Le borse statunitensi hanno chiuso in netto rialzo giovedì, spinte dai risultati trimestrali migliori del previsto di Microsoft e Meta Platforms, mentre gli operatori hanno analizzato un flusso consistente di dati macroeconomici.
Alle 09:35 ET, il Dow Jones guadagnava 100 punti (+0,2%), l’S&P 500 avanzava di 48 punti (+0,8%) e il NASDAQ Composite registrava un’impennata di 270 punti (+1,3%).
Meta e Microsoft brillano
La stagione degli utili per i cosiddetti “Magnifici Sette” è iniziata positivamente, con Microsoft (NASDAQ: MSFT) e Meta Platforms (NASDAQ: META) che hanno pubblicato risultati relativi al secondo trimestre ben oltre le aspettative.
Meta ha messo a segno un forte rialzo in Borsa grazie a una performance solida nel settore pubblicitario, alimentando l’ottimismo sugli investimenti dell’azienda nell’intelligenza artificiale.
Anche Microsoft ha beneficiato della crescente domanda di soluzioni basate su IA, che ha spinto in alto la crescita del comparto cloud.
Nel frattempo, gli investitori attendono i conti di Apple (NASDAQ: AAPL) e Amazon (NASDAQ: AMZN), previsti dopo la chiusura odierna dei mercati.
Altri titoli in evidenza
Comcast (NASDAQ: CMCSA) è salita dopo aver superato le previsioni sugli utili trimestrali, nonostante una perdita di abbonati nel segmento della banda larga.
Biogen (NASDAQ: BIIB) ha guadagnato terreno grazie a ricavi superiori alle attese e a un aumento delle previsioni annuali, spinto dalle vendite del farmaco per l’Alzheimer.
Norwegian Cruise Line (NYSE: NCLH) ha riportato ricavi record nel secondo trimestre e ha confermato le stime per l’intero anno, facendo balzare il titolo.
CVS Health (NYSE: CVS) è cresciuta dopo aver alzato le previsioni sui profitti per il 2025 e aver battuto le attese, in gran parte grazie al miglioramento delle prestazioni della sua controllata assicurativa Aetna.
Al contrario, Qualcomm (NASDAQ: QCOM) è scesa a causa delle preoccupazioni legate alla possibile perdita di Apple come principale cliente per i modem, nonostante una guidance positiva.
Lavoro stabile, attenzione all’inflazione
Secondo i dati diffusi giovedì, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono aumentate di 1.000 unità a quota 218.000, segnalando una relativa stabilità nel mercato del lavoro. Tuttavia, i lavoratori licenziati stanno impiegando più tempo a trovare nuove occupazioni.
Questo report precede la pubblicazione, attesa per venerdì, dei dati cruciali sui salari non agricoli.
In parallelo, la spesa dei consumatori statunitensi è aumentata dello 0,3% a giugno, dopo essere rimasta invariata a maggio. L’indice dei prezzi PCE (Personal Consumption Expenditures), osservato attentamente dalla Federal Reserve, è cresciuto dello 0,3% su base mensile, in linea con le previsioni e leggermente in accelerazione rispetto allo 0,2% di maggio. Su base annua, l’inflazione PCE ha raggiunto il 2,6%, oltre le attese (2,5%) e il valore precedente (2,4%).
Il PCE core, che esclude energia e alimentari, è salito dello 0,3% mensile e del 2,8% annuo.
Gli analisti di Vital Knowledge hanno osservato che i dazi stanno già esercitando una pressione al rialzo sui prezzi, un effetto che potrebbe rafforzarsi nei prossimi mesi man mano che le nuove tariffe si rifletteranno nei dati.
Fed ferma i tassi, tensioni con Trump
La Federal Reserve ha mantenuto invariati i tassi di interesse nella riunione di mercoledì, ma due governatori — Michelle Bowman e Christopher Waller — si sono espressi contro la decisione, segnando la prima doppia dissidenza dal 1993.
L’ex presidente Donald Trump ha criticato aspramente la scelta, accusando Jerome Powell di essere “troppo lento”. Sul suo social network ha scritto: “Jerome ‘Troppo Tardi’ Powell lo ha fatto di nuovo! È TROPPO TARDI. In altre parole, ‘Troppo Tardi’ è un PERDENTE TOTALE e il nostro Paese ne sta pagando il prezzo!”
Gli analisti di ING hanno evidenziato che Powell si è nuovamente esposto a uno scontro diretto con Trump, scegliendo di “guardare oltre” l’inflazione causata dai dazi, rinunciando ad alzare i tassi.
Nuove tariffe su Corea del Sud e India
Mercoledì sera, Trump ha annunciato nuovi dazi commerciali. Gli Stati Uniti imporranno una tariffa del 15% sulle importazioni dalla Corea del Sud, paese che si è impegnato a investire 350 miliardi di dollari negli USA e ad acquistare 100 miliardi in prodotti energetici americani.
È stato inoltre firmato un ordine per l’introduzione di un dazio del 50% su prodotti semilavorati e ad alto contenuto di rame, a partire dal 1° agosto, per motivi di sicurezza nazionale.
L’India sarà soggetta a una tariffa del 25% più sanzioni, sempre da agosto, a causa dell’acquisto di energia e armamenti dalla Russia.
Diversi accordi commerciali sono ancora in fase di negoziazione, ma i dazi “reciproci” di Trump entreranno in vigore a inizio mese.
Petrolio in calo
I prezzi del petrolio sono scesi giovedì, appesantiti da un incremento a sorpresa nelle scorte statunitensi e da dati economici deboli provenienti dalla Cina, che hanno alimentato timori sulla domanda futura.
Alle 09:35 ET, il Brent perdeva l’1% a 71,76 dollari al barile, mentre il WTI calava dell’1% a 69,32 dollari.
Entrambi i benchmark avevano guadagnato l’1% mercoledì, sostenuti principalmente dalle minacce di Trump di imporre dazi severi ai principali acquirenti di greggio russo, nel tentativo di fare pressione su Mosca affinché ponga fine al conflitto in Ucraina.
Secondo l’Energy Information Administration, le scorte di greggio statunitensi sono aumentate di 7,7 milioni di barili la scorsa settimana, ben al di sopra delle previsioni di un calo di 1,3 milioni.
I dati cinesi deludenti hanno accresciuto le preoccupazioni su una possibile debolezza della domanda da parte del maggiore importatore mondiale di petrolio.
Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.