilmente sarà temporaneo e non rappresenterà una tendenza strutturale.

    Nel frattempo, crescono le pressioni su Powell da parte del presidente Trump, che continua a spingere per una rapida riduzione del costo del denaro per stimolare l’economia.

    Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

  • Straordinario rimbalzo di Wall Street: S&P 500 e Nasdaq toccano nuovi massimi storici

    Straordinario rimbalzo di Wall Street: S&P 500 e Nasdaq toccano nuovi massimi storici

    Venerdì, la Borsa americana ha chiuso ai massimi storici, completando una sorprendente ripresa iniziata ad aprile, quando si temeva un mercato ribassista.

    L’S&P 500 è salito dello 0,5% chiudendo a 6.173,07, raggiungendo un nuovo record dal 19 febbraio. Anche il Nasdaq Composite ha guadagnato lo 0,5%, segnando il primo massimo da dicembre. Il Nasdaq 100, che raccoglie i principali titoli tecnologici, aveva già toccato un record in settimana.

    La corsa al rialzo ha rischiato di interrompersi nel pomeriggio, quando il presidente Donald Trump ha annunciato la fine dei colloqui commerciali con il Canada a causa di una nuova tassa sui servizi digitali. Trump ha anche minacciato nuove tariffe. Tuttavia, il mercato ha recuperato slancio nell’ultima ora di contrattazioni.

    Il Dow Jones ha guadagnato 432 punti (1%), ma resta ancora sotto del 2,7% rispetto al suo massimo storico. I cali di titoli come UnitedHealth, Apple, Merck e Nike hanno frenato l’indice.

    Tutti e tre i principali indici —Dow, S&P 500 e Nasdaq— hanno registrato la miglior settimana degli ultimi sei mesi.

    Un recupero sorprendente

    Dal 19 febbraio all’8 aprile, l’S&P 500 aveva perso 9.800 miliardi di dollari di valore. In pochi prevedevano un ritorno ai record in appena 80 giorni.

    La volatilità è stata causata in gran parte dalle tensioni commerciali. Le tariffe introdotte da Trump —fino al 145% su alcuni prodotti cinesi— avevano destabilizzato i mercati.

    Ma il 9 aprile, la Casa Bianca ha sospeso le tariffe per 90 giorni. Gli accordi preliminari con Regno Unito e Cina hanno ridato fiducia agli investitori.

    Un’ulteriore spinta è arrivata dalla Cina, che ha riaperto il mercato delle terre rare agli Stati Uniti.

    Il segretario al Tesoro Scott Bessent ha dichiarato che si punta a chiudere accordi con 10-12 partner commerciali entro la Festa del Lavoro.

    Cosa alimenta il rally

    L’intelligenza artificiale, sostenuta dalla domanda dei chip Nvidia e da una spinta per la deregolamentazione, ha trainato i titoli tecnologici. Anche le attese per un taglio dei tassi da parte della Fed hanno sostenuto i mercati.

    Nonostante le recenti manovre fiscali, la forte domanda per i titoli di Stato USA indica fiducia nel sistema economico.

    Rischi all’orizzonte

    Se il Congresso non approverà l’innalzamento del tetto del debito, gli Stati Uniti potrebbero trovarsi sull’orlo del default. Inoltre, se non si concretizzeranno nuovi accordi commerciali, le tariffe potrebbero tornare il 9 luglio.

    La fragile tregua tra Israele e Iran resta motivo di preoccupazione. E con un P/E superiore a 23, l’S&P 500 appare sopravvalutato.

    Gli investitori oggi brindano. Ma non è detto che la festa duri a lungo.

  • Le Borse USA in leggero rialzo tra tregua geopolitica, segnali di distensione commerciale e dati sull’inflazione

    Le Borse USA in leggero rialzo tra tregua geopolitica, segnali di distensione commerciale e dati sull’inflazione

    Le azioni statunitensi sono salite leggermente venerdì, proseguendo la recente tendenza al rialzo, sostenute da una tregua stabile tra Israele e Iran, segnali di attenuazione delle tensioni commerciali e nuovi dati sull’inflazione monitorati dalla Federal Reserve.

    Alle 9:32 (ET), il Dow Jones Industrial Average era in rialzo di 120 punti (+0,3%), l’S&P 500 guadagnava 15 punti (+0,3%) e il NASDAQ saliva di 60 punti (+0,3%). Tutti e tre gli indici principali sono sulla buona strada per chiudere la settimana con solidi guadagni.

    Inflazione sotto controllo

    Il clima positivo dei mercati è stato alimentato dalla calma duratura in Medio Oriente e da un accordo tra Stati Uniti e Cina per accelerare la fornitura di materiali rari fondamentali per molte industrie.

    Inoltre, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha lasciato intendere che il presidente Donald Trump potrebbe estendere la pausa di 90 giorni sui dazi reciproci, riducendo così l’incertezza legata alle politiche commerciali dell’amministrazione.

    Con l’allentamento delle tensioni geopolitiche e commerciali, l’attenzione degli investitori si è nuovamente concentrata sull’economia statunitense e sulle possibili decisioni della Federal Reserve.

    Nel mese di maggio, l’indice PCE (Personal Consumption Expenditures), il parametro di inflazione preferito dalla Fed, è aumentato dello 0,1% su base mensile, in linea con le aspettative e con il dato di aprile. Su base annua, l’indice è salito del 2,3%, leggermente sopra il 2,2% rivisto di aprile.

    L’indice PCE “core” (al netto dei prezzi di alimentari ed energia) è cresciuto dello 0,2% su base mensile e del 2,7% su base annua, entrambe percentuali leggermente superiori alle previsioni.

    “Il lieve aumento del PCE core è moderatamente restrittivo rispetto ai dati più contenuti di inflazione al consumo e alla produzione pubblicati a inizio mese,” hanno scritto gli analisti di Vital Knowledge. “Tuttavia, il quadro generale dell’inflazione resta stabile, e la Fed probabilmente taglierebbe i tassi se non fosse per i rischi legati ai dazi.”

    L’evoluzione dell’inflazione resta un’incognita chiave per la politica monetaria della Fed, che per ora ha adottato un approccio prudente, in attesa di valutare l’impatto delle politiche tariffarie dell’amministrazione Trump.

    Nel frattempo, il PIL degli Stati Uniti si è contratto dello 0,5% su base annualizzata nel primo trimestre, segnando la prima flessione dal 2022.

    Nike vola dopo i risultati trimestrali

    Le azioni di Nike (NYSE: NKE) sono balzate in alto dopo che la società ha riportato risultati superiori alle attese per il quarto trimestre fiscale. I dirigenti hanno affermato che l’impatto finanziario legato al piano di ristrutturazione ha probabilmente raggiunto il punto più basso.

    Nike ha inoltre annunciato l’intenzione di spostare parte della produzione dalla Cina agli Stati Uniti per ridurre il rischio di costi aggiuntivi dovuti ai dazi.

    Settore bancario sotto i riflettori per gli stress test della Fed

    Anche il settore bancario è al centro dell’attenzione, con la Federal Reserve pronta a pubblicare i risultati annuali degli stress test sulle grandi banche. Gli analisti prevedono che gli istituti supereranno le prove, dimostrando di avere capitale sufficiente per affrontare una crisi economica grave. Quest’anno, i test dovrebbero essere meno severi rispetto al passato.

    Il petrolio in lieve rialzo, ma in calo netto su base settimanale

    I prezzi del petrolio sono saliti leggermente venerdì, ma restano diretti verso la loro peggiore settimana degli ultimi due anni. La tregua tra Israele e Iran ha ridotto il premio al rischio geopolitico che aveva sostenuto i prezzi nelle settimane precedenti.

    Alle 9:32 (ET), i futures sul Brent guadagnavano lo 0,6% a 67,10 dollari al barile, mentre il WTI statunitense saliva dell’1% a 65,91 dollari. Entrambi gli indicatori principali si avviano verso un calo settimanale di circa il 12%—la peggiore flessione dal marzo 2023.

  • L’oro supera l’euro come secondo principale asset di riserva mondiale, secondo la BCE

    L’oro supera l’euro come secondo principale asset di riserva mondiale, secondo la BCE

    L’oro ha superato l’euro, diventando il secondo asset di riserva più detenuto a livello globale dopo il dollaro statunitense, secondo quanto emerge dal nuovo rapporto della Banca Centrale Europea (BCE). Il cambiamento è dovuto a un’ondata di acquisti record da parte delle banche centrali e a un forte aumento del prezzo del metallo prezioso.

    Nel suo rapporto valutario annuale, pubblicato mercoledì, la BCE ha rivelato che, alla fine del 2024, l’oro rappresentava circa il 20% delle riserve ufficiali globali, superando la quota del 16% dell’euro. Il dollaro USA ha mantenuto il primo posto con una quota del 46%, sebbene in leggera ma costante diminuzione.

    «Le banche centrali hanno continuato ad accumulare oro a un ritmo senza precedenti», si legge nel documento. Per il terzo anno consecutivo, gli acquisti globali di oro hanno superato le 1.000 tonnellate — il doppio rispetto al ritmo medio registrato nel decennio 2010-2019.

    Le riserve auree delle banche centrali si stanno avvicinando ai livelli storici visti durante l’era di Bretton Woods. Nel 2024, le riserve globali hanno raggiunto le 36.000 tonnellate, contro le circa 38.000 tonnellate del picco a metà degli anni ’60.

    Secondo il World Gold Council, i principali acquirenti di oro nel 2024 sono stati Polonia, Turchia, India e Cina, che insieme hanno rappresentato circa un quarto degli acquisti globali da parte delle banche centrali.

    La BCE attribuisce l’aumento del peso dell’oro nelle riserve valutarie anche all’impennata del prezzo: nel 2024, il valore dell’oro è cresciuto di quasi il 30%, raggiungendo un massimo storico di 3.500 dollari l’oncia nell’aprile 2025.

    Le tensioni geopolitiche spingono verso la dedollarizzazione

    Il rapporto evidenzia inoltre come l’instabilità geopolitica abbia portato molte banche centrali a diversificare le proprie riserve, riducendo la dipendenza dal dollaro in favore dell’oro.

    La domanda di oro è aumentata sensibilmente dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, e da allora è rimasta elevata. Secondo la BCE, il metallo giallo è stato storicamente utilizzato come protezione contro le sanzioni economiche, in particolare a partire dal 1999.

    Un sondaggio condotto dalla stessa BCE rivela che circa due terzi delle banche centrali acquistano oro per diversificare le riserve, mentre il 40% lo fa per tutelarsi dai rischi geopolitici.

    I Paesi con legami geopolitici più stretti con Cina e Russia hanno registrato gli aumenti più significativi nella quota di oro detenuto, soprattutto a partire dal quarto trimestre del 2021. Si tratta di un chiaro segnale del processo di dedollarizzazione in atto, in particolare nei mercati emergenti.

    Curiosamente, il tradizionale rapporto inverso tra il prezzo dell’oro e i rendimenti reali si è indebolito nel 2022. Secondo la BCE, questo riflette il nuovo ruolo dell’oro come scudo contro le sanzioni internazionali, più che come semplice copertura dall’inflazione.

    E questa tendenza potrebbe continuare: l’80% dei gestori di riserve ufficiali intervistati dalla BCE afferma che i fattori geopolitici saranno centrali nelle scelte legate all’oro nei prossimi 5-10 anni.